La decisione annunciata alcune settimane fa dal governo di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul in Iraq è un tragico errore, ed occorre convincere il governo a recedere da essa al più presto.
In primo luogo perché i nostri soldati dislocati a brevissima distanza da una città controllata dall'Isis saranno esposti a un probabilissimo attentato terroristico; in secondo luogo perché la loro presenza invece di essere di protezione per le maestranze, per l'impianto e per la popolazione dell'area circostante ed a valle, esporrà anch'essi a un gravissimo rischio di attentati; in terzo luogo perché renderà anche l'Italia un bersaglio primario di attentati terroristici stante la strategia dell'Isis (c'è del metodo anche in questa criminale follia) di colpire la popolazione civile dei paesi occidentali impegnati con le proprie forze armate nei conflitti in corso nel Vicino e nel Medio Oriente; in quarto luogo perché quella nostra presenza non solo non sarà utile alla necessaria lotta contro l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, ma al contrario favorirà la propaganda dei terroristi (che al loro uditorio ci presenteranno come "invasori crociati").
Sappiamo tutti che le guerre e le occupazioni militari non contrastano il terrorismo, ma lo fanno nascere e lo alimentano; del resto le guerre stesse sono già terrorismo consistendo di stragi.
In Iraq l'Italia ha già subito una strage a Nassiriya; impediamo che quell'orrore accada di nuovo.
Il governo revochi quella decisione. Salvare le vite e' il primo dovere.
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