sabato 31 agosto 2013

Diamo una possibilità alla pace in Siria!

L’impiego di armi chimiche in Siria contro popolazioni inermi è, e rimane un crimine contro l’umanità che non possiamo che condannare fermamente da qualunque parte provenga, così come, altrettanto fermamente, condanniamo l’utilizzo di qualunque altro tipo di armi, comprese le armi leggere che partono anche dalla nostra provincia e che, per le vittime che hanno prodotto nel conflitto siriano, sono esse stesse “armi di distruzione di massa”.
Ora, dopo quasi centomila morti e due milioni di sfollati, la comunità internazionale, che prima non è stata in grado di imporre l’embargo delle forniture di armi verso la Siria, si prepara ad un intervento militare nel paese, riproponendo percorsi fallimentari già sperimentati anche dall’Italia in questi ultimi lustri, sia collaborando con le iniziative militari unilaterali NATO in Iraq , Kossovo e Afganistan, sia agendo sotto l’ombrello di una ambigua interpretazione di una decisione ONU in Libia, aree tuttora destabilizzate dove la pace appare come una chimera.
Nel dichiararci assolutamente contrari a che l’Italia venga ancora una volta coinvolta, in barba all’art.11 della Costituzione, in interventi militari fuori dal nostro territorio, carichi di incognite e forieri di tragiche conseguenze, ribadiamo che la via per uscire dal conflitto non può assolutamente essere quella delle armi e della guerra che può provocare un incendio di proporzioni inimmaginabili, come si è visto ormai in molti altro casi.
Le logiche militari invece di risolvere i conflitti, li aggravano, perciò auspichiamo che ci sia un serio ripensamento nel governo e nella maggioranza che lo sostiene affinchè l’Italia rifiuti qualunque sostegno anche indiretto (utilizzo delle basi e diritto di sorvolo) all’intervento armato, esprimendo una posizione finalmente non subalterna a logiche di potenza e in sintonia con le speranze dei nostri costituenti che l’hanno voluta impegnare al “ripudio della guerra”,
Bisogna abbandonare la logica delle armi e adoperarsi per una risoluzione nonviolenta dei conflitti, rilanciare l’opzione diplomatica e politica che coinvolga tutti gli attori compresi Russia e Iran, utilizzare gli strumenti del diritto internazionale, ma soprattutto cessare immediatamente ogni fornitura militare alle parti in conflitto.
E’ inoltre assolutamente necessario coinvolgere i movimenti nonviolenti siriani come il Movimento Mussalaha che da tempo si adoperano per una soluzione del conflitto “dal basso”, basata sul dialogo e la riconciliazione, che rifiutando logiche di divisione, segregazione e smembramento del Paese, lavorano per la preservazione dell’equilibrio civile e religioso preesistente alla guerra, per l’autodeterminazione, la non ingerenza e il diritto internazionale.
Queste forze esistono e operano e benché sistematicamente ignorate dalla diplomazia internazionale, vanno coinvolte , valorizzate e sostenute.
Un intervento armato non porterà la pace, ma solo distruzione e altra violenza.
Se vogliamo la pace prepariamo la pace.
M.I.R., Movimento Nonviolento, Pax Christi, Emergency, Comitato No F-35, Nuova Resistenza.

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