sabato 17 novembre 2012

Domani a Peschiera gli obiettori tornano in carcere




Gli obiettori di coscienza al servizio militare tornano in prigione. A quarant’anni dall’approvazione della legge istitutiva del servizio civile domenica 18 novembre quegli ex giovani profetici, ormai sessantenni, accompagneranno i cittadini interessati nella visita all’ex carcere militare di Peschiera del Garda, la famigerata Caserma XXX Maggio, dove soggiornarono per lunghi mesi anche diverse figure dell’antimilitarismo bresciano.
 Dalla nostra città il Movimento Nonviolento, che promuove la manifestazione in collaborazione con il  Comune di Peschiera del Garda, organizza un pullman che partirà dal piazzale dell’Om Iveco in via Volturno alle ore 9. Alle 10 l’arrivo a Peschiera, dove mezz’ora più tardi il corteo partirà dal piazzale del Municipio. Previsti gli interventi del sindaco Umberto Chincarini, del Presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana, dell’obiettore di coscienza Matteo Soccio e del giornalista della Rai Beppe Muraro.
 Alle 11 ci sarà la visita all’ex carcere militare, guidata fra gli altri dal rezzatese Claudio Bedussi, poeta e insegnante che qui trascorse in cella lunghi mesi fra il 1971 e il 1972 per aver rifiutato di indossare la divisa. Come si ricorderà, a difenderlo intervenne allora nel processo l’avvocato Mino Martinazzoli. 
 “Il mio fu un atto di disobbedienza civile al servizio militare e agli apparati di guerra, considerati fino allora come uniche possibilità di difesa della collettività, indipendentemente dalle cause economiche e di potere che alla guerra portano e che affrontate consentirebbero di convertire le armi in aratri” ricorda Bedussi.
 “Il fatto di pagare di persona era solo un aspetto del problema” osserva. “Con queste scelte volevamo sollecitare l’approvazione di una legge sul servizio civile che consentisse ai giovani un servizio diverso da quello militare a vantaggio della società e della lotta contro le cause che portano periodicamente agli eventi bellici”.
 “Una volta dietro le sbarre - racconta - la sorpresa più grande fu sperimentare l’anima violenta del nostro cosiddetto vivere civile, che normalmente è celata dietro una serie di veli e di perbenismo che la mascherano. Provai su di me e i miei compagni di detenzione tutti quei meccanismi di violenza e di spoliazione della personalità, che oltre all’ovvia privazione della libertà, rappresentano una tortura suppletiva destinata a trasformare in peggio il detenuto, altro che pena rieducativa. Così mettemmo in campo azioni per migliorare la vita carceraria e le pagammo con minacce, cella d’isolamento e altri mesi di carcere”.
 Con Bedussi l’altro bresciano incarcerato a Peschiera, dopo l’arresto a Torino nel Centro Spastici dove prestava servizio civile, fu il calcinatese Carlo Filippini, poi fondatore a Roma insieme ad altri militanti della storica Lega obiettori di coscienza.
 A coordinare la rete di sostegno ai giovani incarcerati era Adriano Moratto,  ora animatore  della sede del Movimento in via Milano 65. “Torniamo in carcere per ricordare la lunga storia da cui è partito l'attuale servizio civile nazionale: è necessario che le giovani generazioni sappiano che nulla viene regalato e che nulla è dato per sempre” spiega Moratto.
 “A Peschiera finivano tutte le marce antimilitariste” sottolinea. “Lì andavamo per gridare la nostra solidarietà e vicinanza ai compagni rinchiusi, per un ideale di pace e fratellanza, nelle celle anguste e malsane di una caserma ottocentesca. Ricordo gli improvvisi silenzi della folla sotto le mura per sentire le voci che giungevano dall' interno, con il timore delle ritorsioni dei secondini: pestaggi, cella di rigore, denunce. Un intera generazione di giovani solidarizzò con gli obiettori, fino alla legge che aprì le porte del carcere e istituì il servizio civile”.
 “Quello di domenica - conclude - sarà un momento di stimolo a riaffermare la necessità del primato della coscienza, perché oggi come ieri è necessario ritrovare la capacità di opporsi  al  pensiero unico dominante che ci vuole rassegnati e impotenti”.
 Gli interessati a prenotare la propria partecipazione alla giornata di mobilitazione possono acquisire informazioni al 339/6243617 oppure scrivere a movimentononviolento.bs@alice.it.

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