sabato 21 novembre 2009

EAU PUBLIQUE




Parigi - Dopo la disastrosa gestione dei privati

Il sindaco Delanoë: «Ritornerà pubblica»

[Anna Maria Merlo, il manifesto]

PARIGI
[21 Novembre 2008]

Parigi rimunicipalizza l’acqua potabile. La decisione di non riconfermare i contratti con i due giganti privati dell’acqua, Veolia e Suez, alla scadenza del contratto a fine 2009, verrà votata al consiglio municipale lunedì prossimo e la maggioranza (Ps, Pcf, Verdi e radicali di sinistra) è «unanime». La municipalizzazione dell’acqua era una promessa elettorale del sindaco Betrand Delanoë, che ora si impegna a non aumentare il prezzo del metro cubo fino alla fine del suo mandato nel 2014.
E’ la fine di un’era, iniziata negli anni ’80, quando in Francia c’è stata un’ondata di privatizzazioni. Ancora oggi, nella maggioranza dei comuni francesi l’acqua è gestita da privati. A Parigi, era stato Jacques Chirac, nell’84, allora sindaco della capitale, a privatizzare la distribuzione dell’acqua. I due giganti della distribuzione si erano divisi la città: Veolia per la rive droite, Suez per la rive gauche. Il comune aveva conservato una presenza (al 70%) nella società di produzione dell’acqua, Eau de Paris. Dal gennaio 2010, la città controllerà «tutta la sequenza», dalla produzione (purificazione) alla distribuzione. Il comune vuole «chiarire le responsabilità e semplificare il servizio» assicura la vice-sindaca Anne Hidalgo. Per Anne Le Strat, assessore all’acqua (Ps), la decisione è «emblematica» e mira ad «offrire ai parigini un’acqua migliore a un miglior prezzo». L’opposizione Ump accusa il sindaco di aver preso questa decisione solo «per ragioni politiche» e la considera «un errore tecnico e uno sbaglio finanziario».
Parigi non è la prima città a fare marcia indietro sulla privatizzazione degli anni ’80. Tra le grandi città, una scelta analoga è già stata fatta da Grenoble: secondo uno studio pubblicato ad ottobre dall’associazione di consumatori Ufc-Que choisir, a Grenoble, ma anche a Chambéry, a Clermont-Ferrand o ad Annecy, tutte città dove l’acqua è municipalizzata, i prezzi sono «ragionevoli». Bordeaux (dove il sindaco è Alain Juppé, Ump) e il Grand Lyon (nel capoluogo è sindaco il socialista Gérard Collomb) hanno invece fatto la scelta di rinegoziare, al ribasso, i contratti con le società private di distribuzione.
A Parigi, l’acqua costa oggi 2,8 euro il metro cubo, un prezzo un po’ sotto la media francese, che è di 2,9 euro il metro cubo. Secondo l’Associazione dei sindaci francesi, la purificazione e la distruibuzione costa in media 3,01 euro il metro cubo. Con la municipalizzazione, la città di Parigi ha calcolato che risparmierà 30 milioni di euro l’anno. Questa cifra non sarà redistribuita tra gli utenti - ha però precisato il comune - ma sarà «reinvestita». Difatti, i costi per la purificazione sono in netto aumento da anni. Il comune assicura in ogni caso di avere allo studio delle tariffe preferenziali, più basse, per le famiglie in difficoltà, per evitare che vengano loro chiusi i rubinetti se non pagano. A Parigi, i consumi sono in calo grazie a un miglioramento della rete, che ha minori perdite. Per Veolia e Suez il colpo è duro: subiranno, rispettivamente, un calo delle entrate di 132 e 62 milioni di euro. La città di Parigi creerà una nuova società per la produzione e la gestione dell’acqua potabile, un Epic (stabilimento pubblico industriale e commerciale), che nascerà dalla fusione delle due reti di distribuzione della rive droite e della rive gauche, e dalla ripresa di Eau de Parigi, la società (al 70% municipale) che produce l’acqua. Il fatturato sarà di 230 milioni di euro l’anno. I 900 dipendenti delle tre società verranno tuti riassunti «senza perdita dei vantaggi sociali» dalla nuova società municipalizzata.
In Francia, dall’offensiva dei privati degli anni ’80, tre compagnie controllano la distribuzione dell’acqua potabile: oltre a Suez Environnement e a Veolia (ex Générale des Eaux), c’è la più piccola Saur, una filiale dei gigante dei lavori pubblici (proprietario anche della tv Tf1) Bouygues. Negli anni ’90, per rispettare le norme europee, gli investimenti sono cresciuti a picco. Molte città hanno affidato la gestione ai privati, perché non potevano far fronte alla crescita dei costi. Ma ora il vento è cambiato, anche a causa di un aumento dei prezzi consistente (la Francia è il quinto paese europeo per il costo dell’acqua) per gli utenti, che chiedono di pagare di meno.

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