martedì 21 novembre 2023

Calcinato: lotta di classe in pieno centro

Si è conclusa in un clima disteso una giornata surreale martedì a Calcinato. Dopo aver ricevuto rassicurazioni sul positivo avvio della risoluzione della loro vertenza Abdul, Salah e Khaled sono scesi dalle gru, i primi due verso le 17.30, l’ultimo poco dopo le 18.
La giornata era cominciata drammaticamente. Mentre in Piazza del Comune si aprivano le bancarelle del mercato, poco dopo le 8 di mattina i tre lavoratori egiziani si erano introdotti in due cantieri di efficientamento energetico e avevano scalato due diverse gru, nelle vicinissime via della Filanda e via XX Settembre, per protestare contro i mancati pagamenti dei loro stipendi arretrati dopo la revoca del Superbonus.
I lavori, in corso ormai da diversi mesi, riguardano due condomini sorti quasi 50 anni fa nel luogo in cui storicamente sorgeva la vecchia filanda.
Mentre scattavano immediatamente le misure di sicurezza, con il centro transennato e presidiato da carabinieri e polizia locale, giungevano anche un’autoambulanza e due squadre di vigili del fuoco da Brescia e Desenzano del Garda. Tempestivo anche l’arrivo di un nucleo dei Carabinieri di tutela del lavoro e dei rappresentanti della Fillea Cgil, sindacato che ha diramato costantemente aggiornamenti sulla eclatante protesta, subito ripresa dai mass media anche a livello nazionale. Più tardi verranno anche delegazioni della Filca Cisl e della Feneal Uil. 
Scontati i disagi per la circolazione e i nutriti capannelli di cittadini che si sono soffermati ben oltre l’orario di apertura del mercato. Attoniti e preoccupati, hanno assistito increduli a questa radicale dimostrazione, fortemente preoccupati per la sicurezza degli operai lassù in alto.
Stando alle ricostruzioni che si sono susseguite, l’impresa che aveva avuto in appalto i lavori li avrebbe subappaltati a un’altra, il cui titolare è Khaled. Drammatiche le condizioni di vita e di lavoro dei tre. Una storia emblematica è quella del giovane Abdul. Esce di casa con il buio e rientra col buio Abdul, questo esile muratore di 20 anni. “Sono qui da tre anni e abito con alcuni compagni in affitto a Paderno Dugnano. Ogni mattina parto alle 5 da casa e torno dopo le 20 con un camioncino per dividere le spese di viaggio, per uno stipendio che di solito è di 1300 euro, quando va molto bene arriva a 1700 euro. Tutto il giorno mi spacco la schiena a lavorare con un martello sotto l’acqua o con il sole”.
“Non prendo i soldi da luglio e non so più come fare per tirare avanti” afferma sconsolato. “Tra l’altro devo mandare anche qualche euro ai miei familiari in Egitto. Qui abbiamo lavorato fino a metà ottobre ma gli ultimi soldi li abbiamo ricevuti a luglio. Sotto di me c’è Salah, che abita a Milano ed è qui con me a protestare. Lui ha anche un figlio malato in Egitto e ha difficoltà forse anche maggiori”.
Già, Salah, che con i compagni si fa 9 e anche più ore di lavoro in cantiere tutti i giorni. Assai determinato, proprio ieri ha compiuto 44 anni: forse avrebbe voluto festeggiarli in modo più tranquillo, non lontano dalla terra natale e dai suoi cari, lottando duramente per ricevere quello che gli spetta.
E poi c’è Khaled, 37enne residente a Cinisello Balsamo, il proprietario della ditta che ha in subappalto i lavori, salito da solo sulla gru di via della Filanda.
I tre muratori hanno lavorato per mesi in questi cantieri, circondati dall’affetto di chi ci abita. In diversi sono lì sotto a seguire la vicenda. “E’ gente che si dà da fare” ci dice un residente. “Sono operosi ed affabili. Qualche volta portiamo loro thè, biscotti e caffè per scaldarli un poco”.
Le ore passano senza troppe novità. Nel pomeriggio i capannelli si diradano e qualche volto noto della politica locale giunge ad esprimere sul posto la propria preoccupazione: l’ex sindaco Angiolino Goglioni, i consiglieri comunali Vincenza Corsini e Alessandro Moratti Freschi, l’assessore alla cultura Viviana Ponzoni e il sindaco Nicoletta Maestri.
Si vive qualche attimo di tensione quando viene impedito di far pervenire a un manifestante sulla gru una berretta di lana e mezzo litro di acqua in una bottiglietta di plastica.
Poi verso le 17.30 - dopo febbrili trattative abilmente gestite dalle forze dell’ordine - la svolta, probabilmente in seguito a un primo accenno di dialogo fra le parti. Salah e Abdul scendono insieme e vengono accompagnati all’ambulanza che stazionava di sotto dal primo mattino. “Tanto freddo” mormorano. “Ora bene”. I primi accertamenti dimostrano che sono in salute. Poco più di mezz’ora dopo scende anche Khaled, anche lui sale in ambulanza. Tutto a posto.
In seguito i sindacati esprimono corali la loro “soddisfazione perché sono scesi” preannunciando per mercoledì una comunicazione sui dettagli dell’ipotesi di accordo che sembrerebbe essere stata raggiunta. Scattano raffiche di flash per le foto di gruppo e poi, a sorpresa, i tre muratori vengono invitati dal sindaco in municipio per un momento di ristoro.
Mentre essi cenano frugalmente nel suo ufficio, il primo cittadino, in una pausa della settimanale seduta della giunta municipale, trova un momento per “ringraziare tutti gli operatori che con competenza e professionalità questa drammatica vicenda, frutto della disperazione di questi tre lavoratori”.
“La situazione è complessa ma un dialogo è avviato” osserva il sindaco Maestri. “Da parte nostra, visto che erano affamati li rifocilliamo qui al caldo; più tardi faranno rientro nelle loro abitazioni”.

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