lunedì 23 agosto 2021

Jack Hirschman se n'è andato

Ieri è morto a San Francisco il  poeta americano Jack Hirschman, una delle voci più originali della letteratura internazionalista, che abbiamo incontrato diverse volte da queste parti negli ultimi anni, l'ultima nel 2019 alla Villa Romana di Desenzano, dove tenne un applauditissimo reading.

Nato a New York nel 1933, era salito alla ribalta nel 1966 per essere stato espulso, a causa della sua opposizione alla guerra (allora quella del Vietnam), dalla Ucla (l’Università di Los Angeles dove insegnava): fra le sue iniziative si ricorda l’attribuzione del massimo dei voti a tutti gli studenti destinati all'arruolamento per aiutarli a sfuggire alla guerra.
Sposato con la poetessa anglo-svedese Agneta Falk, Hirschman è stato molto vicino alla poliedrica esperienza culturale della beat generation di Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti. Icona vivente della controcultura americana: ha pubblicato oltre 100 libri di poesie e tradotto 35 opere straniere da otto diverse lingue.
Noto anche per essere stato professore di letteratura del giovanissimo Jim Morrison proprio alla Ucla (quando il cantante dei Doors provava a studiare cinema con Francis Ford Coppola), il poeta nei suoi versi denuncia i mille mali d’America.
Fra le sue opere più famose ci sono i “123 Arcani” (pubblicati in Italia dalle edizioni Multimedia di Salerno): uno lo aveva composto sulla tomba di Pasolini a Casarsa e si chiude con il palingenetico omaggio alla bandiera rossa: “ridiventa straccio e il più povero ti sventoli”.

Nessun commento:

Posta un commento