martedì 25 maggio 2021

Indagini sull'inquinamento: conferenza-stampa a Calcinatello

Affollata conferenza-stampa dei movimenti ecologisti martedì in via Cavour a Calcinatello, nei pressi della sede dell’azienda accusata da ieri mattina dalla Procura di smaltimento di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze inquinanti.
“Lunedì - ha esordito Imma Lascialfari, portavoce del Comitato Ambiente Futuro Lombardia - è stata una giornata epocale per noi cittadini, che abbiamo vinto contro l'arroganza di chi della legalità s'è sempre beffato”.
“Dopo anni di denunce, finalmente si è arrivati ad una prima vittoria” ha detto. “Nessuno di noi esulta perché si chiudono le ditte, ma l'errore è a monte: per il profitto di pochi, contro il disagio di molti, perché, se tutto si fosse svolto nella legalità, oggi non saremmo qui. Avere conferma di ciò che sospettavamo ci fa piacere ma al contempo ci rattrista, perché vuol dire che per anni sono stati sversati sui nostri territori veleni camuffati da fertilizzanti”.
In sostanza, “ti cercavano, ti aravano il terreno, ti regalavano il fertilizzante e, dulcis in fundo venivi pagato; alla faccia di noi, ignari cittadini, che ne avremo subito le conseguenze nella catena alimentare”.
Ha poi chiesto “agli inquirenti che venga fatta chiarezza sulle responsabilità dei funzionari pubblici coinvolti, compresi i politici, affinché siano rimossi da incarichi eventualmente ricoperti”.
“Il Sistema Procura-Carabinieri-Arpa - ha concluso – si dimostra ancora una volta strumento molto efficace a Brescia nel contrasto dei reati ambientali”.
È poi intervenuta la portavoce del Comitato Cittadini Laura Corsini, che ha esordito ricordando che “solo la tenacia porta a far sì che le cariche preposte ai controlli pongano attenzione alle situazioni ambientali. Le normative non sono semplici e ciò consente spesso rimpalli di responsabilità fra gli enti”.
“Dal 2009 a Calcinato i cittadini avevano segnalato al Comune l’inadeguatezza logistica e le problematiche collegate a impianti del genere, soprattutto gli impatti olfattivi. Da allora per i cittadini inizia un lungo iter procedurale con telefonate alla Polizia Locale per segnalare odori, problemi di viabilità, perdita di gessi di defecazione e fanghi. Si chiedono continuamente incontri, accessi agli atti e si presentano relazioni”.
Corsini ha poi ripercorso analiticamente tutte le tappe degli interventi, “una storia lunga, ma necessaria. La situazione è peggiore di quanto potevamo pensare. Le responsabilità sono multiple: dell’azienda e dei consulenti, dei collaboratori che vedevano e non denunciavano, degli agricoltori (ma questi non sono agricoltori) che si sono fatti comprare per arature gratis, della politica che si stupisce di tutto sempre dopo”.
“Siamo rattristati perché non sappiamo gli effetti di quanto accadrà” ha concluso, preannunciando che il Comitato sta “valutando con i propri legali di costituirsi parte civile nell’eventuale processo. Ci auguriamo che il Comune faccia altrettanto”.
E per il Comune, oltre ad alcuni consiglieri, fra il pubblico c'era anche il sindaco Nicoletta Maestri. “Nella tutela dell'ambiente non ci sono buoni e cattivi - ha detto - ma è necessario rafforzare la collaborazione fra cittadini, istituzioni e forze dell'ordine. Sono almeno 10 anni che il Comune con la Polizia Locale emana ordinanze e presenta denunce alla Procura su questa situazione per chiedere l'apertura di indagini, l'ultima nell'aprile 2020”. Al termine dell'incontro il primo cittadino e Laura Corsini si sono espresse reciproci ringraziamenti, auspicando di rafforzare la collaborazione in difesa della legalità.

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