E’ stata fissata per mercoledì 10
luglio al Tribunale amministrativo regionale di Brescia l’udienza per
l’esame del ricorso presentato da un nutrito gruppo di cittadini
calcinatesi (unitamente ai cinque membri che rappresentavano le
minoranze nel consiglio comunale della precedente tornata
amministrativa) per chiedere l’annullamento della delibera con la quale
la giunta municipale annunciava l’avvio di una procedura di ricognizione
degli spazi occupati dalle tombe a piramide dei cimiteri di
Calcinatello e di Calcinato - poco meno di 200 sepolture in tutto -
unitamente all’annullamento dell’avviso pubblico esposto ai cimiteri e
il riconoscimento del diritto d’uso sulla concessione delle sepolture
per le piramidi esistenti da prima dell’entrata in vigore del Regio
Decreto n. 1880 del 21 dicembre 1942, applicando l’istituto giuridico
dell’”immemorabile”, quale presunzione della sussistenza del diritto
d’uso sulla concessione, come previsto all’articolo 81 del vigente
Regolamento di Polizia Mortuaria.
Si tratta, nella maggior parte dei
casi, di tombe di famiglia realizzate anteriormente all’approvazione del
Codice Civile del 1942 e, quindi, prima dell’assoggettamento dei
cimiteri alla disciplina relativa ai beni demaniali con conseguente
necessità, per tutti i sepolcri successivi a tal data, di ricorrere alla
stipula di un atto di concessione delle aree.
Secondo i ricorrenti “non erano mai
sorti dubbi sull’equiparazione delle piramidi alle tombe di famiglia” e
quindi essi ora chiedono “il riconoscimento del diritto d’uso sulla
concessione delle sepolture a tempo indeterminato”.
La complessa e tortuosa vicenda quasi
un anno e mezzo fa, quando alcuni cittadini di Calcinatello convocati
telefonicamente negli uffici comunali per illustare loro problematiche
alle tombe dei loro congiunti, apprendeva in municipio che le stesse non
potevano essere considerate tombe di famiglia e che per tali sepolcri,
non risultando agli atti nessuna concessione, si poteva trovare una
soluzione solo sottoscrivendo una nuova concessione e pagando anche
qualche anno di versamenti arretrati.
La medesima delibera - lo ricordiamo -
impedisce di fatto ogni futura sepoltura in quelle tombe fino alla fine
della procedura di ricognizione prevista entro il prossimo 31 dicembre.
Intanto in paese ferve il dibattito su
un aspetto non secondario della vicenda: l’argomento è materia di
giunta municipale o era prerogativa del consiglio comunale dare
disposizioni in materia?
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