domenica 28 luglio 2019

A tutto TAV

Non avrei mai pensato che l’argomento TAV sarebbe diventato talmente rilevante da monopolizzare intere pagine di quotidiani (da parecchi mesi a questa parte) e trasmissioni televisive a raffica. Sino a mandare sull’orlo di una “crisi di nervi” un intero esecutivo: si ha quasi la sensazione che qualche interesse economico possa esser celato tra le pieghe. 
Si racconta che il TAV possa creare tanti posti di lavoro; poi si legge da fonti autorevolissime e studi mirati che il rapporto investimento/posti di lavoro nelle grandi opere è sfacciatamente il più basso di qualsiasi altro settore economico. Vi sono tanti distretti in cui l’investimento può partire immediatamente, i propri frutti si possono cogliere subito e non tra dieci o quindici anni; meno impattanti ed assolutamente ecologici; ne cito uno solo: il cablaggio dell’intera nazione con la banda larga. La fantomatica Tbm (Tunnel boring machine), per i profani non addetti ai lavori, volgarmente chiamata talpa, perché non acquistarla in Uzbekistan o in Cina, così creiamo posti di lavoro. Per una nuova linea ferroviaria servono colate impressionanti di cemento e montagne di acciaio, sono centinaia e centinaia di posti di lavoro in più. Poi magari, sia cemento che acciaio lo acquisto dall’estero dove notoriamente i prezzi sono altamente competitivi. Cosicché io, general contractor, risparmio enormemente, intasco maggiormente e creo centinaia di posti di lavoro, sì … all’estero: si ha quasi la percezione che qualche interesse economico possa esser celato tra le pieghe. 
La linea ferroviaria ad alta velocità che si vorrebbe realizzare tra Brescia e Padova ha un costo preventivato di 8,7 miliardi di euro per 148 chilometri (pari a circa 59 milioni di euro a chilometro). Mi sovviene un'altra grande opera italiana, ormai diventata biblica per i tempi di realizzazione, come il nome stesso: il Mose; il preventivo iniziale era decisamente inferiore alla cifra che ha raggiunto attualmente il progetto, con un importo più che triplicato e ancora non concluso. Non sia mai che la BS-PD tra qualche anno triplichi i costi e non sia interamente operante, si avrebbe quasi l’impressione che qualche interesse economico possa esser stato celato tra le pieghe. 
Qualche anno fa in Germania è stata realizzata una tratta ferroviaria ad alta velocità tra le cittadine di Erfurt-Halle-Leipzig di 121 chilometri con un costo, chiavi in mano, di 3 miliardi di euro. Le caratteristiche morfologiche di detta tratta sono molto simili alla nostra BS-PD; rapportandone i costi troviamo per la nostra tratta una cifra ben inferiore alla metà del previsto (4 miliardi contro gli 8,7): si ha la sorpresa che qualche interesse economico possa esser celato tra le pieghe. 
Tanti responsabili di grandi opere italiane sono indagati da parte della magistratura per i più svariati motivi: materiale utilizzato non normato, cemento scadentissimo, conci di rivestimento delle volte in  galleria difettosi, presenza di uranio e di amianto non dichiarati (a scapito della salute degli operai…), materiali tossici o rifiuti nocivi sepolti sotto la massicciata ferroviaria o mescolati con colate di cemento: si ha quasi l’intuizione che qualche interesse economico possa esser celato tra le pieghe. 
Perché non fare per la BS-PD come è stato fatto con la Venezia-Trieste; utilizzi nuovi standard tecnologici e di sicurezza e puoi implementare il numero dei treni che possono percorrere la tratta (ammesso e non concesso che effettivamente servano); la spesa prevista sarebbe esattamente un decimo degli 8,7 miliardi di euro, con quanto ti rimane non avresti che l’imbarazzo della scelta dove poterli investire: messa a norma antisismica dei numerosi stabili scolastici per evitare catastrofi; bonifiche di siti inquinati in modo particolarmente pesante nella nostra provincia e non solo per abbassare la percentuale di gravi malattie che affliggono la popolazione di tante zone a rischio; messa a norma dal punto di vista idrogeologico dell’intera regione per evitare le solite situazioni già ampiamente viste e pagate. Tutto ciò verrebbe a costare meno di un luccicante Frecciarossa e perciò, semplicemente, non interessa farlo: si ha quasi l’intendimento che qualche interesse economico possa esser celato tra le pieghe.
Giulio Botticini


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