Domenica 17 aprile in tutta Italia si terrà il referendum nazionale sulle trivellazioni per cercare petrolio in mare.
Gli italiani potranno esprimersi sul quesito in merito alla durata dei permessi di ricerca, l'unico sopravvissuto alle strategie messe in campo dal Governo affinché questo referendum non venisse celebrato.
Votare SÌ ha comunque un valore di più ampio respiro: un primo passo per mettere in discussione la Strategia Energetica Nazionale imposta dall'alto.
Mentre in nome della prosperità economica si continua a perpetrare un saccheggio sempre più ampio e terribile delle risorse naturali, una distruzione pervasiva e costante dei territori e degli ambienti, provocando in tal modo un avvelenamento progressivo dell'ambiente e della salute dei cittadini, quello che davvero serve è predisporre un programma di riconversione energetica, promuovendo le fonti rinnovabili, mettendo al bando le nuove esplorazioni ed estrazioni di combustibili fossili e una politica di riduzione degli sprechi mediante il risparmio energetico.
domenica 28 febbraio 2016
sabato 27 febbraio 2016
Cambiare stili di vita: un convegno a Montichiari
Lunedì
29 febbraio sarà a Montichiari il segretario nazionale di
Legambiente Andrea Poggio per un convegno dal titolo “Cambiare
stili di vita e la cura della casa... Comune”, dedicato ad
“esperienze concrete di scelte energetiche sostenibili ed
efficienti per consumatori, utenti e amministrazioni pubbliche”.
L'appuntamento è alle ore 21 alla Casa delle Associazioni in via
Trieste 26.
mercoledì 10 febbraio 2016
Prima della prossima guerra...
Siamo alla vigilia di un’altra guerra contro la Libia, “a guida italiana” questa volta. Sembra ormai assodato che le forze speciali SAS sono già in Libia, per preparare l’arrivo di mille soldati britannici. L’operazione complessiva, capitanata dall’Italia, dovrebbe coinvolgere seimila soldati americani ed europei per bloccare i cinquemila soldati dell’Isis. Il tutto verrà sdoganato come “un’operazione di peacekeeping e umanitaria”.
L’Italia, dal canto suo, ha già trasferito a Trapani quattro cacciabombardieri AMX pronti a intervenire. Il nostro paese – così sostiene il governo Renzi – attende però per intervenire l’invito del governo libico di unità nazionale, presieduto da Fayez el Serray. E altrettanto chiaro che sia il ministro degli Esteri, Gentiloni, come la ministra della Difesa, Pinotti, premono invece per un rapido intervento.
Sarebbe però ora che il popolo italiano – tramite il Parlamento – si interrogasse, prima di intraprendere un’altra guerra contro la Libia. Infatti, se c’è un popolo che la Libia odia, siamo proprio noi che, durante l’occupazione coloniale, abbiamo impiccato o fucilato centomila libici. A questo dobbiamo aggiungere la guerra del 2011 contro Gheddafi per “esportare la democrazia”, ma in realtà per mettere le mani sull’oro ‘nero’ di quel paese. Come conseguenza, abbiamo creato il disastro, facendo precipitare la Libia in una spaventosa guerra civile, di tutti contro tutti, dove hanno trovato un terreno fertile i nuclei fondamentalisti islamici. Con questo passato, abbiamo, noi italiani, ancora il coraggio di intervenire alla testa di una coalizione militare?
Il New York Times del 26 gennaio scorso afferma che gli USA da parte loro, sono pronti ad intervenire. Per cui possiamo ben presto aspettarci una guerra. Questo potrebbe anche spiegare perché in questo periodo gli USA stiano dando all’Italia armi che avevano dato solo all’Inghilterra. L’Italia sta infatti ricevendo dagli USA missili e bombe per armare i droni Predator MQ-9 Reaper, armi che ci costano centinaia di milioni di dollari. Non dimentichiamo che la base militare di Sigonella (Catania) è oggi la capitale mondiale dei droni usati oggi anche per spiare la Libia. L’Italia non solo riceve armi, ma a sua volta ne esporta tante soprattutto all’Arabia Saudita e al Qatar, che armano i gruppi fondamentalisti islamici come l’ISIS. I viaggi di Renzi lo scorso anno in quei due paesi hanno propiziato la vendita di armi. Questo in barba alla legge 185 che proibisce al governo italiano di vendere armi a paesi in guerra e che non rispettano i diritti umani. L’Arabia Saudita non rispetta i diritti umani e fa la guerra in Yemen.
Per cui diventa pura ipocrisia per l’Italia intervenire militarmente in Libia per combattere l’Isis, quando appare chiaro che siamo noi ad armarlo. E’ così che siamo noi a creare i mostri e poi facciamo nuove guerre per distruggerli. “La guerra – ha detto recentemente Papa Francesco – è proprio la scelta per le ricchezze. Facciamo armi: così l’economia si bilancia un po’ e andiamo avanti con il nostro interesse. C’è una brutta parola del Signore. Maledetti coloro che operano per la guerra, che fanno le guerre: sono maledetti, sono delinquenti!”.
Basandoci su questa lettura sapienziale, dobbiamo dire NO a questa nuova guerra contro la Libia. Quello che ai poteri forti interessa non è la tragica situazione del popolo libico, ma il petrolio di quel paese. Dobbiamo tutti mobilitarci!
In questo momento così grave è triste vedere il movimento per la pace frantumato in mille rivoli. Oseremo metterci tutti insieme per esprimere con un’unica voce il nostro NO alla guerra contro la Libia, un NO a tutte le guerre che insanguinano il nostro mondo. E’ possibile un incontro a Roma di tutte le realtà di base per costruire un coordinamento o un Forum nazionale contro le guerre? E’ possibile pensare a una Manifestazione Nazionale contro tutte le guerre, contro la produzione bellica italiana, contro la vendita di armi all’Arabia Saudita e al Qatar, in barba alla legge 185? E contro le nuove bombe atomiche in arrivo all’Italia, le B61-12. E’ possibile pensare a una Perugia-Assisi 2016, retaggio storico di Capitini, sostenuta e voluta da tutto il movimento per la pace?
Smettiamola di ‘farci la guerra’ l’un con l’altro e impariamo a lavorare in rete contro questo Sistema di morte. “La guerra – ha detto recentemente Papa Francesco – è un affare. I terroristi fabbricano armi? Chi dà loro le armi? C’è tutta una rete di interessi, dove dietro ci sono i soldi o il potere. Io penso che le guerre sono un peccato, distruggono l’umanità, sono la causa di sfruttamento, traffici di persone. Si devono fermare”.
Padre Alex Zanotelli
L’Italia, dal canto suo, ha già trasferito a Trapani quattro cacciabombardieri AMX pronti a intervenire. Il nostro paese – così sostiene il governo Renzi – attende però per intervenire l’invito del governo libico di unità nazionale, presieduto da Fayez el Serray. E altrettanto chiaro che sia il ministro degli Esteri, Gentiloni, come la ministra della Difesa, Pinotti, premono invece per un rapido intervento.
Sarebbe però ora che il popolo italiano – tramite il Parlamento – si interrogasse, prima di intraprendere un’altra guerra contro la Libia. Infatti, se c’è un popolo che la Libia odia, siamo proprio noi che, durante l’occupazione coloniale, abbiamo impiccato o fucilato centomila libici. A questo dobbiamo aggiungere la guerra del 2011 contro Gheddafi per “esportare la democrazia”, ma in realtà per mettere le mani sull’oro ‘nero’ di quel paese. Come conseguenza, abbiamo creato il disastro, facendo precipitare la Libia in una spaventosa guerra civile, di tutti contro tutti, dove hanno trovato un terreno fertile i nuclei fondamentalisti islamici. Con questo passato, abbiamo, noi italiani, ancora il coraggio di intervenire alla testa di una coalizione militare?
Il New York Times del 26 gennaio scorso afferma che gli USA da parte loro, sono pronti ad intervenire. Per cui possiamo ben presto aspettarci una guerra. Questo potrebbe anche spiegare perché in questo periodo gli USA stiano dando all’Italia armi che avevano dato solo all’Inghilterra. L’Italia sta infatti ricevendo dagli USA missili e bombe per armare i droni Predator MQ-9 Reaper, armi che ci costano centinaia di milioni di dollari. Non dimentichiamo che la base militare di Sigonella (Catania) è oggi la capitale mondiale dei droni usati oggi anche per spiare la Libia. L’Italia non solo riceve armi, ma a sua volta ne esporta tante soprattutto all’Arabia Saudita e al Qatar, che armano i gruppi fondamentalisti islamici come l’ISIS. I viaggi di Renzi lo scorso anno in quei due paesi hanno propiziato la vendita di armi. Questo in barba alla legge 185 che proibisce al governo italiano di vendere armi a paesi in guerra e che non rispettano i diritti umani. L’Arabia Saudita non rispetta i diritti umani e fa la guerra in Yemen.
Per cui diventa pura ipocrisia per l’Italia intervenire militarmente in Libia per combattere l’Isis, quando appare chiaro che siamo noi ad armarlo. E’ così che siamo noi a creare i mostri e poi facciamo nuove guerre per distruggerli. “La guerra – ha detto recentemente Papa Francesco – è proprio la scelta per le ricchezze. Facciamo armi: così l’economia si bilancia un po’ e andiamo avanti con il nostro interesse. C’è una brutta parola del Signore. Maledetti coloro che operano per la guerra, che fanno le guerre: sono maledetti, sono delinquenti!”.
Basandoci su questa lettura sapienziale, dobbiamo dire NO a questa nuova guerra contro la Libia. Quello che ai poteri forti interessa non è la tragica situazione del popolo libico, ma il petrolio di quel paese. Dobbiamo tutti mobilitarci!
In questo momento così grave è triste vedere il movimento per la pace frantumato in mille rivoli. Oseremo metterci tutti insieme per esprimere con un’unica voce il nostro NO alla guerra contro la Libia, un NO a tutte le guerre che insanguinano il nostro mondo. E’ possibile un incontro a Roma di tutte le realtà di base per costruire un coordinamento o un Forum nazionale contro le guerre? E’ possibile pensare a una Manifestazione Nazionale contro tutte le guerre, contro la produzione bellica italiana, contro la vendita di armi all’Arabia Saudita e al Qatar, in barba alla legge 185? E contro le nuove bombe atomiche in arrivo all’Italia, le B61-12. E’ possibile pensare a una Perugia-Assisi 2016, retaggio storico di Capitini, sostenuta e voluta da tutto il movimento per la pace?
Smettiamola di ‘farci la guerra’ l’un con l’altro e impariamo a lavorare in rete contro questo Sistema di morte. “La guerra – ha detto recentemente Papa Francesco – è un affare. I terroristi fabbricano armi? Chi dà loro le armi? C’è tutta una rete di interessi, dove dietro ci sono i soldi o il potere. Io penso che le guerre sono un peccato, distruggono l’umanità, sono la causa di sfruttamento, traffici di persone. Si devono fermare”.
Padre Alex Zanotelli
lunedì 8 febbraio 2016
Voucher sociali per ricoveri di sollievo
Da oggi a Calcinato è possibile inoltrare la domanda per ricevere il voucher sociale “per ricoveri di sollievo temporanei per anziani non autosufficienti e disabili gravi”. Possono accedervi i cittadini disabili anziani di età non inferiore a 65 anni non autosufficienti, assistiti a domicilio con totale inabilità e con diritto all’indennità di accompagnamento nonché i disabili gravi con totale inabilità tra i 18 e 64 anni.
La misura di aiuto è rivolta alle famiglie per sostenere gli oneri di ricoveri di sollievo presso strutture residenziali o semiresidenziali di carattere socio-sanitario. Naturalmente i richiedenti devono appartenere ad un nucleo familiare con reddito Isee non superiore a 17 mila 500 euro, al netto delle detrazioni. Il valore del buono è di 20 euro giornalieri per l’ammissione nei servizi residenziali e di 10 per l’ammissione nei servizi semiresidenziali. Il voucher e’ concesso fino ad un massimo di 60 giorni di ricovero o frequenza ed e’ liquidato a seguito di presentazione al comune di copia della fattura degli oneri sostenuti.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’ufficio servizi sociali del Comune ai numeri 030/9989221-9989236-9989245.
La misura di aiuto è rivolta alle famiglie per sostenere gli oneri di ricoveri di sollievo presso strutture residenziali o semiresidenziali di carattere socio-sanitario. Naturalmente i richiedenti devono appartenere ad un nucleo familiare con reddito Isee non superiore a 17 mila 500 euro, al netto delle detrazioni. Il valore del buono è di 20 euro giornalieri per l’ammissione nei servizi residenziali e di 10 per l’ammissione nei servizi semiresidenziali. Il voucher e’ concesso fino ad un massimo di 60 giorni di ricovero o frequenza ed e’ liquidato a seguito di presentazione al comune di copia della fattura degli oneri sostenuti.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’ufficio servizi sociali del Comune ai numeri 030/9989221-9989236-9989245.
domenica 7 febbraio 2016
Buoni sociali per persone non autosufficienti
Da lunedì 8 febbraio a Calcinato le famiglie interessate ad accedere al buono sociale per anziani non autosufficienti e per persone con disabilità grave assistiti a domicilio possono inoltrare la domanda all’ufficio servizi sociali del Comune.
La misura è riservata ai cittadini disabili anziani di età non inferiore a 65 anni non autosufficienti assistiti a domicilio con totale inabilità con diritto all’indennità di accompagnamento, i disabili gravi di età compresa tra i 18 e 64 anni.
Naturalmente i richiedenti devono appartenere ad un nucleo familiare con reddito Isee non superiore a 12 mila euro. Il valore del buono può essere di 300 euro o 200 euro mensili, a seguito di apposita valutazione del servizio sociale e la concessione sarà subordinata alla sottoscrizione di un progetto assistenziale tra servizio sociale comunale, anziano richiedente e familiare che presta le cure.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’ufficio servizi sociali del Comune ai numeri 030/9989221- 9989236 – 9989245.
sabato 6 febbraio 2016
Lunedì in municipio assemblea sulla discarica
Per
illustrare alla cittadinanza le ragioni del proprio no
all’ampliamento della discarica di rifiuti speciali di via
Cavicchione in frazione Calcinatello, il Comune di
Calcinato ha organizzato un incontro pubblico per lunedì 8 febbraio
alle ore 20.30 nella sala consiliare del municipio.
Nel corso verranno spiegate le ragioni dell'opposizione, già esposte giovedì scorso alla Conferenza dei Servizi che si svolta nei locali della Regione a Milano.
Pareri negativi sono giunti anche dai Comuni di Montichiari, Castenedolo, Mazzano e Bedizzole, mentre la Provincia ha segnalato criticità di natura tecnica e impiantistica. Il progetto prevede l'innalzamento della quota di due vasche, già colmate, per lo smaltimento di un ulteriore quantitativo di rifiuti speciali pari a circa 180 mila metri cubi, e il riempimento di un nuovo bacino con 400 mila metri cubi di rifiuti. Chiesta dalla ditta anche l'estensione ad altre 461 tipologie la gamma dei rifiuti, con il conferimento giornaliero di oltre 600 tonnellate di scarti per un totale di 50 transiti di mezzi pesanti per una durata di 4 anni.
Nel corso verranno spiegate le ragioni dell'opposizione, già esposte giovedì scorso alla Conferenza dei Servizi che si svolta nei locali della Regione a Milano.
Pareri negativi sono giunti anche dai Comuni di Montichiari, Castenedolo, Mazzano e Bedizzole, mentre la Provincia ha segnalato criticità di natura tecnica e impiantistica. Il progetto prevede l'innalzamento della quota di due vasche, già colmate, per lo smaltimento di un ulteriore quantitativo di rifiuti speciali pari a circa 180 mila metri cubi, e il riempimento di un nuovo bacino con 400 mila metri cubi di rifiuti. Chiesta dalla ditta anche l'estensione ad altre 461 tipologie la gamma dei rifiuti, con il conferimento giornaliero di oltre 600 tonnellate di scarti per un totale di 50 transiti di mezzi pesanti per una durata di 4 anni.
giovedì 4 febbraio 2016
Discarica Gedit: oggi la Conferenza dei Servizi
Stamattina alle ore 10.30 in Regione
a Milano si terrà la
Conferenza dei Servizi per valutare il
progetto con il quale la ditta Gedit chiede l’ampliamento della
discarica di rifiuti speciali di via Cavicchione a Calcinatello, si
allarga la mobilitazione in paese.
Dopo
l'assemblea ecologista di Bene Comune, interviene ora l'assessore
all'ambiente Stefano Vergano, il quale illustra “le motivazioni per
cui esprimeremo parere negativo e contrario, contenute in una
delibera della giunta municipale del 26 gennaio. Intanto il progetto
di ampliamento è posto a meno di 200 metri dal centro abitato”,
distanza richiesta dai criteri localizzativi contenuti dalla
normativa. “Inoltre nella integrazione presentata a ottobre si
prevede il conferimento di ben 461 tipologie di codici Cer di cui 145
di tipo pericoloso, tra i quali alcuni con potenziali rischio di
contenere amianto (da ciò consegue il necessario rispetto della
distanza minima di 500 metri dagli ambiti residenziali)”.
C'è
poi il fattore di pressione: “il territorio è ben oltre il limite
previsto dall’attuale normativa regionale e la realizzazione
comporterebbe un ulteriore aggravamento. Si aggiunga che nell'aria ci
sono condizioni di criticità, connesse principalmente a non
conformità rispetto a limiti tecnico-normativi e comparativi, sia in
termini di PM10, sia in termini di emissioni di inquinanti in
atmosfera. L’area è poi caratterizzata da problematiche di impatto
odorigeno, testimoniate dalle numerose segnalazioni di disturbo
olfattivo da parte dei residenti; lo studio modellistico condotto dal
proponente non ha preso in considerazione il territorio circostante e
gli impatti cumulativi derivanti dalla realizzazione del progetto.
Per quanto concerne poi la falda, gli studi ne evidenziano un
aumento, con potenziali conseguenze sul trasporto degli inquinanti
emessi dai rifiuti. Infine uno studio di valutazione dell’impatto
sulla salute pubblica del progetto di ampliamento di una discarica
presentato dalla stessa Gedit evidenzia che l’area della
popolazione di ben tre comuni (Calcinato, Bedizzole e Mazzano) è già
caratterizzata da un rischio più alto per alcune patologie
(specialmente respiratorie) rispetto ad altre contermini e ai dati
generali della regione; dunque l’ampliamento potrebbe contribuire a
incrementare i rischi di un’area che la stessa ditta riconosce già
caratterizzata da condizioni di criticità per la salute dei
cittadini”.
Per questi motivi,
l'amministrazione comunale di Calcinato - che ha fissato un incontro
pubblico per lunedì 8 febbraio alle ore 20.30 in municipio - confida
nel rigetto del progetto di ampliamento in Regione.
mercoledì 3 febbraio 2016
A Iseo una mostra per Joe Hill
“Dove
i lavoratori difendono i loro diritti/ là trovi Joe Hill” cantava
a Woodstock Joan Baez immortalando la storia di una delle menti
migliori del movimento operaio statunitense, l'immigrato svedese Joe
Hill.
A
questo martire della lotta per i diritti dei più poveri, giustiziato
dal governo americano nel 1915 a soli 36 anni, è dedicata al Circolo
dei Lavoratori di vicolo della Pergola 7 a Iseo la mostra artistica
del pittore bergamasco Bruno Zoppetti, che insegna al liceo artistico
Olivieri
di Brescia.
A ricordare il grande attivista e cantautore, in esposizione c'è un
polittico composto da nove quadri, attorniato da una ventina di altri
lavori di piccolo formato fra carte e intelate: il ritratto di Hill,
quello del sindacalista Ralph Chaplin e dei folksinger americani Pete
Seeger, Joan Baez, Phil Ochs, Woody Guthrie e Leadbelly, artisti
accomunati dall'impegno sociale, ma anche di icone del movimento
libertario come Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.
Obiettivo dichiarato dell'esposizione, organizzata in collaborazione con l'associazione di arte e musica Nistoc, è quello di sottolineare attraverso i ritratti di questi personaggi, il forte legame che c'è tra l'ispirazione musicale e l'impegno sociale. Emblematica in questo senso la figura di un eroe popolare diventato da allora il simbolo delle lotte per la giustizia e l'uguaglianza. La sua leggenda fu amplificata dalle numerose canzoni che scrisse durante la sua attività itinerante: raccolte nell' “Iww Little Red Songbook”, già allora fecero il giro del mondo mostrando la dura e combattiva vita dei militanti dell'Industrial Workes of the World, i famosi wobblies, proletari ribelli all'oppressione e allo sfruttamento.
Obiettivo dichiarato dell'esposizione, organizzata in collaborazione con l'associazione di arte e musica Nistoc, è quello di sottolineare attraverso i ritratti di questi personaggi, il forte legame che c'è tra l'ispirazione musicale e l'impegno sociale. Emblematica in questo senso la figura di un eroe popolare diventato da allora il simbolo delle lotte per la giustizia e l'uguaglianza. La sua leggenda fu amplificata dalle numerose canzoni che scrisse durante la sua attività itinerante: raccolte nell' “Iww Little Red Songbook”, già allora fecero il giro del mondo mostrando la dura e combattiva vita dei militanti dell'Industrial Workes of the World, i famosi wobblies, proletari ribelli all'oppressione e allo sfruttamento.
La mostra rimarrà
aperta fino al 12 marzo e può essere visitata tutti i giorni dalle
10 alle 13 e dalle 14 alle 19.30 con ingresso gratuito.
martedì 2 febbraio 2016
Noterelle sul diritto all'istruzione in paese
Il
nuovo piano per l'attuazione del diritto allo studiodel comune di Calcinato ricalca
sostanzialmente quelli che lo hanno preceduto. Pur confermando la
tradizione di un sostanzioso impegno dell'amministrazione comunale in
questo settore di importanza strategica, si avverte una tendenza al generale, costante aumento di contributi economici ad
integrazione delle rette, al quale corrisponde una altrettanto
costante diminuzione degli investimenti per il diritto allo
studio in generale.
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