Dopo una breve
presentazione del sindaco Marika Legati, l’assessore Stefano Vergano ha
ricostruito dettagliatamente gli eventi accaduti a partire dall’episodio del 28
agosto, quando fu rinvenuta in un terreno adiacente tale azienda una palude di
liquami che erano giunti fin sotto il sedime autostradale oltrepassandolo poi nell’area
a sud del tracciato.
Vergano ha informato che “alla luce
dei parametri analizzati da Arpa dopo aver effettuato i campionamenti delle
sostanze sversate, non vi sono elementi di pericolosità ambientale; Arpa
evidenzia comunque una serie di criticità e inottemperanze oltre ad alcune
proposte prescrizioni che potrebbero impattare sul riesame delle autorizzazioni
attualmente in corso”.
Dai numerosi interventi dei
cittadini è emerso che il problema degli odori molesti persiste in zona da
molto tempo. “In
estate non si può dormire con le finestre aperte e siamo costretti all’insonnia
per la forte puzza di fogna che abbiamo in casa” ha lamentato una mamma. Un’altra problematica emersa è correlata con il traffico intenso sulla
strada di collegamento, quotidianamente percorsa da decine di automezzi trattori e
autocisterne, e su questo è allo studio la realizzazione di una
strada alternativa alla attuale.
Sull’emergenza che
stanno vivendo sono tornati, anche con toni accesi, diversi altri residenti che
hanno chiesto una solerte soluzione del problema.
Il sindaco Marika Legati
ha informato che, in seguito all’apertura della procedura di verifica, si è
aperto il tavolo di confronto ai sensi della normativa vigente in
materia. Al vertice hanno partecipato,
oltre al primo cittadino, i rappresentanti di Arpa, Provincia, Asl e
dell’azienda.
“Abbiamo
stabilito – ha comunicato il sindaco -
che l’azienda entro il 20 novembre deve presentare agli enti coinvolti
nel tavolo una proposta di progetto volto al miglioramento strutturale
dell’impianto che gestisce. In seguito la Provincia convocherà una Conferenza dei servizi,
alla quale l’azienda la presenterà, ciascuno esprimerà le proprie valutazioni e
poi ancora la Provincia deciderà in tempi brevi nel merito”.
Nel corso della
serata è intervenuto a più riprese anche il proprietario dell’azienda, l’ing.
Giuseppe Giustacchini, che ha ricostruito la storia dell’impianto, “autorizzato
nel 1998 e aperto nel 1999”, ricordando
come ancor oggi “a fronte dello scarico di circa 50 metri cubi al giorno di
acque depurate pagando regolarmente la tariffa, in virtù di una convenzione la
ditta ritira e smaltisce gratuitamente i fanghi dei depuratori del Comune”.
Ha poi assicurato
che l’attività in esso realizzata consiste nel “trattamento di scarti
certificati come non pericolosi; non vi è quindi alcun rischio per la salute e
dall’azienda non esce niente di nocivo. Siamo reperibili dal comune
telefonicamente 24 ore al giorno e inoltre abbiamo installato una centralina
meteo che ci consente di sapere se e quando siano da attribuire a noi tali
emissioni”.
Stimolato dalle
incalzanti domande dei cittadini, l’imprenditore ha risposto con accuratezza e
non si è detto contrario alla possibilità che venga istituita dal Comune una
commissione di controllo e sorveglianza sul sito.
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