mercoledì 12 giugno 2013

"...ancora vaghe idee di socialismo..."

Mi dispiace di dover ancora una volta respingere inesatte interpretazioni del pensiero nostro nei rapporti che passano fra Patria e partito. Sulla spinosa questione ho parlato in decine di comizi e soprattutto ho scritto in parecchi giornali, e recentemente sulla «Critica Sociale» chiarendo tutte le mie idee in proposito. Una cosa soltanto è da deplorare per parte nostra: che il proletariato e il Partito socialista italiano non sappiano in questo momento affermare la propria risoluzione di insorgere contro ogni guerra; perché così soltanto si preparerebbe la risurrezione dell'Internazionale, nella quale è la vera, l'unica libertà, del proletariato di tutte le patrie.
Nessuno mi può rimproverare mascheramento o incoerenza di pensiero. Per noi patria ha esclusivamente significato se equivalga a libertà, ad autonomia di un popolo che vuole dettarsi proprie leggi. Per ciò ci è indifferente se vuol dire semplicemente sostituire un padrone a un altro eguale per la classe lavoratrice; ci interessa e possiamo combattere soltanto se ci si annuncia una servitù maggiore quando il padrone porti anche la dominazione di una razza su di un'altra. (...) Perciò quindi anche non esiste per noi una sola patria come sembra a voi, ma noi siamo per la libertà di tutte le patrie, a cominciare da quelle che noi abbiamo violate: la Tripolitania e la Cirenaica. Sopra tutto poi in questo momento non vogliamo fare il vostro giuoco; Voi ci invitate alla difesa della patria, mentre si tratta soltanto di vedere se si deve fare la guerra all'Austria creando nuovi irredentismi.
(Giacomo Matteotti, in Atti del Consiglio provinciale di Rovigo. Sessione straordinaria, tornata del 19 marzo 1915, Rovigo, 1916, p. 10).

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