lunedì 15 novembre 2010

SULLA GRU





AI MIGRANTI SULLA GRU
ALLE LORO COMUNITÀ
ALLE AUTORITÀ CITTADINE
ALLA POPOLAZIONE TUTTA

Riflettiamo su quanto sta accadendo a Brescia.

Una città blindata, una città divisa, una città confusa che, sulle scelte che farà, scriverà il
proprio futuro.

Un malessere costante pervade la coscienza di tutti e divide sempre più le persone tra due fronti:
accoglienza e rifiuto.

Nel nostro Paese una legge iniqua ha introdotto il reato di clandestinità, colpendo tanti uomini e

Così come hanno fatto molti nostri padri, molti nostri nonni.

Il malessere ora ha preso forma e diventa considerevole davanti alla gru.

Solo ora che la situazione è divenuta drammatica.

E’ evidente oggi, da quanto accade, che non c’è un pensiero costruttivo sulla migrazione.
Manca la prospettiva e si coltiva l’illusione che la migrazione sia un fenomeno che si ridurrà, fino a cessare, con un efficace controllo del territorio.

Non sarà così.

Ma non è ancora troppo tardi per RIAPRIRE IL DIALOGO , sapendo che ogni autentica lotta – che miri alla giustizia e all’uguaglianza - ha bisogno di durata, di pazienza, ma soprattutto di forza.

Per noi, dell’immensa forza della nonviolenza.

Che non è passività, ma opposizione convinta e attiva all’ingiustizia e alla disuguaglianza.

Vanno individuati obiettivi raggiungibili, occorrono dialogo, coinvolgimento il più ampio possibile degli interlocutori e della cittadinanza, ricerca di mediazioni fondate, di terreni d’incontro.

RICORDIAMO CHI C'È SULLA GRU DA SABATO 30 OTTOBRE NEL CANTIERE DI
PIAZZALE CESARE BATTISTI?

Essere umani, non eroi, vittime di una sanatoria discriminante per categorie che ha privilegiato, per il bisogno delle nostre famiglie: il lavoro domestico e le badanti necessarie al lavoro di cura delle persone che amiamo e ha dimenticato tutto il resto che chiedeva di uscire dal sommerso.

Da un anno e mezzo stiamo manifestando la nostra netta contrarietà al “pacchetto sicurezza” e ai profondi guasti e le terribili ingiustizie che stanno scaturendo dalle politiche discriminatorie di
chi ci sta governando e che sono all’origine di ciò che sta succedendo oggi a Brescia.

SIAMO SULLA STESSA BARCA

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