giovedì 21 settembre 2023

Altri rifiuti sul confine?

Su richiesta dell’amministrazione comunale di Bedizzole è stata spostata dal 21 settembre prima al 25 e poi al 2 ottobre la Conferenza dei Servizi decisoria organizzata dalla Provincia di Brescia per discutere l procedimento per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale concernente il progetto di modifica dell’impianto di smaltimento di rifiuti non pericolosi da tempo in funzione in località Cascina Nova Locatelli, appunto sul territorio di Bedizzole ma sul confine con il comune di Calcinato.
L’appuntamento è fissato da remoto per le ore 9.30. L’esame della documentazione ed il confronto fra le parti (azienda, Arpa, enti locali e, naturalmente, amministrazione provinciale) sarà finalizzato alla pronuncia di compatibilità ambientale e all’autorizzazione integrata ad essa relativa.
Noto agli addetti ai lavori con “landfill mining”, il processo tecnologico che la ditta proponente - la Haiki Mines spa - intende realizzarvi consiste nella rimozione dei rifiuti dalla vasca esistente, con la installazione di un nuovo impianto per la messa in riserva e il trattamento di tali rifiuti, mentre quelli non valorizzabili saranno ricollocati nella medesima vasca, la quale potrà anche riempita con altri rifiuti speciali - sempre non pericolosi - fino al raggiungimento di una volumetria pari a ulteriori 712 mila metri cubi.
Oltre all’intervento sulla discarica che consiste nell’escavazione dei rifiuti depositati e nel loro successivo trattamento finalizzato alla separazione e selezione delle diverse componenti destinate ad essere successivamente gestite in modo differenziato, il processo in corso di autorizzazione prevede anche la produzione di combustibile solido secondario, ottenuto dalla componente secca di tali rifiuti.
Alla Conferenza dei Servizi sono stati invitati in qualità di uditori anche i rappresentanti del Comitato Cittadini, che da tempo si batte per la salvaguardia dell’ambiente nella zona. Da queste parti sono in tanti a temere - come loro - l’ennesimo via libera, in un’area geografica da decenni già pesantemente martoriata da cave, discariche, problemi odorigeni, alta velocità ferroviaria, impianti e realtà di trattamento rifiuti ad elevato impatto ambientale.

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