martedì 4 aprile 2023

Sulla chiusura di Chat GPT in Italia

Pensavamo di vivere nel nuovo millennio e, invece, ci stiamo sempre più rendendo conto che il Medioevo non è mai stato così vicino.
Se qualcuno volesse prendere le parti dell’età di mezzo, dicendo che, nel '300, Dante correva meno rischi nell’innovare il pensiero, potremmo anche dargli ragione.
Da qualche ora il famoso chat bot denominato Chat Gpt è stato reso inutilizzabile nel nostro paese. OpenAi, l’azienda sviluppatrice del modello di chat bot basato sull’intelligenza artificiale, ha infatti dichiarato di aver disabilitato ChatGpt per gli utenti in Italia su richiesta del Garante della Privacy. 
La motivazione ufficiale dell'autorità statale segnala l’uso improprio dei dati personali del sito incriminato, ma questa sembra essere più una scusa mal pensata che una giustificazione reale, in quanto la prostituzione dei nostri dati personali da anni la si paga poco e senza troppi timori partendo dai social network, passando alle applicazioni sui cellulari, fino agli innumerevoli assistenti vocali; del resto, il mare magnum di leggi disordinate e l’intrinseca impossibilità di un controllo totale su internet sono vicende note da tempo ed è impossibile una soluzione che accontenti tutti.
Con la decisione unilaterale di chiudere il sito di Chat Gpt, si è fatto un torto alla cultura e all’informazione, non si capisce se per paura o per ignoranza, complice il fatto che ormai spesso le due cose passeggiano insieme. 
Questo provvedimento si configura come un grande precedente nella limitazione della libertà di pensiero. 
Chiudere ChatGbT è stato come chiudere Wikipedia, che inizialmente - tutti lo ricordiamo - veniva denigrata quanto qualsiasi altra innovazione da chi l’innovazione non la capiva. 
Oggi chiudere Chat Gpt significa chiudere un’altra fonte di informazione, imperfetta ma accessibile a tutti. 
Se possiamo concordare con i rischi, non possiamo però essere d’accordo con il metodo illiberale con cui si è applicato il blocco. Queste decisioni, infatti, possono essere assunte e, anzi, devono essere prese in seguito a una attenta analisi e a un giusto processo, se emergono evidenze oggettive di azioni scorrette.
La volontà degli organi dirigenti deve essere quella di indirizzare il progresso su strade sicure, ponendo limiti e dando multe all’occasione, mai troncando di netto il cammino.
Non avrei mai pensato di conoscere il luddismo, se non sui libri di storia o su Wikipedia, invece questo movimento di protesta che sabota il progresso sembra essere ancora in auge. 
La paura del nuovo è ostacolata dalla mancanza di comprensione, atteggiamento ormai noto ma irrisolto. 
Chat Gpt nasconde di certo insidie e pericoli ma, come tutte le innovazioni, anch'esso deve essere studiate, capito e protetto, tutelando anche i fruitori che privi di anticorpi potrebbero farne un uso improprio. 
La soluzione, però, non è mai stata l’oscurantismo, ma la cultura, l’insegnamento e la consapevolezza dei mezzi che vengono utilizzati.
Le rivoluzioni fanno paura, ma una strada la trovano sempre: in questo caso basta una VPN.
Gerardo Alessi, esperto informatico

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