lunedì 29 agosto 2022

Anna Maria Morelli, magnifica ragazza del secolo scorso

Cento anni fa nasceva Anna Maria Morelli, una fra le più fulgide figure del Novecento calcinatese, scomparsa il 30 giugno 2020.
Originaria a Montecatini Terme, figlia del noto generale di corpo d'armata Antonio, la Morelli era cresciuta con la famiglia in diverse città del Nord, fino ad approdare a Calcinato alla vigilia della guerra. A Brescia durante il secondo conflitto mondiale si formò, non solo culturalmente, presso i Padri della Pace, realtà che animò la feconda fucina dell'antifascismo bresciano.
Durissimo il prezzo pagato dalla sua famiglia per l’impegno in difesa della libertà. Per aver nascosto armi nel brolo di casa, il fratello Giovanni verrà catturato dai nazisti e deportato a Mauthausen, lager dove morirà di stenti e sevizie l'11 febbraio 1945; nello stesso campo di concentramento fu internato anche il padre, che riuscì a sopravvivere a quella tragedia. Nel corso di una perquisizione dell'abitazione l'altro fratello Giulio si dette alla fuga, mentre lei stessa con la madre fu arrestata e imprigionata nel novembre 1944: prima a Villa Feltrinelli (in via Panoramica), poi nel carcere di Canton Mombello (dopo una sentenza del Tribunale Speciale di Bergamo), dal quale uscirà il 25 aprile 1945. Fiera e indomita, mai ebbe parole di rancore per i suoi aguzzini.
Sposatasi in paese con l'imprenditore Santo Mendini, dal quale avrà i tre figli Gianni, Antonio e Maria, Anna Maria Morelli nel dopoguerra lavorò come maestra elementare a Calcinato, fino al raggiungimento della pensione a metà degli anni Settanta. La sua qualità principale era l’intelligenza: la possedeva, la usava, la generava, con tenerezza e grazia commoventi. Con lei a scuola ci fu una rivoluzione gentile e risoluta: in aula e sul territorio anticipò con notevolissimi risultati i contenuti e le tecniche della pedagogia moderna, introducendo in classe strumenti e metodi di insegnamento all’avanguardia per quegli anni, dalla scrittura collettiva all’inchiesta giornalistica, dall’educazione ambientale all’insiemistica.
Fra i suoi incarichi istituzionali si segnala la presidenza della Casa di riposo dal 1966 al 1972, periodo in cui fu realizzata la nuova ala nord che lei stessa inaugurò il 4 gennaio 1970. Dopo la scomparsa del marito aveva lasciato la casa di famiglia in via Garibaldi per ritirarsi in una piccola abitazione attigua alla chiesa parrocchiale, dove sino alla fine dei suoi giorni coltivò con saggezza la memoria storica leggendo, studiando e scrivendo assiduamente.

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