Non si è fatta attendere la presa di posizione del coordinamento No Tav Brescia-Verona sulle 22 prescrizioni che a Roma il ministero dell’ambiente ha imposto a Cepav 2 rispetto al progetto per la realizzazione di questa tratta ferroviaria.
Prescrizioni senza assolvere le quali il progetto non supererà la verifica d’ottemperanza e quindi il consorzio non potrà accedere al Cipe per ottenere lo sblocco dei finanziamenti.
Le prescrizioni riguardano alcuni dei punti critici da tempo sottolineati dal movimento ambientalista radicatosi in questi ultimi mesi fra il Garda e la città: “le interferenze col bacino idrico del laghetto del Frassino e le falde acquifere, gli impatti sulle aziende agricole, la durata dei cantieri localizzati nei pressi di parchi naturali, le interferenze con le industrie a rischio d’incidente rilevante”.
Ora il consorzio avrà 120 giorni di tempo per risolvere le criticità individuate e risolvere le prescrizioni: quindi con tutta probabilità si dilateranno ancora i tempi previsti per l’apertura dei cantieri di questa nuova grande opera pubblica.
“Sicuramente il ritardo che si andrà producendo non può che essere inteso come una buona notizia” sottolineano i No Tav. “Ma, a differenza di quanto riportato da alcuni giornali, non si tratta in alcun modo di uno stop alla realizzazione dell’opera. Anzi, su questo punto bisogna fare attenzione e non essere tratti in inganno. Siamo stati abituati negli anni a vedere bypassate in ogni modo leggi e regole: troppo forti le pressioni della lobby delle grandi opere e leggi e decreti ad hoc sappiamo che sono sempre dietro l’angolo (vedi la “legge obiettivo” e il decreto “Sblocca Italia”)”.
Secondo il movimento “i ritardi che il progetto sta incontrando s0no dovuti, al di là delle dichiarazioni ufficiali, all’assoluta mancanza di fondi e alla capacità che i comitati hanno avuto nel mettere in difficoltà i favorevoli all’opera attraverso la mobilitazione popolare”.
“Per questo motivo – preannunciano i No Tav - non abbasseremo la guardia, continuando a denunciare l’inutilità di quest’opera devastante e l’illegittimità di questa procedura d’approvazione. Proseguiremo quindi il nostro percorso d’opposizione convinti che vincere è possibile, preparandoci ad un autunno intenso di lotta e mobilitazione in difesa del nostro territorio”.
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