A
150 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Lewis Carroll, da oggi alle ore 11.30 e poi ogni sabato fino al prossimo 12 settembre Aldo Busi leggerà
integralmente su Radio3Rai la sua impareggiabile traduzione del classico per
grandi e piccini "Alice nel paese delle meraviglie", uscita nel
lontano 1993 da Feltrinelli e oggi rintracciabile in libreria nella collana Bur
della Rizzoli (272 pagine, 10 euro, con testo originale a fronte) arricchito
dalle note e dalla postfazione curate da Carmen Covito.
Busi presenterà il testo agli ascoltatori nell'edizione speciale del programma "Ad alta
voce", dedicato ai grandi libri della letteratura di ogni tempo. La
popolare storia di Carroll verrà proposta con la consueta creatività
vocale, nella sua meravigliosa struttura narrativa, nello stile versatile,
nella stupefacente caratterizzazione dei personaggi, nella creazione di giochi
di parole finalmente comprensibili e gradevoli anche nella lingua italiana.
Unanimemente considerata la migliore traduzione in lingua italiana (dedicata peraltro alle nipoti: "A Eleonora, Wilma, Patrizia, Maria, Adele dallo ziochescrive"), il testo italiano è non solo divertente, ma anche attuale, con accenni espliciti al contesto culturale italiano contemporaneo (due per tutti: il riferimento a Mike Bongiorno nella parodia di "Father William" e al "brodo Star" nella traduzione di "Beautiful Soup").
La ormai classica versione dello scrittore monteclarense è uno dei long seller più inossidabili dell´editoria italiana e consente di riscoprire nella sua genuinità la popolare storia per grandi e piccini che Lewis Carroll scrisse nel lontano 1862. Sin dalle prime pagine è naturale lanciarsi allo spumeggiante inseguimento del coniglio bianco con il panciotto che sfreccia sul prato consultando un orologio da taschino. Siamo così catapultati insieme con Alice in un bizzarro mondo popolato di animali parlanti e regine irose, disseminato di pasticcini che fanno rimpicciolire le persone e dove è sempre l´ora del tè.
Riascoltare Lewis Carroll (e Busi con lui) permette di gustare, di questo capolavoro della letteratura di tutti i tempi, l´impareggiabile brio, la meravigliosa struttura narrativa, lo stile eccentrico e versatile, la stupefacente caratterizzazione dei personaggi.
Unanimemente considerata la migliore traduzione in lingua italiana (dedicata peraltro alle nipoti: "A Eleonora, Wilma, Patrizia, Maria, Adele dallo ziochescrive"), il testo italiano è non solo divertente, ma anche attuale, con accenni espliciti al contesto culturale italiano contemporaneo (due per tutti: il riferimento a Mike Bongiorno nella parodia di "Father William" e al "brodo Star" nella traduzione di "Beautiful Soup").
La ormai classica versione dello scrittore monteclarense è uno dei long seller più inossidabili dell´editoria italiana e consente di riscoprire nella sua genuinità la popolare storia per grandi e piccini che Lewis Carroll scrisse nel lontano 1862. Sin dalle prime pagine è naturale lanciarsi allo spumeggiante inseguimento del coniglio bianco con il panciotto che sfreccia sul prato consultando un orologio da taschino. Siamo così catapultati insieme con Alice in un bizzarro mondo popolato di animali parlanti e regine irose, disseminato di pasticcini che fanno rimpicciolire le persone e dove è sempre l´ora del tè.
Riascoltare Lewis Carroll (e Busi con lui) permette di gustare, di questo capolavoro della letteratura di tutti i tempi, l´impareggiabile brio, la meravigliosa struttura narrativa, lo stile eccentrico e versatile, la stupefacente caratterizzazione dei personaggi.
“Di Alice - racconta lo scrittore nella breve
introduzione al suo lavoro - si potrebbe forse dire che è il testo che non è e
pertanto il testo perfetto: esso è sempre spostato un po´ più avanti o un po´
più indietro di dove ognuno pensa di averlo colto, spesso acchiappato. E´ un
testo da inseguire e che invariabilmente ci troviamo alle spalle, che bussa,
che chiede permesso per superarci, che ha più tempo di noi e tuttavia non ha
tempo da perdere, e ognuno starà al gioco secondo il proprio passo, il proprio
ritmo, il proprio passato presente”.
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