sabato 19 marzo 2011

UNA LETTERA DAL GIAPPONE




di Yukari Saito*


Mi chiedi come reagiscono qui all'emergenza nelle centrali atomiche? I giapponesi in generale sono abbastanza realistici e meglio informati sugli effetti dannosi delle radiazioni; perciò molti hanno paura delle centrali nucleari e francamente preferirebbero non averle. E questo grazie proprio alle esperienze che ci hanno raccontato i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki. C'è un altro aspetto: il governo usa le centrali nucleari - e le basi americani - per «ricattare» gli enti locali economicamente deboli. Gli amministratori locali accettano di ospitare una centrale anche se la maggioranza degli abitanti è contraria, perché grazie agli aiuti che avranno riescono a gestire il comune. Questo fa sì che in certe zone chi si dichiara contro le centrali viene visto come una presenza dannosa alla comunità.(...) L'emergenza di questi giorni, energetica soprattutto, sta facendo emergere un aspetto tetro della politica (energetica e non) di questo paese: l'ineguaglianza tra il centro del potere e la periferia. Il caso più scandaloso mi sembra è la sospensione «programmata» della fornitura di elettricità annunciata dalla società Tepco: tocca i comuni preferici, ma non il centro di Tokyo dove gli sprechi di energia sono maggiori - con megaschermi, ascensori, scale mobili dappertutto, molti strumenti superflui o diventati indispensabili per una struttura insensata (come tantissimi grattacieli che non riescono a trovare inquilini...). Io spero trepidamente che tutta questa tragedia serva a far capire quanto l'organizzazione del mondo in cui viviamo sia stupida e inadeguata alla nostra esistenza. (...) Inoltre, l'organizzazione di questa sospensione programmata è stata davvero disastrosa. L'hanno annunciata, poi hanno deciso all'ultimo momento di non farlo ecc. rendendo alla gente impossibile organizzare la vita. Mi sembra sintomatico della natura di questa società (i rischi delle centrali alle periferie, i guadagni e la comodità al centro del potere!).(...) Non si sa cosa succederà in futuro, quindi è sicuramente preoccupante. \ le reazioni esagerate e il giornalismo sensazionale, non aiutano davvero: indurebbero facilmente le autorità a omettere informazioni che possono provocare reazioni di panico. (...) Questo incidente evidenzia alcune cose. L'impossibilità di garantire la sicurezza, i limiti dei calcoli degli ingegneri nella progettazione ovvero l'imprevedibilità dei fenomeni circostanti: non si può pretendere dai progettisti di prevedere ogni immaginabile e inimmaginabile ipotesi, tra i tipi di sisma e errori umani. Infine -questa è forse la maggiore scoperta per me - gli esperti hanno una conoscenza assai limitata in materia. Non sai quante volte sentiamo dire «non si sa», «non si capisce», «per qualche motivo non chiaro» durante le conferenze stampa e i commenti degli esperti a cui vengono chieste spiegazioni!
Se si considera tutto questo - che i nuclearisti fanno tutto per ignorare, minimizzare e non far conoscere - l'energia nucleare risulta non offrirci alcun vantaggio ma soltanto rischi.
Insomma, occorre rimettere in discussione le centrali nucleari soprattutto per evitare ogni incidente futuro. (...) Soprattutto ci vuole un po' di umiltà sui limiti delle capacità dell'essere umano.

*fondatrice del Centro di documentazione per la pace «Semi sotto la neve» di Pisa, Yukari Saito ha inviato ai compagni del movimento queste note dal Giappone dove si trova in queste ore

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