giovedì 21 giugno 2018

No Tav: un'estate in campo

Non si arrende nessuno all'ineluttabilità del passaggio della nuova linea ferroviaria ad alta velocità, nonostante la recente firma del contratto per la realizzazione dell'opera.
I comitati di tutti i comuni interessati alla tratta Brescia-Verona sono convenuti mercoledì sera alla sala civica di via Zambelli a Lonato - una scelta non casuale, visto che i primi cantieri dovrebbero aprire a poco più di un chilometro da qui - per rilanciare l'opposizione sui territori a questa nuova grande opera pubblica giudicata da tutti "inutile, dannosa, costosa e illegittima".
Erano un centinaio, fra rappresentanti di enti, associazioni, aziende ma anche semplici cittadini, determinati a lanciare per l'estate una controffensiva che porti quanto meno ad una moratoria dell'iter attuativo.
Mentre ancora pende un ricorso dei gruppi ambientalisti che hanno impugnato la delibera del Cipe n. 42 del 10 luglio 2017 (quella di approvazione del progetto definitivo, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 marzo), per Alessandra Zanini "le 309 prescrizioni in esso contenute avrebbero dovuto imporre un integrazione della valutazione di impatto ambientale".
La giovane lamenta poi "l'assenza di una Vas (valutazione di impatto ambientale strategica)” osservando che “il governo ha tentato di ovviare a questa illegittimità avviando nel dicembre 2016 la Vas sull’allegato infrastrutture che conteneva anche la Brescia-Verona, ma le Sovrintendenze l'hanno bocciata perché non erano in grado di compiere una valutazione sugli effetti sui beni culturali e architettonici, oltre che ambientale, in quanto i progetti erano troppo indefiniti”.
Fiorenzo Bertocchi invita a porre "l'attenzione sulla tempistica; una serie di colpi di mano ha portato, a due giorni dalle elezioni politiche, all'approvazione del progetto definitivo e subito dopo alla firma del contratto in contemporanea con il giuramento del nuovo governo". Pur giudicando "l'iter burocratico molto avanzato", osserva che "le 309 prescrizioni sono destinate a modificare radicalmente il progetto e il denaro stanziato coprirà a malapena il costo di realizzazione delle due gallerie, quella di Lonato e quella del Frassino".
E proprio padre Giovanni Di Maria, rettore della Comunità della Madonna del Frassino, a Peschiera, informa che i frati hanno ricevuto una lettera del general contractor sulle due prescrizioni concernenti il Santuario: "Ma il problema - dichiara il religioso - non sono solo gli affreschi della facciata esterna. Il problema è molto più grosso, per esempio c'è la viabilità: con cantieri aperti per almeno sette anni come garantire l'afflusso di pellegrini al santuario?".
Da parte sua Roberto Saleri chiede che "alle dichiarazioni con le quali alcuni politici di governo valutano la possibilità di ridiscutere il progetto, bisogna dare seguito con atti amministrativi". E rinnova un accorato appello al ministro dei trasporti Danilo Toninelli per un urgente incontro chiarificatore.
Gianni Oliosi, presidente del Consorzio del Parco delle colline moreniche, sollecita a "rilanciare la proposta dell'alta velocità sulla linea storica", mentre Giambattista Ruzzenenti, primo cittadino di Medole, anche a nome di una ventina di sindaci dell'Alto Mantovano esprime condivisione verso le azioni in corso per contrastare l'opera.
Al termine della serata Valentina Zanini comunica i contatti capillari, comune per comune, della rete di consulenza per gli espropriandi e per i frontisti interessati ad avvalersi di un collegio giuridico ad hoc e a costruire presidi di resistenza sul territorio.
Prossimo appuntamento del movimento No Tav, sempre a Lonato, per mercoledì 4 luglio. 

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