
Quello
che chiedeva il Comune di Brescia (e che noi insistiamo cortesemente che esiga anche il Comune di Calcinato) è un atto
confermativo di quanto sottolineato nella Carta Costituzionale.
Esigere una simile dichiarazione non lede la libertà di pensiero e
di associazione "dal momento che se tale libertà si spingesse
fino a fare propri i principi dell'ideologia fascista sarebbe
automaticamente e palesemente in contrasto con l'obbligo e l'impegno
al rispetto della Costituzione. Dunque avere subordinato l'accesso
agli spazi pubblici alla dichiarazione (...) non può essere
considerato contrario alla legge".
In
attesa che la mozione antifascista (per approfondimenti:
http://lineaindipendente.blogspot.it/2018/01/ancora-fischia-il-vento-una-mozione.html)
venga - speriamo presto - discussa e approvata in consiglio comunale,
diffidiamo sin d'ora il sindaco di Calcinato dal concedere le sale
civiche a liste, gruppi e associazioni che perseguono finalità
incompatibili con la nostra Costituzione: il fascismo non è
un'opinione, è un crimine.
La sentenza di cui si parla si può leggere qui: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=5BLCKWDZV2JQEP6M2IL52O7OXM&q=casapound
RispondiEliminaGrazie, compagni.
Aldo Cervi