mercoledì 12 agosto 2009

PACE, DISARMO E NONVIOLENZA




Oltre cento persone hanno preso parte a più riprese alla quattro giorni organizzata dal comitato nazionale «Un futuro senza atomiche» che, per ricordare le tragedie di Hiroshima e Nagasaki, ha proposto una biciclettata dal 6 al 9 agosto da Ghedi ad Aviano. Lìintero percorso è stato compiuto da una trentina di inossidabili pedalatori, sostenuti e accompagnati da numerosi uomini e donne di buona volontà lungo tratte più o meno lunghe dell'itinerario.
La manifestazione ha avuto un prologo la sera del 5 a Brescia, dove in piazza San Francesco si terrà è svolto uno spettacolo di accoglienza dei pedalatori, ginti da divrse regioni del nord e del centro Italia. Al reading poetico-musicale sono intervenuti, fra gli altri, il coordinatore di Pax Christi don Fabio Corazzina, il chitarrista Nicola Ziliani, il portavoce del Movimento nonviolento locale Adriano Moratto e gli attori del Teatro «Il Telaio» Angelo Pennacchio, Annalisa Riva ed Elena Trombini. Verso le 22 è partita una fiaccolata per le vie del centro, fino al giardino del Museo di Santa Giulia dove la serata si è conclusa con una riflessione proposta da don Fabio Corazzina davanti al kaki di Nagasaki e all’aoghiri di Hiroshima. «Nel 2010 – ha detto don Corazzina - si terrà la conferenza quinquennale per la revisione del Trattato di non proliferazione, con reali possibilità perché il processo di denuclearizzazione reale riprenda fiato». «Già negli incontri di preparazione si respira un’aria diversa: i presidenti americano Obama e russo Medvedev hanno concordato la riduzione delle testate atomiche e dei veicoli atti al loro trasporto - ha continuato -. Anche il Parlamento italiano ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il Governo a perseguire ogni sforzo verso l’opzione zero delle armi nucleari».«Con questa iniziativa dal basso - ha dichiarato don Fabio - chiediamo alle autorità internazionali di bandire le armi atomiche sul pianeta entro il 2020 e in Europa entro il 2015. Don Fabio Corazzina ha commentato con soddisfazione l'adesione della Commissione Giustizia e Pace della Diocesi alla biciclettata. «È una novità importante - ha dichiarato - finalmente il tema del disarmo ritorno nell'agenda della pastorale delle nostre parrocchie». Per Adriano Moratto, «l'obiettivo della mobilitazione è fare memoria di quegli avvenimenti come monito, affinché simili tragedie non si ripetano più, e come impegno a lavorare in tutti gli ambiti perché il mondo intero intraprenda con decisione la strada del disarmo nucleare. L’anno scorso decine di migliaia di cittadini avevano presentato al Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare per fare dichiarare l’Italia «Paese libero da armi nucleari». Martedì 23 giugno il Parlamento ha approvato all’unanimità una mozione per la non proliferazione e per il disarmo nucleari, impegnando il governo a perseguire ogni sforzo verso l’eliminazione delle armi nucleari, nella più generale prospettiva della cosiddetta opzione zero».
Giovedì 6 ci si è ritrovati di buon'ora davanti al cancello prinmcipale dell’aerobase militare di Ghedi, per la commemorazione del disastro atomico di Hiroshima, organizzata insieme con diversi Comuni dell’associazione «Sindaci per la pace» (che conta oltre 3 mila aderenti in 134 Paesi del mondo). La manifestazione è iniziiata con un minuto di silenzio alle 8.15 (ora dello scoppio, 64 anni fa, della prima bomba atomica su Hiroshima). Subito dopo la giovane Talia Foletti ha letto la testimonianza di un hibakusha (con questa parola vengono chiamati i sopravvissuti giapponesi all’Olocausto nucleare - nda). A seguire don Fabio Corazzina, che ha ricordato che «da Ghedi partono i Tornado che vanno in Afghanistan a bombardare, non in missione di pace come ci viene raccontato». «In Iraq e in Afghanistan abbiamo arrecato sofferenze alle popolazioni civili. È ora di girare pagina» ha sottolineato. Non solo accuse nel discordo di don Fabio ma anche un suggerimento a chi, nel mondo, ha il potere di decidere il destino di milioni di persone: «la nostra proposta - ha precisato - è quella della nonviolenza per riallacciare i fili di una convivenza possibile fra i popoli». Nutrito l’elenco degli amministratori presenti all’aerobase, tra cui il sindaco di Botticino Mario Benetti, l'assessore del comune di Castegnato Eugenia Grechi, di Castenedolo Pierluigi Bianchini, di Vobarno Catia Turrini, di Rezzato Domenico Pasini. La manifestazione si è conclusa con la consegna di una lettera al comandante dell’aerobase, «gesto che compiamo per il quinto anno consecutivo, senza avere mai ricevuto risposta» come ha sottolineato la pacifista italoamericana Lisa Clark. Questa volta però un addetto ha assicurato che la missiva verrà recapitata al comandante dell’aerobase. Poco dopo le ore 9, il lungo corteo dei ciclisti per la pace si è mosso attraversando Castenedolo e Montichiari, dove alla Coop c’è stata una prima sosta per il ristoro. Dopo una breve fermata a Castiglione per un ricevimento con l’assessore alla cultura della provincia di Mantova, Armando Federici Canova, la manifestazione ha attraversato Solferino, Valeggio, Sommacampagna, per terminare in serata a Verona, dove i "paciclisti" sono stati ricvevuti in Municipio da una folta delegazione del consiglio comunale, che ha fatto èpropri i contenuti del'iniziatigva attraverso la edazione di un documento ufficiale.
Giornata tutta veneta quella del 7 agosto. I ciclisti per la pace si sono recati di primo mattino alla Pieve di Colognola ai Colli dove hanno reso omaggio alla figura di padre David Maria Turoldo.Hanno poi attraversato le località di San Bonifacio e di Alte Ceccato dove hanno ricevuto il sostegno delle amministrazioni locali e dei gruppi impegnati nella lotta per la pace sul territorio. Ma il momento più significativo si è verificato verso le ore 13 davanti al palazzo municipale di Vicenza. Qui li ha ricevuti l’assessore alla famiglia e alla pace del Comune Giovanni Giuliari, il quale ha annunciato l’adesione della ammistrazione comunale locale all’associazione «Sindaci per la pace» che raccoglie migliaia di enti locali in tutto il mondo a difesa della pace. A nome dei manifestanti la pacifista italoamericana Lisa Clark ha consegnato a Giuliari una pergamena del sindaco di Hiroshima Tadadoshi Akiba che rilancia le motivazioni della battaglia antinucleare in tutto il mondo. Dal canto suo, l’assessore Giuliari ha richiamato «le grandi speranze suscitate nel movimento per la pace dalla figura e dall’esempio dal presidente americano Barack Obama». Sul piano più strettamente locale ha sottolineato inoltre «la necessità di saldare a questa battaglia per il disarmo atomico la lotta contro la militarizzazione del territorio e, in particolare, contro l’allargamento della base americana di Vicenza».Nel pomeriggio la biciclettata per la pace è poi proseguita nel Vicentino e in serata è giunta a Castelfranco Veneto dove ha pernottato al Centro Don Bordignon.
L'8 agosto c'è stato il passaggio dal Veneto al Friuli, con numerosi momenti di sensibilizzazione delle comunità civili e diversi incontri con amministratori comunali, gruppi ecologisti e botteghe del commercio equo e solidale.Partiti in mattinata da Castelfranco Veneto, i pedalatori per la pace sono stati ricevuti in Municipio dall’amministrazione comunale di Ponzano e sono stati ospiti successivamente a pranzo del sindaco di Maserada sul Piave, Floriana Casellato, che ha illustrato loro i progetti che la sua amministrazione ha in programma per lo sviluppo di una cultura di pace. Nel pomeriggio altro rinfresco con due assessori alla Coop di Oderzo, tappa lampo a Portobuffolè con sindaco e consorte e, in serata, la carovana è giunta a Pordenone dove ha effettuato un volantinaggio in piazzetta San Marco per invitare la cittadinanza a partecipare alla commemorazione di Nagasaki in programma per l'indomanialle ore 11 nel campo antistante la base americana.
La manifestazione antinucleare del 9 è stata caratterizzata dalla grande bandiera arcobaleno del Tavolo della Pace della Franciacorta (costituita da oltre 200 metri quadri di stoffa cuciti tutti insieme), stesa sul pratone davanti alla base Usaf di Aviano, a conclusione degli oltre 250 chilometri percorsi dalla «bicifestazione» nonviolenta. Ad accogliere i manifestanti c'era - fra gli altri - il sindaco della cittadina friulana, Stefano Del Cont Bernard, il quale ha richiamato «la necessità di rilanciare la lotta per la pace e il disarmo, saldando le iniziative delle associazioni con l’azione degli enti locali; la nostra amministrazione comunale è contraria alla presenza qui ad Aviano delle armi nucleari, ma non è il comandante della base che decide, decidono molto più in alto». E decisamente più in alto puntano i pedalatori. Il portavoce dei Beati I Costruttori di Pace, don Albino Bizzotto, ha consegnato una lettera per il presidente americano Barack Obama ricordandogli le motivazioni della mobilitazione contro le testate nucleari presenti a Ghedi e ad Aviano. «Queste bombe - recita la missiva - sono qui custodite in violazione del trattato di non proliferazione nucleare. Un primo facile e rapido gesto sarebbe quello di rimuoverle e trasferirle negli Stati Uniti per lo smantellamento. È già stato possibile con le armi chimiche e batteriologiche. L’entusiasmo che hai suscitato nella stragrande maggioranza delle donne e degli uomini del mondo, Ti sosterrà anche questa volta». Per tutta la mattinata amministratori, sacerdoti, semplici cittadini hanno fatto memoria del 64° anniversario del massacro atomico di Nagasaki, ma c’è anche chi ha ricordato «il continuo bombardamento del pianeta con centinaia di esperimenti nucleari negli atolli dell’Oceano Pacifico, sui Monti Urali, nei deserti del Nevada e del Sahara, i cui effetti corrispondono a migliaia delle prime atomiche del 1945». E per settembre è stato preannunciato anche l’avvio di un digiuno collettivo contro l’avanzamento dei lavori di ampliamento della base aerea Dal Molin di Vicenza. Sulla strada del ritorno in molti hanno rievocato la festosa e partecipata acoglienza ricevuta dalle numerose comunità incontrate, accomunate dallo svolgimento di concrete azioni al servizio della pace, del disarmo e della nonviolenza.

1 commento:

  1. Come è stato più volte detto anche dai commenti dei partecipanti(io ho partecipato solo alla prima giornata Ghedi-Verona)l'importante iniziativa è stata un'occasione di incontro e di propaganda di pace. Ora Il compito di ogni individuo che senta il peso tragico della storia umana è quello di muoversi negli anniversari per ricordare a tutti non solo il sacrificio delle vittime e il conforto ai sopravissuti segnati dalla tragedia; ma anche che il mondo non potrà mai essere libero e sicuro con gli armamenti nucleari fuori porta, con la produzione di armi, con gli eserciti.
    NON POTRA'MAI ESSERE LIBERO il mondo da ulteriori tragedie FINO A CHE "ESSERI" COME NOI SI METTONO UNA DIVISA PER COMANDARE SUGLI ALTRI, CARNEFICI AD OROLOGERIA, come chi ha sganciato le bombe sul Giappone il 6 e 9 agosto del 45.
    Avanti senza paura.
    Antonio Marchi

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