lunedì 22 aprile 2024

Alla vigilia della Liberazione c'è il consiglio comunale

Il consiglio comunale è convocato a Calcinato per mercoledì 24 aprile alle ore 20.30 nella sede municipale.
Numerosi, come di consueto, gli argomenti posti all’ordine del giorno dal sindaco Nicoletta Maestri. Dopo il dibattito in apertura sulla interrogazione a risposta scritta presentata dal gruppo consiliare "Calcinato in-patto 2.0" sulla “esecuzione delle opere per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione, inclusa la fornitura di energia, degli impianti di illuminazione pubblica di pertinenza dell’amministrazione comunale”, si discuterà del Piano economico-finanziario (del servizio di gestione dei rifiuti urbani, con la relativa determinazione delle tariffe Tari per utenze domestiche e non domestiche.
Nella seconda parte verranno approvati il rendiconto della gestione per l’anno scorso, una variazione al bilancio di previsione 2024-2026 e al documento unico di programmazione e la convenzione tra i comuni dell'ambito territoriale della Bassa bresciana orientale, quello di Castenedolo e la cooperativa sociale La Sorgente per l’individuazione degli immobili da destinare a centri diurni disabili.
In coda un provvedimento che è destinato ad avere una importanza rilevante per il sistema di irrigazione dei terreni agricoli. Si tratta di quello che viene definito “atto di assenso irrevocabile e condivisione indennità per asservimento di acquedotto (servitù) per limitate porzioni dei mappali n. 185, 186, 237 e 238 fg. 18 e mappale 28 fg. 19 di proprietà comunali” per l’allestimento in una ex cava di ghiaia, nella campagna della frazione di Calcinatello, di un bacino idrico per la laminazione delle acque di piena e lo stoccaggio di risorse idriche ad utilizzo di un comparto agricolo soggetto a riconversione della pratica irrigua a sistemi ad alta efficienza e relative condotte di distribuzione.

domenica 21 aprile 2024

Carpenedolo ricorda la strage di Piazza Loggia

La Casa del Popolo di Carpenedolo oggi celebrerà il cinquantenario della strage fascista di Piazza Loggia con la manifestazione “28 Maggio 1974: ieri oggi domani”, che si terrà a partire dalle ore 17.30 nella sala polivalente di Palazzo Laffranchi, in Piazza Martiri della Libertà 5.
Organizzato in collaborazione con la compagnia teatrale Chronos3 e l’Istituto Statale Don Milani di Montichiari e con il patrocinio della Casa della Memoria e del Comune, l’evento sarà diretto del regista Vittorio Borsari. Sul palco un nutrito gruppo di studenti presenterà elaborazioni multimediali e approfondimenti iconografici sul tema, frutto di un progetto didattico coordinato dalla docente di Storia Laura Butti, con interviste filmate e l’illustrazione del tortuoso iter processuale per individuare i colpevoli, a cura dell’avvocato Lidia Bazzoli.
“Quanto accaduto il 28 maggio 1974 è vivo nelle coscienze dei cittadini bresciani, ma non lo è altrettanto in quelle degli abitanti della provincia” osserva Butti, spiegando che “quella è una data simbolo: in Piazza Loggia c’era una manifestazione indetta dal Comitato Unitario Permanente Antifascista, alla quale aderirono anche tutti i sindacati proclamando lo sciopero generale, per sensibilizzare contro la violenza neofascista e a difesa di quei valori democratici e antifascisti che permeano la nostra Costituzione”.
“Contro questi manifestanti - ricorda l’insegnante - agirono gruppi neofascisti collocando una bomba che spezzò la vita di otto persone e ne ferì centodue. Le giovani generazioni si interrogano su quell’evento traumatico e complesso, che non può essere rimosso o sterilmente ricordato nella data stabilita dal calendario: bisogna conoscerlo in maniera articolata, approfondita, critica, per poterlo metabolizzare e dargli il luogo giusto nella coscienza”.
“Quei ragazzi del 1974 consegnano la dimensione personale ed emotiva della loro esperienza durante la manifestazione di quella mattina - spiega la presidente della Casa del Popolo Maria Gabriella Bresciani - ai giovani di oggi, spesso bollati come apatici ai valori politici e sociali, salvo poi scoprire che la salute, la democrazia, il ripudio della guerra e il diritto di poter esprimere le proprie esigenze e di essere ascoltati, sono i valori che li accomunano ai loro coetanei di allora, in un passaggio di testimone utile per elaborare i fatti di ieri per un’efficace nuova chiave di lettura dei fatti attuali e futuri”.

sabato 20 aprile 2024

Per la Giornata della Terra

Doppio appuntamento alla sede del Teatro Zero Negativo di via Tre Bocche 3 a Bedizzole per la Giornata della Terra, organizzato in collaborazione con la Consulta Comunale Giovani, le Guardie Ecologiche Volontarie e il Comitato Cittadini di Calcinato, per promuovere la sensibilizzazione alla salvaguardia dell'ambiente.
Oggi alle ore 16.30 per la regia di Maria Acampa va in scena lo spettacolo "Il bambino e la terra", che racconta la storia di un ragazzo che parla e gioca con la Terra come una vera amica, fino a quando diventerà grande. Domenica alle 17.30 sempre la Acampa firma “Rifiuto”, pièce drammatica che illustra il vorticoso gioco di potere che sta dietro al traffico e allo smaltimento dei rifiuti, un meccanismo latente che porta l'uomo ad avere un mucchio sempre più ingestibile di spazzatura.
Chi desiderasse acquisire ulteriori informazioni sulla proposta oppure prenotare la propria partecipazione può telefonare alla segreteria organizzativa del Teatro Zero Negativo ai numeri 3381268635 oppure 3519086060.

lunedì 15 aprile 2024

Contro ogni guerra domani torniamo a Ghedi

Sono ormai oltre mille e 100 e crescono di ora in ora le adesioni alla lettera aperta degli insegnanti bresciani contro l’evento “Mettiamo le ali ai nostri sogni”, organizzato alla base militare di Ghedi per martedì 16 aprile e caldeggiato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito che, per il tramite dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia, a marzo aveva fatto pervenire a tutte le scuole bresciane di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori, l’invito a partecipare a questa singolare “Giornata per le Scuole” che prevede una mostra di velivoli a terra e l’esibizione in addestramento delle Frecce Tricolori.
In pochi giorni da tutta la provincia è stato un coro di no, a cui si sono unite anche diverse associazioni cattoliche e laiche. Con esse martedì a Ghedi ci saranno molti di questi docenti, sin dal primo mattino, per riaffermare pacificamente che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come insegnano in aula nelle ore di Educazione Civica inverando il dettato costituzionale. Alle ore 10 il clou della manifestazione prevede un momento di riflessione silenziosa organizzato in particolare dalle Donne In Cammino Per La Pace che – come di consueto – invitano a visualizzare l’opposizione integrale alla guerra “con abito nero, uno straccio bianco al braccio e un pensiero di pace scritto su un piccolo pezzo di stoffa da mettere sul corpo”.
Davanti ai cancelli dell’aerobase militare ci sarà anche don Fabio Corazzina, il sacerdote di Camignone che da tempo è una delle voci più originali dell’impegno attivo per la nonviolenza in Italia.
“In questo anno scolastico - racconta in un appello di adesione all’iniziativa del personale della scuola - ho incontrato quasi 50 classi con progetti e laboratori di educazione alla cittadinanza, alla pace, alla convivenza, alla gestione dei conflitti e a quella legalità che ha il sapore della Costituzione e del diritto internazionale”, giudicando “inutile e dannoso fare credere alle giovani generazioni che scegliere la pace e il bene dei popoli possa convivere con la scelta di un riarmo luccicante e di una minaccia incombente dall’amaro sapore nucleare”.
“Ma non ci vergogniamo, noi adulti” osserva. “Invitiamo i ragazzi a fare festa in luoghi di morte, a confondere il tricolore costituzionale con uno stendardo di guerra, a valorizzare i Tornado e gli F35, cacciabombardieri di capacità nucleare, come servizio al Paese e alla pace, a confondere l’eccellenza italiana con la sua capacità militare e bellica, a cogliere l’occasione per proporre la succulenta professione militare come realizzazione personale”.

domenica 7 aprile 2024

Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

Lanciamo un appello ai contribuenti perché, in occasione dell’annuale compilazione della denuncia dei redditi, versino il 5 per mille al Movimento Nonviolento per finanziarne le attività contro le guerre e le violenze che insanguinano il pianeta.
Da oltre 60 anni il Movimento Nonviolento utilizza i fondi ricevuti per organizzare quotidianamente iniziative per la pace, il disarmo, le obiezioni di coscienza, l'opposizione agli insediamenti militari e alle industrie belliche, l’educazione alla mondialità, la difesa della salute dell’ambiente e dei cittadini.
Gli interessati possono trascrivere il codice fiscale del Movimento Nonviolento, 93100500235, nell’apposita casella della dichiarazione dei redditi. 
Per informazioni si può scrivere alla sede bresciana in via Milano 65 in città oppure una mail all'indirizzo movimentononviolento.bs@alice.it o telefonare al numero 328.9683409.

venerdì 5 aprile 2024

Morte di un antieroe

Trent'anni fa a Seattle moriva suicida Kurt Cobain, indimenticata icona del grunge di fine secolo.
Lo ricordiamo con una poesia inedita scritta da Flavio Marcolini nelle convulse e drammatiche ore del ricovero del frontman dei Nuirvana a Roma il mese prima, dopo una overdose da farmaci e champagne.

Come sta Kurt Cobain?

Treno. Alla stazione secondaria
pendolarismi quotidiani,
Niente a che vedere
con la mitica Seattle
ma, scusi signore,
come sta Kurt Cobain?

Paesaggi contorti
come lamiere al sole
si vedon dal vagone
scintillar per l’aria.
Accidenti, cos’è?
Come sta Kurt Cobain?

Quella fanciulla suasiva
profumava davvero
come uno spirito giovane
la domenica della marcia
e chissà se ora lei sa
come sta Kurt Cobain?

Giovani madri affaccendate
con figlie da crescere bene,
allontanate la mente
dalle confezioni di Roipnol
senza chiedervi nemmeno
come sta Kurt Cobain? 

4 marzo 1994

mercoledì 3 aprile 2024

Propaganda militarista per le scuole alla base di Ghedi: la protesta si estende

Agli oltre 300 docenti che in un appello protestano contro l’evento dell'Aeronautica Militare “Mettiamo le ali ai nostri sogni”, in programma alla base di Ghedi martedì 16 aprile, giunge un profluvio di plausi.
Dalla storica sede di via Milano 65, Claudia Capra del Movimento Nonviolento è lapidaria nel “condannare il proliferare nelle scuole di proposte formative che danno dell'esercito una immagine distorta e accattivante mistificando il suo reale ruolo di oppressione, violenza e asservimento all'industria bellica: negli attuali scenari di guerra, dovrebbe essere compito della scuola sollecitare una riflessione sulle cause dei conflitti, promuovendo modelli alternativi di difesa e una cultura di pace, per attuare la Costituzione che ripudia la guerra”.
Anche Lidia Cattozzo, Lina Gogna e Teresa Ciarrocchi (“Donne in rete per la pace”) si richiamano “alla Costituzione per esprimere dissenso verso una iniziativa che sotto l'ombrello della formazione in realtà promuove l'avvicinamento dei ragazzi al mondo della guerra e delle armi. Diciamo no a una scuola che assiste allo stravolgimento di ogni valore in nome di un innominabile fascino per le armi e per la risoluzione violenta dei conflitti, per lo più in un momento particolarmente buio dove un Occidente che taglia su scuola e sanità, per armarsi sempre più, sembra volersi contrapporre a una parte del mondo da dove fuggono a migliaia i profughi vittime di guerre sostenute e finanziate dai potenti”.
Sulla stessa linea Alfredo Mori e Santina Scarpignato del Movimento internazionale per la riconciliazione: “Sottoscriviamo la lettera degli insegnanti poiché affonda le radici nella nonviolenza organizzata, che da 50 anni testimoniano a Brescia”.
Sul fonte politico l’on. Gian Antonio Girelli in una nota giudica “non opportuna l’iniziativa del Ministero, che tende a caricare di un significato informativo e di indirizzo verso la scelta di vita militare la visita alla base e l’esibizione delle Frecce Tricolori”.
“Senza demonizzare chi fa la scelta di questa professione”, il parlamentare ritiene che essa “non possa essere presentata dalle autorità scolastiche come una delle possibili scelte di carriera, ulteriore segnale di un ministro del tutto inadeguato, con un’idea di futuro distante dalle speranze che dovrebbero caratterizzare i giovani. Il Governo si impegni piuttosto alla costruzione di una difesa comune europea, vera necessità storica che passa per una unità di intenti nello scongiurare ogni guerra, ed eviti di strizzare l’occhio a vecchie idee nazionalistiche basate sulla presunta forza militare”.
“Questa lettera contro quello che si presenta come l'invito agli studenti a prendere parte a una adunata paramilitarista - osserva Dino Greco per la neonata lista “Pace Terra Dignità” - è ciò che ogni scuola dovrebbe fare per educare al ripudio della guerra e alla solidarietà fra i popoli. Sta avvenendo il contrario: governanti e fabbricanti di armi stanno somministrando dosi non omeopatiche di retorica guerrafondaia, spacciando per ‘sogni di futuro’ e ‘orizzonti di gloria’ una pseudocultura di morte: le terribili immagini dello sterminio a Gaza, la guerra in Ucraina e in altre decine di teatri dovrebbero suscitare la mobilitazione popolare nel nome del più solenne ‘No alla guerra’, un obiettivo a cui davvero ispirare i sogni dei giovani”.
“A fianco degli insegnanti” si schiera infine in un comunicato anche Sinistra Italiana, ritenendo “la scuola portatrice di valori come solidarietà e inclusione, mentre l’attività dal titolo decisamente poco attinente, ‘Mettiamo le ali ai nostri sogni’, risulta in palese contrasto con i principi fondativi del nostro sistema di istruzione, fra i quali la legge 107/2015 individua tra gli obiettivi che le scuole devono perseguire ‘lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace’”.

martedì 2 aprile 2024

La scuola diserta la guerra

Un coro di protesta si leva dalle scuole bresciane alla notizia che la base militare di Ghedi ha intenzione di organizzare martedì 16 aprile per gli studenti la manifestazione “Mettiamo le ali ai nostri sogni” per promuovere il patrimonio di storia e professionalità espresso dall'Arenautica Militare, dal Sesto Stormo e dalla Pattuglia Acrobatica delle Frecce Tricolori.
Grazie al tam tam sui social, nonostante le scuole siano chiuse per le vacanze pasquali, oltre duecento insegnanti di decine di istituti di ogni ordine e grado hanno firmato una lettera aperta scritta dalla loro collega Patrizia Londero dell’Istituto Bazoli-Polo di Desenzano, dal titolo “Il fascino indiscreto della guerra”,
“Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, allo stravolgimento di paesi e popoli colpiti da armi di cielo e di terra che generano fame e migrazioni spesso senza speranza – scrivono i docenti - vediamo un fiorire di iniziative frutto anche dello zelo ministeriale che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a uscite didattiche aventi per oggetto visite a mostre d'armi, a basi militari, a parate, ad addestramenti, ad alza-bandiera, a incontri con l'esercito”.
Segnalano infatti che il Ministero ha fatto pervenire a tutte le scuole di Brescia e provincia una circolare con l’invito alla “Giornata per la scuola del 16 aprile, in occasione dell'esibizione della Pattuglia Acrobatica Frecce Tricolori a Ghedi, con la finalità di promuovere i valori che ispirano il servizio al Paese e il patrimonio della nostra cultura aeronautica”
“Per i contenuti e l'ufficialità - essi la ritengono - un'ingiunzione dall'alto che non può non stridere con quanto per anni si è cercato di costruire nei percorsi di Educazione civica a scuola con i ragazzi, stimolando discussioni su culture di sopraffazione e di violenza che portano direttamente a quella delle armi, in linea con le finalità generali dei Programmi ministeriali che non prescindevano da valori come convivenza pacifica, democratica, centrata sul confronto e sul dialogo”.
Ricordano che quella di Ghedi è “una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte da riversare su paesi come Iraq nel 1991 e Serbia nel 1999 e dove sono custodite armi a testata nucleare, che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare e utilizzare”.
“Al di là dei volteggi acrobatici e delle scie tricolori che dovrebbero attirare il pubblico”, stigmatizzano “l'alto tasso di inquinamento acustico e dell'aria”.
“Di che emozioni e sogni parla il Ministero?” si chiedono questi insegnanti. “Sono forse i brividi adrenalinici dell'incolumità a rischio che dovrebbero suscitare emozioni? Ma per la gloriosa pattuglia acrobatica non sta bene parlare di rischio. Sono troppo bravi. Fanno sognare. Stupefacente se non fosse inaccettabile la chiosa metaforica finale: ‘Mettere ali al proprio futuro’. Non solo si dovrebbero prelevare i ragazzi da scuola per trasferirli a Ghedi, ma il ministro vorrebbe che da questa visita traessero ispirazione per la loro futura professione. Verso quali orizzonti di gloria li vorrebbe spingere?”.
E concludono chiedendo di “solidarizzare con chi condanna questa pericolosa proliferazione di proposte formative a sfondo militare, per dichiarare con forza l'urgenza della costruzione di scuole di pace, coltivando con i ragazzi occasioni di solidarietà con chi vive in zone di guerra, di conoscenza del dramma della guerra e delle sue vittime, di aiuti concreti per coloro a cui la guerra ha distrutto tutto. Curare le ferite, aiutare a ricostruire: ci sarebbe bisogno di leggere circolari che parlino di questo”.
Per informazioni e adesioni si può scrivere entro lunedì 8 aprile alla mailbox donneinreteperlapace.desenzano@gmail.com.