La vera soluzione la presentò don Circostanza.“Queste donne pretendono che la metà del ruscello non basta per irrigare le loro terre. Esse vogliono più della metà, almeno così credo d’interpretare i loro desideri. Esiste perciò un solo accomodamento possibile. Bisogna lasciare al podestà i tre quarti dell’acqua del ruscello e i tre quarti dell’acqua che resta saranno per i Fontamaresi. Così gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioè, un po’ più della metà. Capisco” aggiunse don Circostanza “che la mia proposta danneggia enormemente il podestà, ma io faccio appello al suo buon cuore di filantropo e di benefattore.” (…)
“Se c’è da pagare qualche cosa”, mi affrettai a dire “badate che non pago”.
“Non c’è nulla da pagare” spiegò ad alta voce l’Impresario.“Niente?” mi disse sottovoce la moglie di Zompa. “Se non costa niente, c’è l’imbroglio.”
Il notaio scarabocchiò sulla carta le parole dell’accomodamento e lo fece firmare all’Impresario, al segretario comunale e a don Circostanza come rappresentante del popolo fontamarese. Dopo di che noi ci rimettemmo in cammino per tornare a casa.
Nei giorni seguenti i cantonieri, sotto la protezione di due guardie armate, ripresero a scavare il fosso che doveva portare una parte della nostra acqua nelle terre acquistate dall’Impresario. Ma, esattamente, quanta parte?
Nessuno di noi aveva sufficiente istruzione per sciogliere quell’imbroglio, perché all’infuori della scrittura della propria firma, poc’altro ci era stato insegnato; ma diffidavamo dal ricorrere a qualche persona istruita, per non aggiungere altre spese all’inganno.
(Ignazio Silone, Fontamara, 1930)
Per non finire peggio dei fontamaresi incontriamoci giovedì 26 gennaio alle ore 20.30 alla sala civica Morelli, in Piazza della Repubblica a Calcinato, “per la difesa dell’acqua come bene comune dei calcinatesi”.
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