giovedì 26 febbraio 2015

Per la riapertura degli ambulatori medici a Ponte San Marco

Da oltre un anno Ponte San Marco è rimasto privo degli ambulatori dei medici condotti: dei sette operanti sul territorio comunale più nessuno ha ritenuto di mantenere un presidio nella più popolosa frazione di Calcinato.

 “Preoccupati del fenomeno – racconta il sindaco Marika Legati, che è anche assessore ai servizi sociali - a suo tempo inviammo una lettera di sollecito alla Direzione dell’Azienda sanitaria locale di Montichiari, affinché avviasse un’opera di sensibilizzazione dei diversi medici condotti per il mantenimento del servizio della medicina di base anche in quella frazione”.

 Ponte San Marco, centro urbano attraversato da est a ovest dalla strada statale 11, conta oltre tremila abitanti e dal dopoguerra aveva sempre avuto presidi medici adeguati alla popolazione. Negli ultimi tempi qualche malumore per questo disagio si è manifestato anche presso la cittadinanza, allarmata da una situazione che colpisce in particolare gli anziani, gli ammalati che vivono da soli e, più in generale, chi ha difficoltà di collegamenti con il capoluogo perché privo di propri automezzi.

 “La normativa vigente in materia – rileva il sindaco – contempla la discrezionalità da parte del medico nella sua decisione di aprire un ambulatorio in una frazione piuttosto che in un’altra. Per quanto riguarda lo specifico di Ponte San Marco l’amministrazione ha comunque individuato  la possibilità di realizzare una serie di ambulatori dove già esistevano un tempo, nei locali di proprietà comunale di via Schiannini, accanto alla sede della Protezione Civile, proprio davanti alla stazione ferroviaria. Per incentivare l’adesione dei medici  questo progetto stiamo anche pensando di mettere a  disposizione tali ambulatori a un canone simbolico di locazione fissato in 50 euro ciascuno”. 

 “Per evitare il possibile ripetersi del progressivo diradamento delle presenze dei medici condotti anche nell’altra frazione, Calcinatello, una volta acquisita la necessaria autorizzazione dell’Asl, in primavera abbiamo intenzione di realizzare un’altra serie di ambulatori nei locali che oggi costituiscono il centro civico di Piazza Sandro Pertini, a condizioni analoghe. La sala conferenze che vi è attualmente verrà invece spostata nella ex sala mensa delle scuole elementari di via Santa Maria, non più utilizzata da tempo in assenza di attività didattiche a tempo prolungato e soprattutto con un ingresso autonomo da quello del plesso scolastico”.

 L’auspicio è che entro la fine del 2015 nei diversi centri abitati che formano il comune tornino ad esserci presenze e spazi medici adeguati alle esigenze dell’utenza.

mercoledì 25 febbraio 2015

Domani sera c'è Wu Ming 2 a Desenzano

Giovedì 26 febbraio all’Auditorium Andrea Celesti, in via Carducci 6 a Desenzano del Garda, gli artisti bolognesi Wu Ming 2 e Egle Sommacal presenteranno lo spettacolo “GOODImenti”, concepito come un “abbecedario di resistenza alle grandi opere dannose, inutili e imposte”. L’acronimo GODII sta appunto per “Grandi Opere Dannose Inutili e Imposte”.
 Sulla scena si immagina che nella sede centrale del Wu Ming Lab, noto atelier artistico del capoluogo emiliano, si sia tenuta “una riunione di pericolosi estremisti, provenienti dalla Val Susa e dal Salento, dalla Riviera del Brenta e da Livorno, da Roma e dal Monte Amiata”.
 Il gruppo - quasi una trentina persone - da quel momento comincia a tenersi in contatto con una mailing list carbonara, organizzando per di più altri tre raduni di facinorosi – a Livorno, Dolo (Ve) e Avigliana (To), intraprendendo un percorso di analisi e scrittura, per raccontare cosa accomuna le loro diverse battaglie, al di là delle differenze tra paesaggi, grandi opere e strategie.  
 Questo creativo “abbecedario di resistenza” raccoglie, in 26 categorie, più di cento aneddoti, racconti brevi, prose e poesie, prodotti con tre diversi metodi di scrittura collettiva. Da questa messe di parole e narrazioni, sviluppate nell’arco temporale di otto mesi, è nato questo reading.    L’appuntamento è alle ore 21. Il ricavato dei biglietti d’ingresso – a offerta libera – andrà a finanziare le attività del locale Comitato No Tav.

martedì 24 febbraio 2015

Venerdì sera c'è il consiglio comunale

Venerdì 27 febbraio è convocato a Calcinato il consiglio comunale. A partire dalle ore 20.45 in municipio è nutrito l’ordine del giorno stilato dal sindaco Marika Legati. In apertura verrà data risposta a due interrogazioni presentate dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. Poi ancora una batteria di mozioni dei grillini: si va dal trattamento dei materiali contenenti amianto, all’opposizione alla realizzazione del progetto Tav, alla proposta d istituire il registro comunale delle unioni civili, a quella per “l'adozione di politiche sostenibili concernenti il servizio idrico che consentono al cittadino residente l'accesso gratuito ai primi 50 litri di acqua potabile per uso domestico (recuperando i costi a carico delle eccedenze erogate)”, all’istanza di "sostegno e sottoscrizione della lettera del Comune di Peschiera del Garda contro la realizzazione del progetto Tav”, alla richiesta di "revoca e/o annullamento del deposito cauzionale” nelle bollette del servizio idrico integrato, alla opposizione alla "Dote Scuola della Regione Lombardia”.
 Esaurita questa prima parte ci saranno la comunicazione di alcune delibere di giunta comunale “con prelevamento dal fondo di riserva”, l’esame del “Regolamento per il funzionamento del consiglio comunale”,  la surroga di due componenti della Commissione biblioteca comunale, l’approvazione definitiva del Piano di recupero denominato "Beretta" in  via Solferino e l’accettazione a titolo gratuito di alcuni immobili”.

lunedì 23 febbraio 2015

Solidarietà all'avvocato Nicola Canestrini

Esprimiano la massima solidarietà all’Avv. Nicola Canestrini, 
che  è stato oggetto di furibondi e vergognosi attacchi apparsi 
come commenti sulla pagina facebook di Matteo Salvini.

L’Avv. Canestrini sta difendendo in sede amministrativa un giovane pakistano colpito da provvedimento di espulsione per aver espresso delle opinioni.

Salvini ha espresso la sua contrarietà al fatto che uno straniero si rivolga alla giustizia italiana per la tutela dei suoi diritti, scandalizzandosi che un avvocato italiano lo difenda.

Ne sono seguiti centinaia di commenti intimidatori dei sodali di Salvini, che con il consueto armamentario  razzista e fascistoide attaccano il nostro collega per aver accettato questa difesa, lanciano gravissime minacce a lui e alla sua famiglia, negando il diritto di ogni persona a difendere i suoi diritti e di ogni avvocato di assumere la difesa di ogni soggetto colpito da provvedimenti ritenuti ingiusti e illegittimi.

Non stupiscono i toni volgari e intimidatori di tali attacchi.

Non stupiscono le posizioni antidemocratiche di chi ritenga di comprimere il diritto di difesa, negando la possibilità per chiunque di difendersi nelle sedi istituzionali.

L’attacco all’avv. Canestrini è un attacco al diritto di difesa, regolato dalla Costituzione e dalle norme, anche internazionali, a tutela del libero esercizio dell’attività  professionale forense.

Tali norme stabiliscono che non è lecito identificare l’avvocato con le posizioni del proprio cliente; che l’attacco alla libertà dell’avvocato è un attacco non solo alla sua posizione, ma colpisce direttamente anche i diritti fondamentali delle persone colpite da provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria o amministrativa, perché rende più difficile la difesa contro tali provvedimenti; che la libertà dell’avvocato è presidio fondamentale della libertà di tutti i cittadini e di tutti i corpi sociali.

Pur senza giungere ai livelli di efferatezza esistenti in molti paesi, gli attacchi agli avvocati che si stanno verificando in Europa (tra cui la ventilata possibilità di intercettare le comunicazioni tra avvocato e cliente) sono un motivo di grave allarme e preoccupazione.

Questi attacchi non intimidiranno gli avvocati democratici che rinnovano il loro impegno per la difesa e il rafforzamento dei diritti fondamentali, tra cui quello di assicurare ad ogni cittadino, di qualsiasi nazionalità, la possibilità di difendere nelle sedi giudiziarie i propri diritti.
Legal Team Italia

venerdì 20 febbraio 2015

Deposito cauzionale nelle bollette dell'acqua dei calcinatesi: diffidata Garda Uno

Ignorata da oltre quattro mesi dal Consorzio Garda Uno, a Calcinato la campagna contro il deposito cauzionale richiesto agli utenti  del servizio idrico integrato ora alza il tiro, rinfrancata anche dalla estensione della vertenza nei comuni di Desenzano e Moniga.
 Lamentando la completa assenza di risposte, i gruppi consiliari di minoranza “Con te per Calcinato”, “E’ tempo di Sangiorgi Sindaco” e “Bene Comune” hanno dato voce alla protesta di numerosi cittadini diffidando ufficialmente il presidente del Consorzio Mario Bocchio “dall’inserimento nella prossima bolletta di pagamento per il servizio idrico di un addebito ulteriore sotto la voce Deposito Cauzionale”.   
 La novità era stata annunciata in autunno con una comunicazione agli utenti che nella prossima bolletta di pagamento per il servizio idrico sarebbe stato previsto un addebito ulteriore che dovrebbe andare a costituire tale deposito, al fine di contrastare perdite finanziarie dovute al fenomeno della morosità.
 “Pur prevista a suo tempo da una delibera dell’Autorità per l’Energia elettrica, Gas e Sistema idrico – si legge nella lettera di diffida - l’applicazione del Deposito cauzionale è illegittima e peraltro ogni modifica del Regolamento del servizio idrico non può essere compiuta senza il consenso dei destinatari”.
 All’iniziativa aderiscono, fra gli altri, anche il  circolo del Pd e questo blog.

giovedì 19 febbraio 2015

Fondi per il volontariato


Ammontano complessivamente a 11.662,42 euro i contributi erogati dalla Giunta municipale di Calcinato agli enti di volontariato operanti sul territorio per il 2015.   
 7.762,42 sono andati al Centro operativo Soccorso Pubblico di via Santa Maria, 400 all’Associazione italiana donatori organi, 300 al Centro aiuto alla vita di  Desenzano del Garda, 1.200 all’Avis e 2.000 all’Associazione Intarsio di Montichiari.

mercoledì 18 febbraio 2015

Una firma in difesa del cittadino

Da ieri anche anche nel nostro Comune si può firmare la proposta di legge di iniziativa popolare per una difesa civile non armata e nonviolenta, promossa - fra gli altri - da Acli, Arci, Auser, Banca Etica, Beati i costruttori di pace, Cgil, Cisl, Mir, Movimento Nonviolento e Pax Christi.
 Con questa campagna vogliamo attuare quanto sancito dalla Corte Costituzionale già nel 1985 con una sentenza che equipara la difesa civile non armata e nonviolenta alla difesa militare, entrambe comprese nell’art 52 della Costituzione, "La difesa della patria è sacro dovere del cittadino”.
 In tutti questi anni non è stato fatto praticamente nulla per attuarla. Anzi lo stesso servizio civile nazionale, ora su base volontaria, ha visto sempre più il ridursi dei finanziamenti, al punto che enti e associazioni hanno difficoltà a mantenere una serie di servizi sociali, a fronte di migliaia di domande dei volontari pronti a svolgere attività di utilità sociale. E ciò accade mentre si continuano a sostenere spese faraoniche per una difesa militare che sempre meno è in grado di garantirci sicurezza.
 Scopo della legge proposta è la istituzione di un dipartimento che coordini l’attività di protezione civile, dei vigili del fuoco,  degli enti del servizio civile e  dei corpi civili di pace in visione complessiva della difesa che va dalla salute all’ambiente, dal dissesto idrogeologico agli interventi umanitari.
 “Per finanziare questo progetto, oltre ai 100 milioni di euro risparmiati per la difesa e a una quota delle vendite degli edifici militari dismessi, viene data a tutti i contribuenti la possibilità di contribuire a finanziare, con un 6 per 1000  indicato al momento della dichiarazione dei redditi, un altro modello di difesa. 
 Muniti di un documento di identità, si può firmare dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 12 (il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 17) all’ufficio anagrafe in municipio. Per ulteriori informazioni si può telefonare al 328/9683409.

martedì 17 febbraio 2015

Una sera per il BENE COMUNE

Assemblea generale della lista per il BENE COMUNE  questa sera alle ore 20.30 nella sala civica Morelli in Piazza della Repubblica a Calcinato. 
 All’esame le diverse campagne in corso per la difesa dell’ambiente e del territorio.

sabato 14 febbraio 2015

Una "guerra" giusta

Tra un rinvio e l’altro il decreto anticorruzione è di nuovo sul tavolo del governo.
Ma c’è il rischio che gli evasori fiscali restino impuniti, con l’inserimento di una soglia di tolleranza al 3%: in altre parole sarebbe legale rubare il 3% sul fatturato totale della propria attività.
Noi però non abbiamo nessuna tolleranza: chiediamo a Matteo Renzi che gli evasori fiscali vengano puniti.
Aiutaci a fermare questo ennesimo attacco alla giustizia.
Fai arrivare a Matteo Renzi una buona cartolina.
Scaricala da www.riparteilfuturo.it

giovedì 12 febbraio 2015

Un "ribelle per amore"

Settant'anni fa nel lager di Gusen moriva di fame, maltrattamenti e freddo Giovanni Morelli.
Questo giovane è una delle figure più fulgide della Resistenza calcinatese al nazifascismo. Nato a Montecatini il 2 febbraio 1924, dopo l’8 settembre 1943 si rifiutò di entrare nell’esercito della Repubblica sociale italiana e aderì al movimento partigiano guidato da Astolfo Lunardi.
 Fucilato Lunardi dai tedeschi il 6 febbraio 1944 a Mompiano, fu spiccato contro di lui un mandato di cattura. Nel frattempo il padre, il generale Antonio, veniva internato in Germania per essersi rifiutato anch’egli di aderire alla Rsi  e sulla casa di famiglia in via Garibaldi si concentrò l’attenzione dei nazisti e delle brigate nere.
 Fattosi assegnare come autista al quartiere generale repubblichino a Salò, Giovanni in quel pericoloso ambiente continuò a svolgere una coraggiosa attività clandestina, operando per la consegna di un quantitativo di armi e munizioni che aveva seppellito nell’orto di casa. Avvertito dell’imminenza del suo arresto, nel settembre 1944 si allontanò da Salò, ma dovette poi presentarsi al comando delle SS di Brescia perché durante una perquisizione dell’abitazione (durante la quale il fratello Giulio era riuscito fortunosamente a fuggire) la sorella Anna Maria e la madre erano state arrestate e incarcerate prima a Villa Feltrinelli, poi a Canton Mombello, dopo una condanna del Tribunale speciale di Bergamo (ne usciranno il 25 aprile 1945).  
 Incarcerato sua volta, fu più volte interrogato e torturato. Le armi furono poi scoperte (e la casa di via Garibaldi saccheggiata e devastata ) per una confessione estorta sotto tortura a un altro partigiano, che subito dopo si impiccherà in cella.
 In pietose condizioni di salute per le sevizie subite, Giovanni Morelli fu deportato in catene al campo di sterminio di Mauthausen, dove giunge il 19 dicembre: il suo calvario si sarebbe concluso il 12 febbraio 1945 a Gusen.

venerdì 6 febbraio 2015

A fianco del popolo greco, manifestazione stasera alle ore 18 in Piazza Loggia a Brescia

Dopo la grande manifestazione di Atene dove ieri sera migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento greco in piazza Syntagma  a sostegno delle scelte operate dal nuovo governo Tsipras per uscire dalla crisi, stasera alle ore 18 il movimento manifesterà solidarietà al popolo greco in Piazza Loggia a Brescia.
  Ad Atene ieri per la prima volta dal 2012 i cittadini si sono assiepati a pochi metri dall’edificio del Parlamento, dove fino a qualche giorno fa c’erano barriere per tenere distanti i manifestanti.
Lo slogan della mobilitazione era ed è “Non ci facciamo ricattare. Non cediamo. Non abbiamo paura. Non arretriamo. Vinciamo”.

giovedì 5 febbraio 2015

Tanto zucchero please, siamo italiani

Lo strano caso dell’Italia sca­te­nata con­tro le nuove rac­co­man­da­zioni dell’Organizzazione mon­diale della sanità (Oms) sullo zuc­chero. Potremmo tito­larla così la sor­pren­dente ini­zia­tiva che il nostro paese ha intra­preso in asso­luta soli­tu­dine nei giorni scorsi all’Oms, con un’aggressività diplo­ma­tica mai vista prima da chi scrive, mal­grado la sor­ve­gliata fre­quen­ta­zione dell’agenzia dal lon­tano 1999. Detta così, que­sta bat­ta­glia nostrana sullo zuc­chero sem­bra una que­stione tec­nica, una sto­ria per addetti ai lavori. Invece c’è dell’altro. A inca­stro fra la seconda Con­fe­renza inter­na­zio­nale sulla nutri­zione della Fao (Icn2) e Expo Milano, la presa di posi­zione dell’Italia con­tro le nuove linee guida dell’Oms ha impli­ca­zioni squi­si­ta­mente poli­ti­che che inve­stono le scelte glo­bali in campo sani­ta­rio, e gli assetti di gover­nance interna. La vicenda avrà rica­dute diplo­ma­ti­che non irri­le­vanti. Due giorni fa, a porte chiuse, si è tenuto l’ennesimo incon­tro tra Oms e Ita­lia. Nell’euforia di Expo, c’è da imma­gi­nare che la nostra dele­ga­zione ripren­derà il tema prima dell’Assemblea mon­diale della salute. Insomma, non fini­sce qui.
Ma di che cosa stiamo par­lando? Al Con­si­glio ese­cu­tivo dell’Oms appena con­cluso a Gine­vra il nostro paese, appel­lan­dosi alla regola sui pro­ce­di­menti d’urgenza, si è lan­ciato nella richie­sta di inse­rire un nuovo punto all’ordine del giorno per rive­dere le moda­lità con cui l’Oms mette a punto le linee guida volte ad orien­tare le poli­ti­che sani­ta­rie dei governi su spe­ci­fici temi. Le linee guida sono una delle fun­zioni nor­ma­tive più impor­tanti che con­no­tano l’unicità, e l’importanza stessa della fun­zione dell’Oms, rispetto ad altre agen­zie dell’Onu e alla miriade di orga­niz­za­zioni pubblico-private nate negli ultimi anni nel campo della salute. L’iniziativa soli­ta­ria dell’Italia ha colto di sor­presa gli Stati mem­bri, nel metodo e nel merito. L’Italia non è mem­bro dell’organo di governo dell’Oms (per tur­na­zione, que­sto posto le spet­te­rebbe di diritto da molti anni; ma non ce ne sono le con­di­zioni poli­ti­che, fanno capire da Gine­vra), ed è apparsa assai poco diplo­ma­tica l’italica moda­lità di inter­vento a gamba tesa, e senza pre­av­viso, su un’agenda del Con­si­glio ese­cu­tivo già densa di prio­rità. Con rare ecce­zioni, gli Stati mem­bri del Con­si­glio ese­cu­tivo hanno soste­nuto con imba­razzo la lobby bat­tente in cui si sono avven­tu­rati i nostri dele­gati. Ambi­guo è parso il docu­mento (EB163/1 Add. 1) con cui il nostro governo ha inta­vo­lato la discus­sione. L’Italia chiede la revi­sione delle pro­ce­dure in mate­ria di linee guida, ma l’interesse vero è diretto alle nuove rac­co­man­da­zioni sulla assun­zione di zuc­chero per adulti e bam­bini, con­te­nute in un docu­mento licen­ziato dall’Oms ma non ancora pub­bli­cato («Gui­de­line: Sugars intake for Adults and Chil­dren»), che limi­tano l’assunzione di zuc­cheri sem­plici (quelli tipici delle meren­dine, per inten­dersi) al 10% del fab­bi­so­gno calo­rico gior­na­liero, con l’esortazione a ridurre ulte­rior­mente que­sta soglia a meno del 5%.
Cosa c’è che non va? Per­ché l’Italia spara a raf­fica su que­ste rac­co­man­da­zioni, con un’azione senza pre­ce­denti? «Diret­tive rice­vute da Roma», dicono i dele­gati ita­liani. Che pren­dono di mira l’Oms per­ché le nuove rac­co­man­da­zioni sono «dra­co­niane»; non sono solide sotto il pro­filo scien­ti­fico; non sono state con­dotte in maniera tra­spa­rente; gli Stati mem­bri devono poter inter­ve­nire sulla pro­ce­dura delle linee guida, insi­stono, anche con la scelta degli esperti e delle fonti scien­ti­fi­che. In due pagi­nette molto tec­ni­che, il Dipar­ti­mento nutri­zione dell’Oms risponde a tutte le cri­ti­che sulla tenuta scien­ti­fica dei dati epi­de­mio­lo­gici. Que­sti riman­dano in effetti a meti­co­losi studi effet­tuati in Giap­pone sulle carie den­tali negli anni ’60, in una fase di forte tran­si­zione die­te­tica del paese dopo la guerra. I dati hanno il con­forto di una nuova ana­lisi del 2014 di Shei­ham e James, che avval­lano le nuove rac­co­man­da­zioni. L’idea di esplo­rare la soglia del 5% deriva infine da uno stu­dio siste­ma­tico della let­te­ra­tura scien­ti­fica del 2014 di Moy­nian e Kelly. In quanto alla tra­spa­renza del pro­cesso, la meto­do­lo­gia delle linee guida impo­sta negli ultimi anni dall’Oms sta­bi­li­sce un’attenzione spe­ciale alla gestione del con­flitto d’interesse nella sele­zione degli esperti, e alla con­di­vi­sione dei pro­cessi inter­medi. La messa a punto di tutte le linee guida pre­vede una con­sul­ta­zione aperta con i governi, che par­te­ci­pano con i loro com­menti, come è avve­nuto per lo zuc­chero. Infine, sarebbe scel­le­rato affi­dare la deci­sione tec­nica sulle linee guida agli stati mem­bri e ai loro inte­ressi nazio­nali, hanno repli­cato all’Italia il Segre­ta­riato dell’Oms, e diverse dele­ga­zioni euro­pee, oltre agli Stati uniti.
Ma allora da dove ven­gono fuori, ci si chiede, le «diret­tive da Roma»? Con­tro ogni tra­di­zione di seve­rità in mate­ria ali­men­tare, in Ita­lia da qual­che tempo si agita un vento nuovo sulla agenda del cibo e delle malat­tie cro­ni­che, le cui dina­mi­che si sono squa­der­nate visi­bil­mente durante il nego­ziato che ha con­ce­pito i docu­menti finali della Seconda con­fe­renza sulla nutri­zione (ICN2). Per mesi il nostro paese, appro­fit­tando senza troppi scru­poli della pre­si­denza Ue, ha osti­na­ta­mente oppo­sto resi­stenza al discorso sulle «heal­thy diets», le diete salu­tari. Que­ste sono la rispo­sta più rea­li­stica alle inter­fe­renze delle aziende ali­men­tari che pun­tano alla medi­ca­liz­za­zione del cibo e alla «bio-fortificazione» tra­mite l’ingegneria gene­tica, come solu­zioni alla mal­nu­tri­zione. Effetto Expo? Certo che nei mini­steri l’aria è cam­biata, con­fer­mano fonti infor­mate che chie­dono di restare ano­nime. L’influenza delle grandi aziende ali­men­tari nelle deci­sioni del nostro paese è pal­pa­bile, con una nuova filiera deci­sio­nale che pro­cede da «livelli molto alti».
Chi sono que­ste aziende? La dele­ga­zione ita­liana accre­di­tata all’Oms con­tiene qual­che rispo­sta. Delle due figure apparse per la prima volta sotto la gene­rica deno­mi­na­zione di «esperti della salute del mini­stero Affari esteri», Luca del Balzo risulta in effetti «senior advi­sor della Fer­rero» in diversi link rin­trac­cia­bili fino a qual­che giorno fa sul web. Con que­sta fun­zione Del Balzo com­pare in un con­ve­gno dell’Istituto Luigi Sturzo del 16 luglio 2014 su «Il vou­cher uni­ver­sale per i ser­vizi alla per­sona e alla fami­glia», e in un incon­tro con le aziende ita­liane orga­niz­zate in Por­to­gallo, dove è stato amba­scia­tore dell’Italia, a otto­bre 2014. Un clas­sico esem­pio di revol­ving doors, o meglio di paso doble fra pub­blico e pri­vato, nella pro­gres­siva ibri­da­zione della gover­nance nazio­nale e mon­diale.
Dif­fi­cile in effetti imma­gi­nare che gli inte­ressi della Fer­rero, peral­tro molto attiva durante la ICN2, cor­ri­spon­dano a quelli della salute pub­blica di un paese in cui, secondo il recente rap­porto dell’Osservatorio del Dipar­ti­mento di socio­lo­gia e ricerca sociale dell’università Milano Bicocca, un bam­bino su 4 è sovrap­peso e uno su 10 è obeso. In Ita­lia la pre­va­lenza di sovrap­peso in età pedia­trica supera di circa 3 punti per­cen­tuali la media euro­pea, con un tasso di crescita/annua dello 0,5–1 per cento, pari a quella degli Stati uniti. Nel mondo, le malat­tie cro­ni­che – malat­tie den­tali, dia­bete, tumore, effetti car­dio­va­sco­lari, etc. — sono la prin­ci­pale causa di morte e lo zuc­chero è uno degli agenti più comuni nelle diete di bassa qua­lità, e uno dei mas­sini fat­tori di rischio dell’obesità.
L’insidiosa offen­siva ita­liana – con l’infiltrazione dell’industria nella dele­ga­zione del nostro paese – non è pas­sata inos­ser­vata agli sta­ke­hol­ders dello zuc­chero, la filiera pro­dut­tiva. Lo ha detto il rap­pre­sen­tante degli Usa, allu­dendo alla neces­sità di tor­nare sull’argomento. Coin­ci­denza vuole che pro­prio al Con­si­glio ese­cu­tivo dell’Oms abbia tenuto banco la que­stione dell’interazione dell’Oms con gli attori del busi­ness, con l’ennesima richie­sta di appro­fon­dire il tema del con­flitto d’interesse e la gestione dell’indebita influenza dei por­ta­tori di inte­ressi pri­vati. Quello della Fer­rero asso­mi­glia a un caso stu­dio. Uno strano caso, che richiede chia­rezza nel nostro paese, quanto prima.
C’era una volta la Nutella, buona e aggre­gante, ed era un bel tempo. Oggi rischia di esserci il cini­smo di un governo che – assog­get­tato agli inte­ressi pri­vati — non sem­bra curarsi dei pre­ve­di­bili effetti delle pro­po­ste che fa nel campo della salute, indi­ca­tore dram­ma­tico dello stato di salute di una società.
Nicoletta Dentico, Osser­va­to­rio ita­liano sulla salute globale

mercoledì 4 febbraio 2015

No Tav: ancora carotaggi, venerdì un vertice

In questi giorni proseguono nella campagna di Calcinatello le operazioni di escavazione e carotaggio dei terreni da parte dei tecnici del consorzio Cepav2, in vista della realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità.
 Questi lavori talvolta vengono svolti anche in alcune aree che presentano criticità di carattere ambientale, come la cava Signoria che fra l’altro sembra contenere, sepolto lì ormai da molti anni, un deposito abusivo di rifiuti.

 Successivamente gli addetti del consorzio si sono recati in un fondo lì vicino attraversando altre proprietà. Nel corso dei lavori sono stati divelti alberi in un lembo di terra attiguo al tracciato dell’autostrada Serenissima. Fra i siti esaminati dalle trivelle anche il terreno che in via Brescia ospita il canile San Rocco.
 Oltre ai carabinieri di Calcinato, richiamati da una segnalazione del locale Soccorso No Tav, è giunta in zona a controllare il regolare svolgimento dei lavori anche una squadra di tecnici dell’Arpa.

 Nel quadro delle operazioni in corso, in località Barconi, una ruspa è anche entrata in un’area a bosco dove ha divelto alcuni alberi e movimentato il terreno. Ieri mattina si è recata sul posto la Guardia Forestale per un sopralluogo e la verifica dei lavori svolti.

 Per venerdì mattina alle ore 10 è previsto un vertice fra gli enti e aziende coinvolte, per la verifica dei lavori in corso sul territorio comunale di Calcinato.


martedì 3 febbraio 2015

Due appuntamenti No Tav a Montichiari

In questi giorni l’epicentro del dibattito sul Tav si sposta da Calcinato a Montichiari, dove sono in programma ben due convegni dedicati a questa importante infrastruttura, che nella tratta Brescia-Verona è in fase di definizione.
Giovedì 5 febbraio alle ore 21 al Cinema Gloria di via San Pietro 3 ne parlerà un gruppo di esperti chiamati a discutere dal Coordinamento No Tav: fra di essi si segnalano il prof. Erasmo Venosi (ordinario di Fisica Nucleare ed ex vicepresidente della Commissione istruttoria per l'autorizzazione ambientale del Ministero dell'Ambiente) e la dott.ssa Marta Vanzetto, specializzata in diritto ambientale.
“A Montichiari – racconta la portavoce dei No Tav locali Marina Beatini - il Tav avrà una fermata in mezzo alle discariche e vicino all'Aeroporto Gabriele D’Annunzio: obbiettivo dei nostri amministratori è quello di avviare a pieno ritmo l'aeroporto causando un aumento enorme di inquinamento acustico e dell'aria, con centinaia di espropri di case, terreni agricoli e aziende. E tutto questo loro lo chiamano sviluppo".
Venerdì 6 invece ci si sposterà alla Sala Scalvini del Centro Fiera del Garda, in via Brescia, dove alle ore 21 altre motivazioni del no a questa nuova grande opera pubblica verranno illustrate nel corso di un’assemblea alla quale interverranno Dario Balotta (responsabile trasporti per Legambiente Lombardia), Ferdinando Dino Alberti (deputato M5S e membro della commissione finanze), Fiorenzo Bertocchi (segretario provinciale del Prc),Gianni Caliari (portavoce di Sinistra Monteclarense) e Paolo Rossi (consigliere comunale M5S a Montichiari).
“L'organizzazione congiunta – spiega una nota degli organizzatori - ha lo scopo comune di sensibilizzare la cittadinanza riguardo le ripercussioni ambientali, i costi finanziari, l'utilità pubblica, le possibili alternative e le ricadute economiche e lavorative a Montichiari”.

lunedì 2 febbraio 2015

La coerenza di Tsipras e quella nostra

Se il nuovo governo greco comincerà subito  a tenere fede al suo programma elettorale stabilendo il salario minimo a 750 euro mensili, la Germania del governo Merkel-SPD chiuderà la porta ad ogni trattativa sul debito. Infatti con le "riforme" tedesche che han fatto da modello a tutto il continente, i milioni di lavoratori precari impegnati nei minijobs prenderebbero di meno di un lavoratore greco. È vero che ci sono le integrazioni dello stato sociale, ma è altrettanto vero che  la coerenza del nuovo governo greco aprirebbe un fronte con la Germania anche sui tagli al welfare.
Insomma la coerenza di Tsipras sarebbe insostenibile per una classe dirigente tedesca  che da anni impone terribili sacrifici al proprio mondo del lavoro spiegando che gli altri stanno tutti peggio. Gli operai tedeschi, che hanno subìto una delle peggiori compressioni salariali d'Europa, si chiederebbero a che pro, visto che le cicale greche ricominciano a frinire. È per il timore del contagio sociale, della ripresa, magari persino conflittuale, dei salari e della richiesta di welfare che si dirà no alla Grecia e non per la questione debito.
Il debito pubblico della Grecia ruota attorno a 350 miliardi di euro, quello interno alla UE dovrebbe essere circa attorno ai due terzi di quella cifra. Abbuonarne  la metà significherebbe per la UE rinunciare a poco più di 100 miliardi. È una cifra enorme naturalmente, ma dal 2008 governi europei, BCE e sistema finanziario hanno speso 3000 miliardi per sostenere le banche. E altri 1000 verranno spesi nel Quantitative Easing, presentato come un sostegno agli Stati che in realtà finanzia ancora gli istituti bancari acquirenti di titoli di stato. Cosa sono allora 100 miliardi di abbuono del debito ad una Grecia che comunque non potrebbe pagarli, di fronte ai 4000 miliardi concessi al sistema bancario e finanziario? Niente sul piano delle dimensioni della cifra, tutto sul piano del suo significato.
 Come dicono accreditate indiscrezioni, una dilazione dei pagamenti più che trentennale sarebbe già stata concessa dalla Troika nel novembre scorso, ma naturalmente in cambio della impegno a continuare le politiche liberiste di questi anni.  Il problema dunque è la continuità o la rottura con  quelle politiche, e qui Syriza e la Troika si scontreranno.
 Quello che sta succedendo in Grecia e in Spagna è qualcosa di diverso dalla storia europee delle sinistre. La politica dell'austerità sta portando tutta l'Europa meridionale verso quello che una volta si chiamava terzo mondo. Le prime risposte vere son quindi legate a questa nuova terribile realtà. Le socialdemocrazie si sono immolate sull'altare del rigore e le sinistre comuniste son troppo piccole e divise per contare. Si apre così lo spazio per forze alternative diverse da quelle del passato. In fondo il successo del M5S aveva inizialmente questo segno, anche se sinora a quel movimento è mancata una vera spinta sociale e la sua politica è rimasta ancorata al terreno  della cosiddetta  lotta  per l'onestà. Invece  Syriza e Podemos somigliano sempre di più  alle formazioni populiste di  sinistra che governano  gran parte dell'America Latina e con questa impronta affrontano la crisi europea e il Fiscal compact, vedremo .
 Quel che è certo è  che le cose stanno cambiando, ma non da noi. Siamo stati facili profeti ad anticipare il salto sul cavallo greco di tutto il mondo politico italiano, oramai campione di trasformismo in Europa. C' è ovviamente anche un calcolo parassitario non solo elettorale. Se la Grecia ottiene qualcosa , si spera che  qualcosa tocchi anche a noi. Così tutti a fare gli Tsipras con le vongole, dimenticando ovviamente la sostanza del programma del nuovo governo greco . Che tradotto in Italiano significherebbe misure immediate come la cancellazione del JOBSACT, della legge FORNERO sulle pensioni, del pareggio di bilancio costituzionalizzato. E a seguire la fine delle privatizzazioni, dei tagli alla Sanità e alla scuola pubblica, del patto di stabilità per gli enti locali.
 Attenzione, questi non dovrebbero essere gli obiettivi strategici di un governo che promette tanto, ma le azioni dei famosi primi cento giorni. Poi dovrebbe seguire la messa in discussione della politica del debiti e del debito stesso, che da quando nel 2011 Giorgio Napolitano indicò  come vincolo per le politiche di austerità è passato da 1900 a 2150 miliardi. Si tratta di rompere con tutte le politiche seguite non solo dalla destra, ma dal centrosinistra in questi anni. Come si  fa allora a stare con la Grecia mentre ci si allea con il PD di Renzi in tutte le regioni più importanti.? Mi fermo qui perché è assolutamente ovvio che se non si rompe con i partiti dell'austerità,  il sostegno alla  Grecia non c'è.
 Anche sul piano sindacale son tutti felici per le elezioni greche. Ricordo però le tante volte che in Cgil si è usata la Grecia come esempio di una resistenza vana. 14 scioperi generali e in quel paese non è cambiato nulla, si diceva quando si lasciavano passare la pensione a 68 anni e le altre riforme di Monti. E in nome della flessibilita CGILCISLUIL son arrivate a concordare il lavoro gratuito per migliaia di giovani precari che dovranno far funzionare l'Expo. È quindi inutile usare il marchio greco per coprire politiche e gruppi dirigenti responsabili o complici del nostro disastro sociale. La sola cosa seria che si deve fare in casa nostra  per sostenere la Grecia contro la Troika è praticare la stessa rottura.
 Non son in grado di sapere se Tsipras sarà coerente, ma per aiutare lui ad esserlo bisogna fare in modo che non sia solo Bella Ciao l'unico legame utile all'Italia.
Giorgio Cremaschi 

domenica 1 febbraio 2015

Matt...acchioni?

L’elezione di Sergio Mat­ta­rella alla presidenza della Repubblica divide la sinistra italiana.
 I 33 grandi elet­tori di SEL hanno votato per il nuovo pre­si­dente pro­po­sto da Renzi. «Restiamo all’opposizione», assi­cura Ven­dola, ma la sua ele­zione è «una buona noti­zia per l’Italia. È una figura lim­pida di gran­dis­simo rigore morale e il garante dei prin­cipi costi­tu­zio­nali, un custode della reli­gione civile della Costi­tu­zione. Que­sta scelta non è il frutto di trame di palazzo, die­tro que­sto nome non c’è la puzza del Patto del Naza­reno».
 Invece il socio­logo Marco Revelli a nome dell’Altra Europa afferma: «Non ci uniamo al Te deum pre­va­lente», «non per­ché chi è stato eletto non abbia una pro­pria dignità» ma per­ché «dal punto di vista dell’autonomia rispetto all’Europa della Troika Mat­ta­rella non garan­ti­sce nulla» e per­ché «il metodo con cui si è giunti a que­sto esito con­ferma la ten­denza alla sot­to­mis­sione del Par­la­mento da parte del capo del governo».
 Sulla stessa linea è Paolo Fer­rero (Prc): «Non è una buona noti­zia. Era neces­sa­rio por­tare al Qui­ri­nale una per­sona espres­sione della società e non del palazzo: un garante del popolo ita­liano e non del governo Renzi».