martedì 14 giugno 2016

Censimento dei terreni incolti anche a Calcinato

Con l'obiettivo di ricercare terreni non coltivati per favorirne il recupero, valorizzare il patrimonio agricolo, di promuovere i processi di ricomposizione e riordino fondiario, di recuperare ad uso produttivo le superfici agricole abbondanate, incolte o sottoutilizzate, nonchè di favorire la salvaguardia del territorio, dalla Regione giunge notizia deall istituzione della Banca della Terra Lombarda.
Regolamento, elenco dei terreni potenzialmente incolti e modulo per l'istanza che i proprietari dei terreni sopra indicati possono presentare al Comune di Calcinato per l'inserimento nella  Banca della Terra Lombarda si possono scaricare alla pagina web http://www.comune.calcinato.bs.it/Articoli/Home-Page/Focus/13-374%5ECENSIMENTO-TERRENI-INCOLTI.asp.
Per informazioni si può telefonare all'Ufficio Tecnico allo 030/9989210.

lunedì 13 giugno 2016

“#genera_azioni”: abitare, lavorare, vivere insieme

Entra nel vivo il progetto di welfare spontaneo denominato “#genera_azioni”. I primi interventi concreti riguardano l’abitare, il lavoro e la dimensione comunitaria, con attività e iniziatie finalizzate a sostenere la fragilità.
Grazie alla collaborazione fra sette amministrazioni comunali (Montichiari, Acquafredda, Calcinato, Calvisano, Carpenedolo, Remedello e Visano), cinque realtà del privato sociale (Consorzio Tenda, Cooperativa La Sorgente, Associazione Ama, La Nuvola nel Sacco e la Parrocchia di Santa Maria Assunta) e il contributo economico di Fondazione Cariplo e Fondazione Comunità Bresciana, il progetto si differenziadall’interventismo d’emergenza che ha caratterizzato negli ultimi anni le logiche dell’assistenza sociale, puntando a costruire un welfare spontaneo, che nasca e si sviluppi grazie al dialogo sociale, alla corresponsabilità e alla partecipazione di tutti.
In tema abitativo, il progetto propone esperienze sperimentali di coabitazione (chi ha spazi in più – è il ragionamento - può ospitare altri cittadini, in un’ottica di convivenza responsabile e solidale) e ad interventi di sostegno all’affitto, quali transazioni sulle morosità, stipula di contratti di locazione a canone calmierato e fondi di garanzia per i locatori.
Per quanto concerne il lavoro, vengono attivati tirocini extracurriculari con finalità collocative, dedicati ai cittadini che han superato i 30 danni e siano disoccupati da almeno tre mesi, e il sostegno, a tutti coloro che ne facciano richiesta, della figura dell’Agente Sviluppo Lavoro.
Per i cittadini e le associazioni si apre, infine, un’ulteriore possibilità: quella di presentare la propria idea a vantaggio della comunità e ottenere un finanziamento economico per la sua realizzazione.
I cittadini interessati possono trovare tutte le informazioni e la relativa modulistica per candidarsi sul sito di progetto www.welfaregenerazioni.it, oppure rivolgendosi ai Punti di Comunità dei Comuni aderenti. Per maggiori informazioni, è possibile scrivere all’indirizzo segreteria@welfaregenerazioni.it

venerdì 10 giugno 2016

Acqua pubblica: non molliamo!

Dopo la sconfitta lunedì in consiglio comunale della nostra proposta in difesa della volontà referendaria sull'acqua bene comune da non  privatizzare (magra consolazione è l'aver unito su di essa tutte le minoranze), sono in molti i cittadini che in queste ore ci invitano a non mollare.
Il Comune ha aderito ad Acque Bresciane srl, la società mista tra pubblico (i Comuni, le partecipate, la Provincia) e privato (fino ad una quota societaria del 49 per cento) che fino al 2046 gestirà il ciclo completo delle acqua: acquedotti, fognature e depurazione. La società avrà sede legale a Brescia, con un capitale iniziale di 100mila euro sottoscritto per 80mila dalle società pubbliche e per 20mila dalla Provincia. Per quanto ci riguarda il consorzio Garda Uno entrerà con una quota del 30%, pari a 30mila euro. Il gruppo pubblico riunisce quattro partecipate: Garda Uno, AOB2 (gestore per la zona ovest della nostra provincia), Sir (gestore in Valcamonica) e Sirmione Servizi, gestore per la cittadina gardesana. 
L'operatività della nuova società è prevista entro il 31 ottobre. Da qui ad allora - insieme con il comitato provinciale Acqua Bene Comune - intensificheremo l'informazione ai cittadini, la raccolta di firme in calce alla petizione popolare per chiedere che vengano rispettati i dettami del referendum e il dialogo con i nostri amministratori per sollecitarli a riflettere sulla necessità (morale prima ancora che politica) della ripubblicizzazione dell'acqua

mercoledì 8 giugno 2016

Il Comitato Cittadini al Presidente della Provincia

Per gentil concessione, pubblichiamo il testo del discorso che Laura Corsini per il Comitato Cittadini Calcinato ha pronunciato all'Agorà di sabato scorso in Broletto a Brescia davanti al Presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli.

Presidente Mottinelli,
mi appresto a leggere quanto il Comitato Cittadini Calcinato ha ritenuto necessario dirle nella certezza che esprimerò il pensiero di moltissimi cittadini bresciani.
Cittadini che non sono CONTRO TUTTO o CONTRO TUTTI ma che ora dicono “basta” a quelle scelte politiche che non fanno il bene comune.
Le criticità di Calcinato crediamo la conosca perfettamente.
CALCINATO oltre a discariche ha sul territorio aziende a forte impatto odorigeno e altre ad elevato rischio ambientale.
Vi sono poi una serie di infrastrutture: la ferrovia storica, la presenza di strade statali e tangenziale ad alto flusso veicolare e per ultima non certamente per le problematiche il passaggio della autostrada A4, full 7 giorni su 7. Oltre a quanto sopra, vi sono in corso nuove richieste autorizzative e di ampliamento per nuovi siti e la progettazione del TAV, un'altra infrastruttura inutile e costosa, che lei ha dichiarato necessaria, opera senza copertura finanziaria come tutti sappiamo che distruggerà ancora ettari di terreno bresciano.
Come ben sa, il nostro territorio confina poi con Montichiari la cui situazione è ben nota in tutta Italia, con Mazzano, Bedizzole tutte aree che a confine con Calcinato hanno situato aziende ad alto impatto ambientale. Non solo con il passaggio del TAV e verrà costruita a Lonato una centrale elettromagnetica che, nonostante nessuno ne parli, tutti siamo coscienti dei gravi danni che potrebbe arrecare alla cittadinanza.

PRESIDENTE MOTTINELLI,
SIAMO STANCHI.
SIAMO STANCHI di enti che non parlano fra loro perché di diversi colori “partitici” e cosi non hanno “obiettivi comuni”.
SIAMO STANCHI di organi di controllo spesso assenti come l’ ATS di Brescia che non risponde mai alle sollecitazioni e alle tante domande sul perché BRESCIA si ammala più che in altre parti di ITALIA sia a livello pediatrico che adulto.
Siamo stanchi di imprenditori che anziché investire in attività alternative a quelle legate alle “discariche” o ai “rifiuti”, che gli hanno già fatto GUADAGNARE TANTO, si attivano con STUDI DI AVVOCATI per diffidare o ricorrere al TAR contro istituzioni, amministrazioni comunali, enti di controllo e cittadini ogni volta vengono evidenziate criticità del loro operato. DI QUESTI E’ NECESSARIO FARE TABULA RASA ED E’ POSSIBILE FARLO soltanto quando tutti condividono un unico obiettivo.
PRESIDENTE MOTTINELLI,
E’ INDISPENSABILE FARE RETE:
1) STOP al rilascio di nuove concessioni o ampliamenti a forte impatto ambientale su tutto il territorio bresciano. Brescia ha già dato.
2) SERVE UNA SORVEGLIANZA efficace da parte della PROVINCIA su quelle aziende ad elevato impatto ambientale facendo CONTROLLI A SORPRESA E NON PROGRAMMATI CON PERSONALE PREPARATO sia sui processi industriali sia sulla documentazione legata all'attività. Una sorveglianza auspicabile con l’aiuto anche di ISTITUZIONI VOLONTARIE preparate sull'ambiente, volute anche dalla stessa PROVINCIA DI BRESCIA. Una sorveglianza in collaborazione dei SINDACI, RESPONSABILI DELLA SALUTE DEI CITTADINI che presenti sul territorio devono appoggiare in totale sinergia l’operato della PROVINCIA DI BRESCIA.
3) Il quotidiano La Repubblica pubblicava il 3/10/2013 (ma vi sono articoli anche più recenti) l’elenco dei migliori ospedali italiani e posizionava al 2 posto gli Spedali Civili di Brescia quale eccellenza nei reparti di ONCOLOGIA e CARDIOCHIRURGIA subito dopo San Raffaele di Milano e mettendo al 6 posto anche un altro ospedale bresciano la Poliambulanza.
Siamo felici di questo, ma l’obiettivo di tutti non deve essere la cura ma la PREVENZIONE…
Per questo chiediamo di smetterla di perdere tempo con nuove indagini epidemiologiche le risposte le abbiamo già con troppi malati nelle nostre famiglie. SERVE INVECE PROCEDERE IMMEDIATAMENTE CON LE BONIFICHE SU TUTTO IL TERRITORIO BRESCIANO A PARTIRE DALLA CAFFARO.

Nel suo mandato aveva evidenziato espressamente due priorità: la tutela del territorio e dei cittadini bresciani.
Per questo le chiediamo di visitare il nostro territorio al nostro fianco proprio per portarla la dove vi sono le forti criticità che da anni vengono segnalate agli organi di competenza lamentando il degrado del territorio, la svalutazione degli immobili, la mancanza di serenità di vivere nelle proprie case fino ad arrivare a dover vendere le proprie abitazioni a PREZZI RIBASSATI E TRASFERIRSI perché il territorio è troppo compromesso.
QUESTO ACCADE A CALCINATO e IN TANTISSIMI PAESE DELLA PROVINCIA CHE LEI AMMINISTRA.
PER QUESTO NON POSSIAMO E NON VOGLIAMO PIU’ ATTENDERE UNA POLITICA CHE DICE DI TUTELARE IL TERRITORIO E POI FA SCELTE POLITICHE E GESTIONALI COMPLETAMENTE OPPOSTE.
BISOGNA PARLARE APERTAMENTE AI CITTADINI E DIRE LORO CHE SARANNO ANNI DIFFICILI DOVE GLI INVESTIMENTI DOVRANNO NECESSARIAMENTE CONVOGLIARE IN BONIFICHE DEL TERRITORIO.
Ma se in cima alla vetta ci saranno “salute” e un “territorio sano”, carissimo presidente, non abbia paura a fare questa scelta i cittadini bresciani saranno con lei e una salita fatta insieme sarà meno ripida per tutti.
Grazie.
COMITATO CITTADINI CALCINATO

martedì 7 giugno 2016

Calcinato entra in Acque Bresciane

Ieri sera il consiglio comunale di Calcinato ha approvato l'ingresso nella nuova società Acque Bresciane che si occuperà della gestione del servizio idrico integrato dell’Ato della Provincia di Brescia. La partecipazione dei privati potrà coprire quote per un totale che va dal 40% al 49%, in barba ai referendum. A favore la maggioranza, contrarie le minoranze, a partire da Bene Comune che ha aperto la dicusione dopo l'intervento del sindaco con una articolata e serrata disamina del provvedimento. Constatiamo amaramente che nel dibattito c'è sempre meno spazio per i ragionamenti, sovente coperti da invettive e contumelie. 
Varati anche la “convenzione tra i comuni del distretto di Montichiari per la gestione del servizio tutela a favore dei minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria” e il tanto agognato trasferimento definitivo (a partire da martedì 14 giugno) del mercato settimanale nella zona compresa fra via Marconi, Piazza Aldo Moro e via della Filanda.

lunedì 6 giugno 2016

Acqua: la posizione di Bene Comune

Anticipiamo il testo del discorso che Tiziana Spreafico pronuncerà stasera in consiglio comunale contro la possibilità che la gestione dell'acqua potabile di Calcinato venga privatizzata. 
 L’acqua è un diritto essenziale e inalienabile di ogni uomo, come ricorda anche lo Statuto della costituenda società “Acque bresciane srl” che all’articolo 1.4 recita: “La società riconosce l’acqua quale patrimonio dell’umanità, bene comune, diritto inalienabile di ogni essere vivente. L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani secondo i principi enunciati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione n. 64 del 28 luglio 2010”.
Bene Comune ritiene che l’accordo che ci viene chiesto di approvare stasera non sia rispettoso di questi principi, non garantisca l’acqua come diritto umano essenziale e contenga elementi tali che rischiano di portarci nella direzione opposta.
Così come non rispetta la volontà popolare, espressa inequivocabilmente dai cittadini italiani con i referendum del 12 e 13 giugno 2011, quando la stragrande maggioranza dei votanti aveva chiaramente espresso la volontà che l’acqua non deve essere privatizzata, che la gestione dell’’acqua deve essere pubblica, che sull’acqua non si devono fare profitti.
La scelta operata dalla Provincia di Brescia prevede invece la costituzione, in prospettiva, di una società mista con la partecipazione significativa (non inferiore al 40%) di un socio privato. Forse da un punto di vista strettamente giuridico, come qualcuno sostiene, può anche essere che questa scelta sia formalmente rispettosa delle norme così come sono uscite dopo le abrogazioni approvate dal referendum, ma certamente da un punto di vista sostanziale e politico non è rispettosa della volontà popolare: i cittadini hanno espresso la volontà che sull'acqua non si possono fare profitti  e allora qualcuno deve spiegarci che interesse può avere un socio privato a partecipare.
Ci chiediamo quindi perché i nostri sindaci abbiano voluto ignorare una precisa volontà dei propri cittadini. Crediamo che ciò costituisca un grave vulnus alla democrazia rappresentativa e alla Costituzione.
Questi sono i motivi di fondo per i quali Bene Comune è fortemente contrario a questo accordo. Ci sono poi anche motivazioni più direttamente connesse all’accordo stesso e al percorso ipotizzato, che non risulta per nulla chiaro. Non si capisce bene, ad esempio, quali comuni saranno “gestiti” dalla nuova società e in quali tempi; con si capisce bene che differenza vi sia tra l’essere socio della società e non esserlo; che valore ha sottoscrivere l’accordo senza diventare soci della società.
Vorrei  chiedere  al Sindaco: "A Calcinato adesso che cosa succede? Se non ho capito male, il nostro comune, in cui il Servizio idrico integrato è attualmente gestito da Garda Uno, continuerà ad essere “servito” da questa società nei prossimi anni. Ma fino a quando? E dopo che cosa succede? E poi se la situazione è questa, e cioè che per alcuni anni saremo ancora “serviti” da Garda Uno, che senso ha aderire adesso all’accordo? Che vantaggio ne abbiamo? Tanto, se non ho capito male, si può sempre aderire, anche successivamente, all’accordo così come sarà sempre possibile diventare soci della costituenda società. Mi risulta, ad esempio, se non sbaglio, che diversi comuni del Garda e delle valli non stiano, almeno per ora, aderendo all’accordo.
E veniamo alle considerazioni e osservazioni puntuali, che riprendono in gran parte le osservazioni inviate alla Provincia a fine gennaio dal Comitato Brescia Acqua Comune, da noi sostanzialmente condivise. Lo facciamo scorrendo il testo della delibera di approvazione, che riporta anche alcuni passi del testo dell’accordo.
Non è ovviamente una trattazione esaustiva; toccheremo solo alcuni punti, quelli che ci paiono più significativi.
Prima considerazione: sottoscrittori accordo
La norma sancita dall’art. 15 della legge n. 241/1990 (richiamata in modo esplicito pure dal titolo dell’Accordo) di per sé regolamenta esclusivamente gli accordi tra pubbliche amministrazioni, mentre, dalla lettura dei documenti portati in approvazione, la sottoscrizione dell’Accordo viene estesa anche a soggetti privati o di diritto privato come le società che attualmente gestiscono il servizio in Provincia, indicate, appunto, quali parti dell’accordo assieme ai Comuni.
Le società, peraltro, sono mero strumento di gestione del servizio e, quindi, non possono nemmeno essere parte di un accordo che ne determini ruoli e funzioni. Ai sensi della normativa vigente ci parrebbe quindi che soltanto le amministrazioni pubbliche socie delle società potrebbero e dovrebbero essere parte dell’accordo.
Seconda considerazione: affidamento in house ed esercizio del controllo analogo
Nella prima fase del percorso si prevede l’affidamento diretto del servizio alla costituenda Acque Bresciane srl o, come comunemente definito, l’affidamento in “house providing”. Per questa modalità di affidamento devono però sussistere i requisiti previsti dalla giurisprudenza comunitaria: partecipazione totalmente pubblica, svolgimento di attività prevalente a favore degli enti affidatari in house del servizio, assenza di vocazione commerciale e, in particolare, quello che viene chiamato l’esercizio del controllo analogo. Ma tutti questi requisiti possono sussistere solo in presenza di una partecipazione diretta degli enti locali affidatari del servizio, ossia in una impresa partecipata di primo livello, cosa che non è garantita visto che i comuni possono partecipare attraverso loro enti o società a capitale interamente pubblico.
Il principio del controllo analogo comporta che gli enti locali affidatari del servizio in “house” abbiano la possibilità di esercitare un controllo analogo a quello che esercitano sui servizi direttamente erogati; cioè nel nostro caso di esercitare il potere di dettare le linee strategiche e le scelte operative della società in house. Per garantire tale principio l’accordo prevede l’istituzione di un Comitato di indirizzo e controllo (non è chiarissimo chi ne farà parte). Ma come può questo Comitato essere in grado di esercitare tale controllo analogo, non essendo un organo sociale previsto dalle norme del codice civile e quindi di fatto privo di ogni valore giuridico?
Terza considerazione: socio privato
Dal testo della delibera cito: “I soggetti che sottoscrivono il presente Accordo si impegnano affinchè la società espleti entro il termine del 31 dicembre 2018 la procedura ad evidenza pubblica per la scelta del socio privato”.
Si prevede, quindi, nella seconda fase del percorso, l’ingresso di un socio privato con la costituzione di una società mista.
Perché il socio privato? In genere si ricorre ad un socio privato per l’apporto di capitali che diversamente non si avrebbero disponibili. Ma nel caso del servizio idrico il referendum del 2011 ha cancellato questa possibilità (cancellazione dalla tariffa della quota relativa alla remunerazione del capitale investito) e la tariffa deve coprire tutti i costi del servizio. Non si capisce perciò quale sia il ruolo del privato. Esso poi non serve neppure per assicurare una gestione più efficiente, efficace ed economica della società perché non è la proprietà che fa la differenza ma chi è chiamato a  gestire la società.
E’ utile ricordare che secondo il Rapporto sullo sviluppo umano diffuso nel dicembre 2006 dall’UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), nessuno fra i programmi di privatizzazione realizzati in tutto il mondo ha raggiunto i risultati attesi: questo la dice lunga sulla capacità del settore privato di essere in grado di conciliare l’equità e l’efficienza necessarie per garantire a tutti il diritto all’acqua.
A livello mondiale dal 2001 si sta assistendo ad una inversione di rotta. I problemi che derivano dalla gestione privata dell’acqua hanno convinto molte comunità e i loro rappresentanti politici che il settore pubblico è più qualificato per fornire servizi di qualità ai cittadini e per promuovere il diritto umano all’acqua e allo sviluppo sostenibile delle risorse idriche. Molte amministrazioni pubbliche hanno ripubblicizzato il servizio idrico (si veda, ad esempio, il Comune di Parigi, che dopo 25 anni di gestione affidata a privati ha ripubblicizzato il proprio servizio idrico): nel 2000 si sono verifica due casi in due Paesi, interessando meno di un milione di persone, nel marzo 2015 si è arrivati a 235 casi in 37 Paesi, con una popolazione interessata superiore ai 100 milioni.
Noi, buoni ultimi, invece vogliamo andare in una direzione che si è già dimostrata fallimentare?
Conclusioni
Chiediamo al Consiglio Comunale di agire nel rispetto della volontà del popolo italiano e di dichiararsi contrario all’ingresso di un socio privato nella costituenda Acque Bresciane srl; di dichiararsi invece favorevole al mantenimento della società Acque Bresciane interamente pubblica e alla gestione in house del servizio idrico, prevedendo la trasformazione della società Acque bresciane srl in un’Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico, senza fini di lucro, posseduta e controllata in forma paritaria (proporzionale agli abitanti) da tutti i Comuni del territorio provinciale bresciano.
Bene Comune opererà in questa direzione. In raccordo con il Comitato Brescia Acqua Bene Comune e altre associazioni e istituzioni, ci adopereremo affinché si cambi la scelta per ora operata dalla Provincia, abbandonando l’idea di una società mista e puntando alla costituzione di una società totalmente pubblica.
Tiziana Spreafico

domenica 5 giugno 2016

Acqua: Calcinato come Fontamara?

La vera soluzione la presentò don Circostanza.“Queste donne pretendono che la metà del ruscello non basta per irrigare le loro terre. Esse vogliono più della metà, almeno così credo d’interpretare i loro desideri. Esiste perciò un solo accomodamento possibile. Bisogna lasciare al podestà i tre quarti dell’acqua del ruscello e i tre quarti dell’acqua che resta saranno per i Fontamaresi. Così gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioè, un po’ più della metà. Capisco” aggiunse don Circostanza “che la mia proposta danneggia enormemente il podestà, ma io faccio appello al suo buon cuore di filantropo e di benefattore.”
“Se c’è da pagare qualche cosa”, mi affrettai a dire “badate che non pago”.
“Non c’è nulla da pagare” spiegò ad alta voce l’Impresario.“Niente?” mi disse sottovoce la moglie di Zompa. “Se non costa niente, c’è l’imbroglio.”
Il notaio scarabocchiò sulla carta le parole dell’accomodamento e lo fece firmare all’Impresario, al segretario comunale e a don Circostanza come rappresentante del popolo fontamarese. Dopo di che noi ci rimettemmo in cammino per tornare a casa.
Nei giorni seguenti i cantonieri, sotto la protezione di due guardie armate, ripresero a scavare il fosso che doveva portare una parte della nostra acqua nelle terre acquistate dall’Impresario. Ma, esattamente, quanta parte?
Nessuno di noi aveva sufficiente istruzione per sciogliere quell’imbroglio, perché all’infuori della scrittura della propria firma, poc’altro ci era stato insegnato; ma diffidavamo dal ricorrere a qualche persona istruita, per non aggiungere altre spese all’inganno.
 

(Ignazio Silone, Fontamara, 1930)

Per non finire peggio dei fontamaresi invitiamo tutti i cittadini lunedì 6 giugno 2016 alle ore 20.45 al consiglio comunale in municipio per la difesa dell’acqua bene comune dei calcinatesi!



sabato 4 giugno 2016

Lunedì l'acqua arriva in consiglio comunale

Importante consiglio comunale lunedì 6 giugno a Calcinato. Alle ore 20.45 in municipio inizierà la seduta convocata dal sindaco Marika Legati per l'approvazione degli “schemi dell’accordo ai sensi dell’articolo 15 della legge n. 241/1990, del Regolamento sul funzionamento del comitato di indirizzo e controllo e dello Statuto riguardo alla società per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ato della Provincia di Brescia”. In sostanza si proporrà l'adesione del Comune alla nuova società Acque Bresciane, la cui costituzione è al centro di controversie e dibattiti in queste settimane nell'intera provincia.
Sul tappeto ci saranno poi la “convenzione tra i comuni del distretto di Montichiari per la gestione del servizio tutela a favore dei minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria” e il tanto agognato tarsferimento definitivo del mercato settimanale nella zona compresa fra via Marconi, Piazza Aldo Moro e via della Filanda.
Ma in apertura della assise si dovrà prima affrontare l'esame di alcuni documenti presentati dalle minoranze, fra i quali una interrogazione a risposta scritta presentata da Tiziana Spreafico di "Bene Comune" su una "perdita di fanghi in via Manzoni" (http://lineaindipendente.blogspot.it/2016/03/interrogazione-sulla-perdita-di-fanghi.html).