mercoledì 31 marzo 2010

ORDINANZA ANTI-MIGRANTI DEL SINDACO DI CALCINATO - VOLANTINAGGIO IN PIAZZA MERCOLEDI' 31 MARZO



Il 3 marzo scorso a Calcinato il Sindaco Legati (PDL-LEGA) ha emesso un'ordinanza che impone limiti di reddito per la concessione della residenza ai migranti. Nel provvedimento sono inserite anche delle superfici minime delle abitazioni, variabili a seconda dei componenti il nucleo familiare. Tutto ciò riguarda solo gli stranieri e non gli italiani. Secondo noi è un atto grave e disciminatorio, che si pone nella scia di provvedimenti simili adottati in altri comuni bresciani e definiti da molti come RAZZISMO ISTITUZIONALE.

STASERA, MERCOLEDI' 31 MARZO, durante il Consiglio Comunale convocato per le ore 20.45, ci sarà un'INFORMATIVA del Sindaco sull'ordinanza. Saremo in piazza del Comune a Calcinato, a partire dalle ore 20, per distribuire ai consiglieri comunali e al pubblico i nostri volantini e per partecipare poi al Consiglio Comunale. Invitiamo tutti coloro che sono interessati e hanno la possibilità di farlo ad intervenire e ad essere in piazza e in Consiglio Comunale.

Linea Indipendente

Gruppo Libertario Spartaco

Movimento Nonviolento

martedì 30 marzo 2010

CONSIGLIO COMUNALE MERCOLEDI' 31 MARZO 2010





1. APPROVAZIONE VERABLI SEDUTA DEL 24.02.2010


2. COMUNICAZIONE DEL SINDACO RELATIVA ALL’ORDINANZA N. 21 DEL 03.03.2010

3. RATIFICA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 38 DEL 09.03.2010 AVENTE AD OGGETTO: "VARIAZIONI AL BILANCIO DI PREVISIONE 2010"


4. ESAME E APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER L'ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE PER LE PARI OPPORTUNITA' FRA UOMINI E DONNE

5. ESAME E APPROVAZIONE NUOVO REGOLAMENTO PER L'ASSEGNAZIONE DI "BORSE DI STUDIO" PER STUDENTI MERITEVOLI FREQUENTANTI IL 3° ANNO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO E LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO


6. ESAME E APPROVAZIONE REGOLAMENTO COMMISSIONE PER IL PAESAGGIO


7. ADOZIONE VARIANTE 01/10 AL P.R.G. VIGENTE – VIA ARNALDO EX ART. 25 L.R. 12/05 E S.M. I. ED EX ART. 2 COMMA 2 L.R. 23/97


8. ADOZIONE VARIANTE 02/10 AL P.R.G. VIGENTE – VIA BROLI EX ART. 25, L.R. 12/05 E S.M.I. ED EX ART. 2 COMMA 2 L.R. 23/97


9. PIANO DI RECUPERO DENOMINATO "SANTA MARIA 239" IN VARIANTE AL P.R.G. AI SENSI DELLA L.R. 23/97 ART. 2 COMMA 2 LETT. D) - PROPRIETA' CAVAGNINI NICOLETTA - ADOZIONE


10. PIANO DI LOTTIZZAZIONE ARTIGIANALE IN VARIANTE AL P.R.G. AI SENSI DELLA L.R. 23/97 ART. 2 COMMA 2 LETT. E) - DITTA METALPRINT - ADOZIONE


11. LINEE DI INDIRIZZO IN METERIA DI DISCARICHE

PRENOTA GRATIS LA TUA VACANZA NONVIOLENTA IN SARDEGNA




Il Movimento Nonviolento lancia un appello ai contribuenti perché, in occasione dell’annuale compilazione denuncia dei redditi, versino il 5 per mille per finanziare la ristrutturazione della Casa per la Pace di Ghilarza, in Sardegna, un immobile di cui ha accettato la generosa donazione per farlo diventare una casa a disposizione degli interessati a un periodo di relax o a svolgervi attività per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, vacanze studio).

Da sempre l’associazione utilizza i fondi ricevuti anche per organizzare quotidianamente attività e iniziative per la pace, il disarmo, le obiezioni di coscienza, la opposizione contro gli insediamenti militari e le industrie belliche, l’educazione alla mondialità, la difesa della salute dell’ambiente e dei cittadini. Pubblica il periodico “Informati & partecipa” e dispone di una biblioteca con 3.500 volumi in consultazione e in prestito, una quarantina di riviste in abbonamento e circa 80.000 documenti (volantini, opuscoli, dossier, articoli di giornale, lettere, studi critici e saggi brevi), ponendosi come punto di aggregazione e animazione sociale e culturale sul territorio provinciale. Gli interessati possono trascrivere il codice fiscale del Movimento Nonviolento, 93100500235, nell’apposita casella della dichiarazione dei redditi. Per informazioni si può scrivere a Flavio Marcolini afmar@inwind.it o telefonargli al 328.9683409.

lunedì 29 marzo 2010

ELEZIONI REGIONALI A CALCINATO

Roberto Formigoni3.207
61,6
Lega Nord
Il Popolo della libertà (Pdl)
1.777
1.257
37,2
26,3
Filippo Luigi Penati1.347
25,9
Partito democratico (Pd)
Italia dei Valori (Idv)
Partito dei pensionati
Verdi
Sinistra ecologia e libertà (Sel)
Partito socialista italiano (Psi)
853
228
76
33
32
26
17,9
4,8
1,6
0,7
0,7
0,5
Savino Pezzotta330
6,3
Unione di centro (Udc)
259
5,4
Vito Claudio Crimi183
3,5
Movimento 5 Stelle Beppegrillo.It
130
2,7
Vittorio Emanuele Agnoletto105
2,0
Federazione della sinistra (Prc+Pdci+Sin. Europ)
85
1,8
Gianmario Invernizzi34
0,6
Forza Nuova
22
0,5

sabato 27 marzo 2010

VARIAZIONE AL BILANCIO DEL GRUPPO




Prelevamento dal fondo di Lineaindipendente di 80 € per contributo alla stampa dei volantini contro l'ordinanza sindacale che limita la concedibilità di residenza stesi col gruppo libertario spartaco.

venerdì 26 marzo 2010

ELEZIONI REGIONALI




Che cos’hanno in comune Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi, Margherita Hack e Moni Ovadia? Sono tutti candidati alle regionali nella lista comunista a sostegno di Vittorio Agnoletto presidente della Regione Lombardia.

Noi non abbiamo mai pensato che la partecipazione politica si esaurisca nella espressione di un voto alle elezioni. Lavoriamo da 25 anni per migliorare la qualità dell'ambiente, del lavoro, della salute e della vita delle persone che abitano il pianeta.

Preoccupati dalla crescente sfiducia nell'impegno e dalla forte inclinazione ad astenersi che alcuni amici e compagni manifestano in questi giorni, crediamo però che le presenze nella lista comunista di Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi, Margherita Hack e Moni Ovadia costituiscano un buon motivo per recarsi alle urne compiendo un piccolo atto di resistenza umana contro il progressivo affermarsi di un fascismo nuovo e drammatico, che non ha più bisogno del manganello per imporre la propria dittatura, che coniuga il capitalismo con la telecrazia e il razzismo con lo sfruttamento.

Le lunghe vite di Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi, Margherita Hack e Moni Ovadia garantiscono che sono lì per la difesa dell’occupazione, della scuola e della sanità per tutti, per la liberazione del lavoro dallo sfruttamento dei padroni, per la salvaguardia dell'ambiente e per la valorizzazione della cultura popolare.

Votare comunista, votare Agnoletto presidente, forse non è fare la rivoluzione nonviolenta che sogniamo, ma è la scelta migliore per sbarrare la strada alla triplice intesa fra leghisti, formigoni e berluscloni.

Insomma, posti di fronte al dilemma del voto, intendiamo affrontarlo con serietà, coraggio e determinazione. Consapevoli che il 30 marzo riparte entusiasmante il viaggio lungo le imprevedibili strade del mondo, per accrescervi in letizia pace, giustizia e libertà.

Linea Indipendente

mercoledì 24 marzo 2010

FINANZIAMENTO PUBBLICO REGIONALE ALLE SCUOLE CATTOLICHE




SCUOLA: L’89% DELLE RISORSE DESTINATE AGLI STUDENTI DELLE PRIVATE

Formigoni e la scuola lombarda: prima di tutto i ricchi

Che la scuola privata goda in questi anni di attenzioni particolari, e molto generose, da parte dello Stato e delle Regioni, è cosa risaputa. Tristemente risaputa, se si pensa quanto povera e negletta è nel contempo la scuola pubblica, costretta ad una stentata sopravvivenza, con l’alibi della crisi, con i tagli della cosiddetta riforma Gelmini. Dire che vi “manca perfino la carta igienica” è il meno (la si può portare da casa... anche se è grottesco). Ben più grave che manchi la possibilità di finanziare un progetto, una visita d’istruzione, del materiale di laboratorio o di biblioteca, o addirittura la supplenza degli assenti per malattia o per maternità.

Ma siamo nel risaputo, benchè di gravità crescente. A meritare invece lo stupore della novità sta la dimensione finanziaria assunta dalla generosità pubblica verso la scuola privata e la sua utenza. Cifre ormai scandalose, almeno in Lombardia. Con situazioni, particolari (ma non tanto) che “gridano vendetta....”, verrebbe evangelicamente voglia di dire, visto che i beneficiati fanno del loro credo religioso il motivo del loro diritto all’assegno pubblico.

Lasciamo parlare le cifre. 50 milioni di euro è la quota del proprio bilancio che la Regione Lombardia destina alla scuola. Di questi, ben 44,8 milioni (l’89%) finiscono in bonus ai frequentanti la scuola privata (il resto va nel sostegno ai disabili, accolti solo dalla scuola pubblica, e in borse di studio legate al merito, rispettivamente 1,9 e 3,5 milioni). E siamo già al primo dato eclatante: alla platea degli studenti lombardi del privato, che sono solo il 9% (nove per cento), è destinato l’89% di quanto la Regione mette di suo per l’istruzione.

Ma a chi vanno realmente, e come, questi soldi? Vanno a quanti, studenti e famiglie, ne facciano domanda, naturalmente, e siano nelle fasce di reddito ammissibili. Nessun favore e nessuna dicriminazione, affermano Formigoni & company.

Però al bonus possono accedere solo quanti pagano una retta di frequenza, e non è tale la tassa d’iscrizione: la qual cosa esclude subito lo studente “pubblico”. E il cui reddito familiare non ecceda il tetto fissato dall’Indicatore reddituale della Regione Lombardia, diverso dall’Indicatore di Situazione Economica Equivalente nazionale (l’Isee), che con una serie di abbattimenti tutti lombardi, consente di arrivare fino198mila euro l’anno. Nessun altro indicatore viene preso in considerazione oltre al reddito dichiarato, non la proprietà di case, terreni, depositi bancari, tipo di auto o altro. E con un’autocertificazione, sulla fiducia. Diversamente dal pensionato, ad esempio, che, se vuole la social card deve compilare il cosiddetto Isee, e tutte queste cose deve dichiararle o certificare di non averle.

Il risultato è che tra i 61mila che ne fanno domanda e che ottengono l’assegno, due su tre degli studenti del “privato”, ben il 51% risulta di reddito alto o medio alto (superiore ai 50mila euro annui), solo il 25% si colloca in fascia bassa o medio bassa (sotto i 30mila). Redditi autocertificati. Cosa che forse spiega il mistero sollevato con una lettera ai giornali da un impiegato della Regione addetto alla partita: ovvero di come possano certe famiglie, con redditi dichiarati vicino allo zero, ripetuti negli anni, pagare rette di 10mila euro l’anno per il figlio alla scuola privata.

Ed è così che in nome della “libertà di scelta formativa” Formigoni da anni fa clientela e demagogia di classe, tra i ceti benestanti (cattolici o fintamente cattolici), che incassano ben volentieri quella che per molti è solo una mancia (poco più di mille euro, mediamente, per certi redditi alti, sono ininfluenti). Lo stesso modo di distribuzione del bonus è indicativo: un voucher, distribuito tramite una società privata, spendibile in una vasta gamma di esercizi, compresi luoghi di divertimento o di oggettistica frivola.

Una politica in crescendo, oltretutto, con stanziamenti aumentati del 66% in otto anni, dal 2002 al 2010, in controtendenza rispetto all’avarizia crescente che Stato e Regioni mostrano verso la scuola pubblica ed i bisogni, forse maggiori, di tanti che la frequentano.

E’ indiscutibilmente il reddito di certe famiglie a garantire la loro libertà di scelta scolastica, ma Formigoni ritiene opportunisticamente (ma anche ideologicamente) che a queste si debba prioritariamente venire in soccorso. Non al diritto allo studio dei tanti in una scuola pubblica sempre più povera di risorse. Non agli studenti delle tante famiglie colpite dalla crisi.

Tranquillamente appoggiato, in questo e altro, dal Pdl e dalla “popolare” Lega Nord.

martedì 23 marzo 2010

L'ESPERIENZA DEL PGT DI CASSINETTA DI LUGAGNANO [MILANO]




[dal blog di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano, http://www.domenicofiniguerra.it/?page_id=1148]


Nelle botti piccole ci sta il vino buono, sostiene qualcuno. Allora perché stupirsi se per citare un esempio di buona pianificazione oggi in Italia, ricorriamo al Piano di governo del territorio (Pgt) di un piccolissimo comune, quello di Cassinetta di Lugagnano?

A ridosso del Naviglio Grande, 26 km a sud ovest di Milano, Cassinetta si trova immersa nello splendido scenario naturale del Parco del Ticino, riserva della Biosfera Unesco. Nel 2007 ha definitivamente approvato un Pgt a crescita zero, un piano, cioè, che non contiene previsioni di crescita dell’insediamento e che punta a mantenere il più possibile intatto il proprio territorio agricolo.

Sarebbe riduttivo, però, limitarsi all’aspetto quantitativo: il concetto di crescita zero è in effetti uno slogan, dietro il quale si cela un ragionamento più complesso su quale debba essere il futuro del territorio e in che modo lo si voglia concretamente realizzare.

Cerchiamo, dunque, di aggiungere qualche dettaglio in più.

Lo stato di fatto: localizzazione e dinamiche territoriali. Per la sua struttura urbana, Cassinetta è un piccolo caso da manuale: un nucleo compatto, più o meno baricentrico rispetto all’intero territorio comunale, circondato da un’estesa “cintura” agricola. Una cintura agricola il cui pregio è stato riconosciuto perfino dall’Unesco, che è frutto di una lunga e tenace azione di tutela e che ha costituito per lungo tempo la base economica di questo piccolo centro: la rete idrica principale del Naviglio Grande e quella secondaria fatta di canali, rogge e fontanili innervano ancora oggi tutto il territorio comunale.

Facile mantenere intatto il territorio, si potrebbe pensare, per un comune che ha solo 1800 abitanti e nessun attività produttivo-commerciale di grosse dimensioni al proprio interno. Non proprio, in realtà, se si considera la tendenza dominante alla città dispersa, soprattutto nelle regioni settentrionali: un centro urbano in cui si trovano le attività principali e uno sciame di piccoli centri o, peggio, di semplici e isolate lottizzazioni, che instaurano con il centro principale un rapporto di stretto pendolarismo, con esiti quantomeno problematici in termini di mobilità, inquinamento ed efficienza dei servizi pubblici.

In questa tendenza sono spesso i piccoli comuni a subire le pressioni maggiori: non interessa il territorio del comune per quello che può offrire al suo interno ma in funzione della sua maggiore o minore vicinanza al centro di riferimento. E questo vale indistintamente per le lottizzazioni residenziali come per i grandi centri commerciali.

Ragionando in questi termini, appare chiaro che la struttura urbana di Cassinetta di Lugagnano non è affatto scontata: a soli 26 km da Milano, questo piccolo centro ha subito, come i comuni limitrofi, un aumento della popolazione che, visto il continuo calo delle nascite, è da ascrivere quasi totalmente alle migrazioni dai centri maggiori.

Dal 1961 al 2001, la popolazione di Cassinetta è aumentata del 48,05% e, solo nel decennio 1991-2001, si è registrato un incremento del 31%, passando da 1152 a 1519 abitanti, per arrivare, infine, ai 1742 del 2005, dato di riferimento per l’intero Pgt. Un trend che trova conferma anche in altri piccoli comuni limitrofi.

Tuttavia, Cassinetta è riuscita a mantenere intatto gran parte del suolo agricolo, che oggi rappresenta la maggior percentuale del territorio comunale; è presente un piccolo nucleo artigianale produttivo nella zona sud-ovest, ma la maggior parte degli occupati si continua a registrare proprio nel settore agricolo.

Le risorse. Strettamente intrecciato al problema della localizzazione e delle dinamiche territoriali c’è quello delle risorse economiche. Con il crescere del deficit nazionale e il consolidarsi del decentramento amministrativo degli ultimi anni, ad un aumento delle funzioni e delle responsabilità degli enti territoriali non ha fatto seguito un aumento dei trasferimenti, che, anzi, continuano a diminuire. Il problema del reperimento delle risorse per far fronte a spesa corrente e investimenti è dunque cruciale e lo è in particolar modo per i piccoli comuni che ricevono in misura minore l’apporto dei capitali privati.

In questo quadro, la possibilità di ricorrere agli oneri di urbanizzazione per coprire le voci di spesa corrente ha innescato un meccanismo perverso: le amministrazioni locali concedono più facilmente pezzi del proprio territorio perché con quello che incamerano in termini di oneri di urbanizzazione e ICI possono coprire parte delle spese correnti.

La risposta di Cassinetta di Lugagnano, in questo senso, è stata invece molto netta. Quella che era un’idea molto chiara solo del sindaco, Domenico Finiguerra, è diventata una scelta dell’intera comunità, grazie alle assemblee pubbliche tenutesi nelle fasi iniziali della redazione del Pgt.

L’elemento più interessante della fase partecipativa è che i cittadini sono stati messi di fronte ad una scelta precisa: finanziare la spesa corrente e gli investimenti con gli oneri di urbanizzazione, investendo, quindi in nuove lottizzazioni, oppure intervenire sulla fiscalità locale, permettendo così anche l’accensione di mutui per investimenti?

La scelta dei cittadini è stata sostanzialmente quella di non alterare il patrimonio ambientale di Cassinetta di Lugagnano lasciando spazio a nuove edificazioni, accettando, quindi, anche un aumento delle imposte comunali. In questo modo, la redazione stessa del piano si libera di un fardello pesante, quello del “fare cassa” con il territorio.

Il Piano e la crescita zero

Valorizzazione intesa come tutela del territorio e del paesaggio agricolo, minimizzazione del consumo di suolo e compatibilità degli interventi con le risorse disponibili: sono gli elementi strategici del Pgt di Cassinetta di Lugagnano, in funzione dei quali vengono definiti tutti i singoli interventi.

Redatto da Antonello Boatti e definitivamente approvato nel giugno 2006, il piano si compone di una documentazione chiara, accurata e molto dettagliata. Rispetto alle premesse fatte, è interessante soffermarsi sul Documento di piano, un documento che ha carattere conoscitivo, programmatorio e di indirizzo, che non interviene direttamente sulla conformazione della proprietà. E’ proprio con il Documento di piano che vengono affermati i principi ispiratori dell’intero Pgt:

“Il Documento di Piano individua gli obiettivi strategici di politica territoriale a partire dal miglioramento e dalla conservazione dell’ambiente per tracciare le linee dello sviluppo sostenibile del Comune di Cassinetta di Lugagnano in coerenza con le previsioni di carattere sovracomunale. In esso sono indicati gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT comprendendo in essi il recupero urbanistico e la riqualificazione del territorio minimizzando il consumo di suolo. […]

Il Documento di Piano inoltre nel riassumere le principali indicazioni riguardanti l’utilizzazione, il miglioramento e l’estensione dei servizi pubblici e di interesse pubblico determina la compatibilità degli interventi previsti con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione.

In considerazione della dimensione del comune in termini di popolazione residente (abitanti 1.742 al 31.12.2005) e delle caratteristiche particolarissime del suo tessuto edilizio storico di assoluto pregio ed unicità si ritiene innanzitutto che non esistano le condizioni e neppure le utilità di ricorrere a strumenti di compensazione, perequazione ed incentivazione urbanistica di cui all’art. 11 della LR 12/2005. […]”

Favorire il recupero e minimizzare il consumo di suolo: ma come si arriva alla crescita zero? La risposta in realtà è abbastanza banale: mediante un’approfondita analisi demografica, volta a determinare il realistico fabbisogno abitativo di Cassinetta di Lugagnano da qui al 2015.

Lo studio, infatti, conduce ad una previsione molto contenuta: l’incremento della popolazione previsto al 2015, in termini di nuovi abitanti, è del 3,6%. A ciò, si aggiunge l’incremento della domanda di abitazioni legata alla formazione di nuovi nuclei familiari: quest’ultima è considerata una domanda fisiologica, indipendente cioè dall’aumento del numero degli abitanti.

Su queste basi, viene formulata una previsione di 695 nuovi abitanti, cui corrisponde una capacità insediativa residenziale, aggiuntiva rispetto all’esistente, di 695 nuovi vani (abitante/vano). Alla nuova domanda abitativa si farà fronte attraverso:

- recupero puntuale di edifici

- riconversione, mediante piani attuativi, di aree produttive incompatibili con il tessuto residenziale circostante, con una quota del 20% di edilizia convenzionata e una quota del 5% di edilizia a canone sociale

- completamento di previsioni vigenti (piani di lottizzazione e di recupero)

- saturazione delle aree già edificate (zone B).

Di fatto, non verrà consumato suolo agricolo: le previsioni di nuova edificazione e di trasformazione e recupero del patrimonio esistente sono concentrate dentro il tessuto consolidato e compattano ulteriormente un insediamento dai confini abbastanza netti.

Fin qui la domanda abitativa. Ma anche sul fronte delle previsioni di nuovi insediamenti commerciali, il Pgt opera scelte coerenti con i principi ispiratori: nessuna grande struttura commerciale, incremento delle medie e piccole strutture esistenti entro i parametri fissati dal piano, nuove attività ricettive, “ che confermino e incrementino la vocazione turistica del comune”.

Infine, il potenziamento della rete dei servizi. In particolare, il piano prevede:

- il recupero delle piste ciclabili esistenti, legate alla rete del Naviglio e dei canali secondari, e la realizzazione di nuovi tratti per l’implementazione della rete;

- la costruzione di una nuova scuola dell’infanzia, volta a soddisfare la domanda esistente e quella prevista;

- una serie di micro-interventi su spazi verdi, strade, parcheggi ed edifici, finalizzati all’ottimizzazione e al completamento delle reti esistenti.

Complessivamente, la dotazione di standard residenziali passa da un rapporto di 29,17 mq/abitante ad un rapporto di circa 30,91 mq/abitante [7], mentre quella di standard per attività produttive passa da una percentuale standard/superficie del 2,09% ad una percentuale del 12,48%.

Un ultimo aspetto, non secondario quanto a importanza, è rappresentato dal rapporto con le previsioni del Piano territoriale di coordinamento (Ptgp) della Provincia di Milano. La previsione che interessa direttamente il territorio di Cassinetta di Lugagnano è quella di una nuova arteria stradale tra lo svincolo di Magenta dell’A4 e Albairate e la tangenziale ovest di Milano, sfruttando in parte la viabilità esistente.

Si tratta di una previsione ritenuta non in linea con i principi e le scelte del Pgt, il cui costo verrà finanziato con la legge 345/1997 per l’accessibilità all’aeroporto di Malpensa. Nel Documento di piano si rileva che:

“[…] Questa nuova infrastruttura viabilistica coinvolge il territorio di Cassinetta nella sua parte est nel cuore del Parco del Ticino con un forte impatto per l’ambiente e il paesaggio che con questa nuova previsione verrebbe deturpato nel suo carattere agricolo. […]” [8]

E ancora:

“[…] Il collegamento tra la S.S. 11 a Magenta e la tangenziale ovest così come previsto dal progetto definitivo dell’ANAS, è una scelta assolutamente discutibile sul piano strategico della pianificazione del trasporto interferendo su un territorio ad altissima qualità ambientale all’interno del Parco regionale della Valle del Ticino in un’area ricca di fontanili, rogge e canali di irrigazione ancora molto interessata dall’attività agricola.

Cassinetta di Lugagnano si presenta in sostanza come un insieme storico – paesaggistico prezioso da valorizzare messo a repentaglio da un’arteria come il collegamento tra la S.S. 11 a Magenta e la tangenziale ovest così come previsto dal progetto definitivo dell’ANAS. […]

Dal punto di vista trasportistico sempre nella Valutazione Ambientale Strategica – Rapporto ambientale – conclude che non è neppure motivata e documentata la necessità e la dimensione della infrastruttura proposta. […]”[9]

La scelta, chiaramente esposta nello stesso Documento di Piano, è quella di non tenere conto nel Pgt la previsione del nuovo collegamento e, anzi, vengono proposte due alternative che permetterebbero di mantenere l’integrità del territorio agricolo di Cassinetta.

Un piano conservatore?

L’immagine dall’alto di Cassinetta di Lugagnano da qui al 2015 sarà probabilmente molto simile a quella di oggi: un centro abitato dai confini ben definiti e ampie distese coltivate intorno. Eppure, una vista dal basso, ad altezza d’uomo, ci restituirà forse un’immagine molto diversa, di una realtà trasformata, fisicamente e socialmente, rispetto a 10 anni prima.

Se accettiamo l’idea che il piano sia strumento per governare le trasformazioni del territorio, dobbiamo anche accettare l’idea che la trasformazione non sia legata solo alla crescita della popolazione e, conseguentemente, a quella edilizia.

Cassinetta di Lugagnano in 10 anni farà i conti con un aumento degli abitanti di circa il 3,6 % e con una diversificazione della domanda dovuta a nuovi nuclei familiari: è in funzione di questi dati che, attraverso il piano ha dato un indirizzo preciso alla trasformazione che inevitabilmente il territorio è destinato a subire. Un indirizzo talmente deciso da contestare anche le scelte operate a livello provinciale con il Ptcp nel momento in cui mettono a rischio l’integrità di quel paesaggio agricolo riconosciuto come bene da tutelare.

Nel 2015 ci sarà una rete ciclabile più fitta, una nuova scuola, insediamenti in dismissione riconvertiti e, soprattutto, le nuove generazioni potranno ancora godere del paesaggio agricolo che è arrivato fortunatamente fino ad oggi. Il Pgt conserva di fatto il patrimonio storico e naturalistico governando la trasformazione delle aree urbanizzate.

C’è qualcosa di replicabile in questo modello? Sicuramente: i principi di fondo. Svincolare il futuro del territorio dalle esigenze di bilancio, pensare a cosa è giusto tutelare, capire quali siano i margini della trasformazione, puntare a minimizzare il consumo di suolo. Soprattutto, ricominciare ad ancorare il piano a previsioni realistiche.

La crescita zero, forse, non è di per sé replicabile e realisticamente bisogna mettere in conto che una città abbia anche necessità di nuovi insediamenti: ma è nel processo e nelle premesse prima ancora che negli esiti l’elemento più significativo di questa esperienza. Un processo che non interessa unicamente la pianificazione comunale, ma potrebbe (e dovrebbe) ispirare anche quella sovracomunale e di area vasta: infatti, per quanto il Pgt di Cassinetta di Lugagnano possa essere preso ad esempio, il suo successo dipenderà anche dalla risposta dei territori limitrofi alla pressione insediativa generata dalle nuove infrastrutture di livello regionale.