martedì 30 giugno 2020

La maestra Anna Maria Morelli non c'è più

La ragazza del secolo scorso se n'è andata per sempre. Nella sua casa vicino alla chiesa parrocchiale oggi si è spenta la vita della maestra Anna Maria Morelli, scomparsa alle soglie dei 98 anni, che avrebbe compiuto il prossimo 29 agosto. 
Nata a Montecatini Terme, la Morelli, figlia del noto generale di corpo d'armata Antonio, era cresciuta con la famiglia in diverse città del Nord, fino ad approdare a Calcinato alla vigilia della guerra. A Brescia durante il conflitto mondiale si formò, non solo culturalmente, presso i Padri della Pace, realtà che animò una delle più feconde fucine dell'antifascismo bresciano. 
Durissimo il prezzo pagato dalla sua famiglia per l’impegno in difesa della libertà. Per aver nascosto armi nel brolo di casa, il fratello Giovanni verrà catturato dai nazisti e deportato a Mauthausen, lager dove morirà di stenti e sevizie l'11 febbraio 1945; nello stesso campo di concentramento fu internato anche il padre, che riuscì a sopravvivere a quella tragedia. Nel corso di una perquisizione dell'abitazione l'altro fratello Giulio si dette alla fuga, mentre lei stessa con la madre sarà arrestata e imprigionata nel novembre 1944: prima a Villa Feltrinelli (in via Panoramica), poi nel carcere di Canton Mombello (dopo una sentenza del Tribunale Speciale di Bergamo), dal quale uscirà il 25 aprile 1945. Fiera e indomita, mai ebbe parole di rancore per i suoi aguzzini.
Sposatasi in paese con l'imprenditore Santo Mendini, dal quale avrà i tre figli Gianni, Antonio e Maria, Anna Maria Morelli nel dopoguerra lavorerà come maestra elementare a Calcinato, fino al raggiungimento della pensione a metà degli anni Settanta. La sua qualità principale era l’intelligenza: la possedeva, la usava, la generava, con tenerezza e grazia commoventi. Con lei a scuola ci fu una rivoluzione gentile e risoluta: in aula e sul territorio anticipò con notevolissimi risultati i contenuti e le tecniche della pedagogia moderna, introducendo in classe strumenti e metodi di insegnamento all’avanguardia per quegli anni, dalla scrittura collettiva all’inchiesta giornalistica, dall’educazione ambientale all’insiemistica.
Fra i suoi incarichi istituzionali si segnala la presidenza della Casa di riposo dal 1966 al 1972, periodo in cui fu realizzata la nuova ala nord che lei stessa inaugurò il 4 gennaio 1970. Dopo la scomparsa del marito, da qualche anno aveva lasciato la casa di famiglia in via Garibaldi per ritirarsi in una piccola abitazione attigua alla chiesa parrocchiale, dove ha coltivato con saggezza la memoria leggendo e studiando ogni giorno. 
E giovedì 2 luglio alle ore 16.30 proprio la parrocchiale ne ospiterà le esequie, dopo le quali la salma verrà tumulata nel cimitero locale.

lunedì 29 giugno 2020

La forza della nonviolenza

La resistenza nonviolenta non e' un metodo per codardi; essa e' autentica resistenza. Se uno usa questo metodo perche' ha paura o semplicemente e' privo degli strumenti di violenza, costui non e' un vero nonviolento. Questa e' la ragione per cui Gandhi spesso diceva che se la vilta' e' l'unica alternativa alla violenza, e' meglio combattere. Egli fece questa affermazione conscio del fatto che c'e' sempre un'altra alternativa: non e' necessario che un individuo o un gruppo si sottomettano a qualche ingiustizia, ne' che usino la violenza per riparare tale ingiustizia; c'e' la via della resistenza nonviolenta. Questa e' in definitiva la via dell'uomo forte. Non e' un metodo di stagnante passivita'. La frase "resistenza passiva" offre spesso la falsa impressione che questo e' una sorta di "metodo del far niente", in cui il resistente accetta il male quietamente e passivamente. Ma nessuna affermazione e' piu' lontana di questa dalla verita'. Perche', mentre il resistente nonviolento e' passivo nel senso che non e' fisicamente aggressivo verso il suo avversario, la sua mente e le sue emozioni sono sempre attive, costantemente cercando di persuadere l'avversario che egli e' nel torto. Questo metodo e' passivo fisicamente, ma fortemente attivo spiritualmente. Non e' non-resistenza passiva al male, e' invece attiva resistenza nonviolenta al male.
Un secondo fatto fondamentali che caratterizza la nonviolenza e' che essa non cerca di sconfiggere o umiliare l'avversario, ma di conquistare la sua amicizia e comprensione. Il resistente nonviolento deve spesso esprimere la sua protesta attraverso la non-cooperazione o il boicottaggio, ma egli comprende che questi non sono fini in se stessi; essi sono semplicemente mezzi per svegliare un senso di vergogna morale nell'avversario. Il fine e' la redenzione e la riconciliazione. La conseguenza della nonviolenza e' la creazione della comunita' nell'amore, mentre la conseguenza della violenza e' la tragica amarezza.
Una terza caratteristica di questo metodo e' che l'attacco e' diretto contro le forze del male piuttosto che contro le persone alle quali succede di stare facendo il male. E' il male che il resistente nonviolento cerca di sconfiggere, non le persone ingannate dal male. Se sta combattendo l'ingiustizia razziale, il resistente nonviolento ha l'intuito di capire che la tensione fondamentale non e' fra le razze. Come mi piace dire alla gente di Montgomery: "La tensione in questa citta' non e' fra la gente bianca e quella nera. La tensione e', in fondo, tra giustizia e ingiustizia, fra le forze della luce e le forze delle tenebre. E se ci sara' una vittoria, sara' una vittoria non semplicemente per cinquantamila neri, ma una vittoria per la giustizia e le forze della luce. Noi siamo fuori per sconfiggere l'ingiustizia e non uomini bianchi che eventualmente siano ingiusti".
Un quarto punto che caratterizza la resistenza nonviolenta e' una disponibilita' ad accettare la sofferenza senza vendetta, ad accettare le percosse dell'avversario senza restituirle. "Fiumi di sangue devono forse scorrere prima che conquistiamo la liberta', ma deve essere sangue nostro", diceva Gandhi ai suoi compatrioti. Il resistente nonviolento e' disposto ad accettare la violenza se necessario, ma mai ad infliggerla. Non cerca di evitare il carcere. Se andare in prigione e' necessario, egli entra in prigione "come uno sposo entra nella camera della sposa".
Qualcuno potrebbe chiedere giustamente: "Qual e' la giustificazione del resistente nonviolento per questa prova alla quale invita gli uomini, per questa applicazione politica di massa dell'antica dottrina di offrire l'altra guancia?". La risposta si trova nel riconoscimento che la sofferenza non meritata e' capace di redimere. La sofferenza (lo capisce il resistente nonviolento) ha tremende possibilita' di educare e trasformare. "Le cose di fondamentale importanza per il popolo non sono assicurate dalla sola ragione, ma devono essere acquistate con la sua sofferenza", affermava Gandhi. Egli aggiunge: "la sofferenza e' infinitamente piu' potente della legge della giungla per convertire l'avversario e aprire le sue orecchie, che altrimenti sono chiuse alla voce della ragione".
Il quinto punto riguardante la resistenza nonviolenta e' che essa evita non solo la violenza fisica esterna, ma anche la violenza interiore dello spirito. Il resistente nonviolento non solo rifiuta di sparare all'avversario, ma rifiuta anche di odiarlo. Al centro della nonviolenza sta il principio dell'amore. Il resistente nonviolento sostiene che, nella lotta per la dignita' umana, i popoli oppressi del mondo non devono soccombere alla tentazione di divenire pieni di rabbia o di indulgere a campagne di odio. Reagire nella stessa maniera non farebbe altro che intensificare l'esistenza dell'odio nell'universo. Lungo il corso della vita, qualcuno deve avere giudizio e moralita' sufficienti per troncare la catena dell'odio. Questo puo' essere fatto soltanto proiettando l'etica dell'amore al centro delle nostre vite.

Martin Luther King

sabato 27 giugno 2020

La bambina di Pompei

Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
Primo Levi

venerdì 26 giugno 2020

"Encomio solenne" per il nostro Giulio Goglione e per la senatrice Liliana Segre


Nella seduta di ieri sera il consiglio comunale di Calcinato ha approvato all'unanimità la seguente risoluzione.

Il Consiglio Comunale

PREMESSO CHE

·         La comunità di Calcinato ha recentemente vissuto, il 23 maggio ultimo scorso, la scomparsa di Giulio Goglione, reduce dal campo di concentramento di Mosburg e presidente della locale sezione degli ex Internati;

·         La storia dei campi di sterminio che conosciamo dai libri di testo si intreccia con i vissuti delle piccole comunità come la nostra;

·         È di fondamentale importanza, soprattutto a favore della formazione della coscienza delle nuove generazioni, promuovere occasioni di ricordo degli eventi legati alla Seconda Guerra Mondiale ed in particolare concorrere alla costruzione di una memoria collettiva condivisa che stigmatizzi ogni forma di intolleranza, razzismo e violenza;

·         Liliana Segre è la prima firmataria di una mozione, approvata dal Senato della Repubblica il 30 ottobre 2019 (Atto Senato n. 362 - XVIII Legislatura), che prevede l’istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio;

·         Il concittadino Giulio Goglione e la senatrice Liliana Segre, seppur con modalità e con platee diverse, hanno entrambi lavorato con costanza per testimoniare la pericolosità dell’abbrutimento dell’uomo e l’importanza di tutelare i principi democratici del vivere comune e l’inviolabilità dei diritti umani;

DATO ATTO CHE

·         Giulio Goglione, nato a Calcinato l’8 agosto 1924, partito militare il 22 Agosto 1943 edassegnato al 30° battaglione Fanteria di Modena. Dopo l’8 Settembre è stato catturato dai Tedeschi a Vignola e trasferito nella caserma di Modena per esseresottoposto a continue pressioni psicologiche affinché combattesseal fianco dei fascisti. Al suo rifiuto,è stato condottoalla stazione ferroviaria di Modena e, caricato su carri bestiame,deportato nel campo di concentramento di Mosburg, vicino a Monaco ed assegnato allo Stalag VII-A(A. R. 2336), dove ha lavorato 12 ore al giorno nonostante le continue privazioni. È rimasto nello stesso campo fino al 25 aprile 1945 quando, insieme ad altri compaesani, ha deciso di partire, riuscendo a tornare a casa l’8 maggio. Dopo la guerra si è dedicato al lavoro ed all’impegno civico, dimostrato con la pluridecennale partecipazione all’ANEI di cui ha rivestito anche il ruolo di presidente, fino alla consegna della bandiera al sindaco per esporla in sala consiliare. Da sempre iscritto anche all’A.N.C.R. della quale, dal 2013, ha svolto il ruolo di presidente;

·         Giulio Goglione è stato insignito di numerosi riconoscimenti, l’ultimo dei quali risale al 2009 quando Il Vice Prefetto Visconti gli ha consegnato la Medaglia d'Onore conferita dal Capo dello Stato Napolitano "quale cittadino che ha testimoniato la forza e il coraggio per chi ha vissuto e combattuto le privazioni dei campi di concentramento";

·         Giulio Goglione ha testimoniato la sua storia ai concittadini e, soprattutto, agli studenti con impegno encomiabile, nonostante la sofferenza legata al ricordo degli atroci patimenti subiti ed è stato punto di riferimento civico in tutte le cerimonie e le commemorazioni istituzionali;

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE

·         Liliana Segre, nata a Milano il 10 settembre 1930, è rimasta vittima delle leggi razziali all’età di otto anni, quando nel settembre del 1938 è stata costretta ad abbandonare la scuola elementare. Il 30 gennaio 1944 Liliana Segre, partendo dal “Binario21” della Stazione Centrale di Milano, è stata deportata con il padre in Germania; il 6 febbraio è arrivata al Campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz e internata nella sezione femminile (numero di matricola 75190). Durante la sua permanenza nel campo di concentramento è stata costretta ai lavori forzati nella fabbrica di munizioni.

·         Il 27 gennaio 1945 i nazisti hanno trasferito 56 mila prigionieri, tra cui Liliana Segre, verso la Germania, così la Segre, dopo aver visto morire tutti i suoi familiari, è stata deportata nel campo femminile di Ravensbrück e, in seguito, trasferita nel campo di Malchow. Il 1° maggio 1945, dopo l’occupazione del campo da parte dell’Armata Rossa, Liliana Segre è rientrata in Italia, dove ha vissuto con i nonni materni. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati nei campi di concentramento del Terzo Reich, la Segre è tra i soli venticinque sopravvissuti;

·         Il 19 gennaio 2018, a ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato Liliana Segre senatrice a vita della Repubblica italiana «per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale»;

·         Liliana Segre, con autentica passione civile e con profonda attenzione alla tutela della dignità umana, contribuisce pienamente allo sviluppo della cultura del rispetto delle diversità, alla salvaguardia dei diritti umani, nonché alla crescita educativa e culturale della società e delle istituzioni;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

1-    a CONFERIRE al concittadino GIULIO GOGLIONE edalla senatrice LILIANA SEGRE un ENCOMIO SOLENNE a testimonianza del riconoscimento del loro indefesso impegno volto alla sensibilizzazione delle coscienze, del ruolo attivo come costruttori di pace e tenaci difensori della libertà democratica costruita sul rispetto del prossimo e sulla decisa condanna di ogni forma di istigazione all’odio;

2-    a CONSEGNARE uno stemma di Calcinato opportunamente predisposto per tale encomio ai familiari del concittadino GIULIO GOGLIONE ed alla senatrice LILIANA SEGRE.

giovedì 25 giugno 2020

Stasera c'è di nuovo il consiglio comunale

Prima seduta in presenza per il consiglio comunale di Calcinato stasera alle ore 20.30 in Municipio, dopo i lunghi mesi dell’emergenza epidemiologica ora in corso di attenuazione.
Numerosi gli argomenti posti all’ordine del giorno dal sindaco Nicoletta Maestri. Nella prima parte della seduta verranno discusse tre mozioni presentate dalla minoranza per il "conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre", in “opposizione alla realizzazione del depuratore di Gavardo e al potenziamento del depuratore di Montichiari" e sul "nuovo impianto di valorizzazione della forsu per la produzione di compost e di biometano” previsto in località Fusina nel comune di Bedizzole al confine con Calcinato.
In seguito l’assessore allo sviluppo economico Giacomo Savoldi presenterà alcuni provvedimenti contabili assunti dalla Giunta municipale per affrontare la pandemia da Covid-19 dai punti di vista sanitario ed economico. Sempre Savoldi illustrerà poi  il rendiconto generale della gestione dello scorso anno, i  regolamenti per l’applicazione dell’Imu e per la riscossione coattiva delle entrate comunali tributarie e patrimoniali, le aliquote e detrazioni per l’applicazione dell’Imu.
Infine Denise Voltolini,  consigliere delegato alle politiche giovanili, chiederà l’approvazione di alcune “modifiche al Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale dei ragazzi”.

mercoledì 24 giugno 2020

Impianto rifiuti di Bedizzole: oggi si decide

Si terrà oggi la Conferenza di Servizi della Provincia sul nuovo impianto A2A per il trattamento di trattamento di rifiuti umidi che dovrebbe sorgere in località Fusina a Bedizzole, sul confine con Calcinato.
Oltre ai diversi enti istituzionali, all’importante appuntamento parteciperanno anche il Comitato Cittadini Calcinato, Ambiente Futuro Lombardia e Laboratorio Ambiente che hanno designato a rappresentarli il chimico Attilio Bonetta. Per i tre sodalizi ambientalisti si tratta di “un impianto che determinerà ulteriori impatti a ridosso del centro abitato della frazione Ponte San Marco”.
“Abbiamo avuto incontri mirati con il Presidente della Provincia e con le amministrazioni comunali di Calcinato e Bedizzole (rimaste sempre silenti su questo ennesimo sfregio al territorio, anche a ridosso della conferenza decisoria prevista fra pochi giorni), ci siamo mobilitati sulla stampa, sui social e con volantinaggi, abbiamo organizzato un convegno con tecnici esperti di impiantistica e di cittadini che hanno raccontato cosa significhi vivere nelle vicinanze di questi siti” ricorda la portavoce del Comtato Cittadini, Laura Corsini, per la quale “la relazione tecnica di A2A mostra molte incongruenze e potenziali pericoli per l’ambiente, la salute e il territorio”. 
“Ad esempio - spiega - Ats nel 2018 rilevava diverse problematicità quando scrive che ‘il progetto prevede di utilizzare mezzi con grande capacità di trasporto per ridurne il numero, ma ciò comporterà dimensioni maggiori e conseguentemente un ingombro più significativo. Ciò va a confliggere con la sicurezza dei fruitori della strada priva banchine laterali siano essi pedoni o ciclisti ed un incremento di rischio per la loro incolumità ed in generale di maggiore incidentalità. Il traffico aggiuntivo di mezzi pesanti sarà pari a 40 viaggi di mezzi pesanti/giorno (in-out). I mezzi degli addetti (autoveicoli), invece generano un flusso veicolare stimato pari a 20 transiti giornalieri’. L’impianto poi non è collegato alla rete fognaria e, tuttavia, deve smaltire enormi quantità di reflui (44.451 tonnellate/anno da digestato), contenente 215 tonnellate/anno di ammoniaca a cui vanno aggiunte ingenti quantità di soluzioni acquose esauste degli scrubber (presidi ambientali), acque di lavaggio dei mezzi, percolati di processo, percolati da biofiltro, soluzioni delle camere di lavaggio, upgrading del biogas. Queste ingenti quantità di reflui rappresentano la vera criticità in quanto il loro smaltimento presso impianti dedicati inciderà con un costo elevato nella gestione dell'impianto. Il flusso emissivo previsto sarà di ben 240.000 m3/h pesantemente gravato di contaminanti, soprattutto ammoniaca”.
Infine per gli ecologisti, “secondo i dettami dell'economia circolare e le relative direttive europee, il trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani, come di tutte le frazioni raccolte separatamente, ha un intrinseco valore economico e va assegnato quindi tramite gara di evidenza pubblica, al miglior offerente, secondo criteri di trasparenza, economicità ed efficienza”.