sabato 30 gennaio 2021

E' morto il compagno Domenico Carrara

Ieri pomeriggio è stato ritrovato senza vita sui monti sopra Bienno il corpo di Domenico Carrara, il giovane di 33 anni originario di Grottaminarda (Av) che era scomparso domenica scorsa dal comune della Val Camonica dove abitava, lavorando da qualche tempo come collaboratore scolastico nella scuola del vicino comune di Berzo Inferiore.
Il suo corpo è stato rinvenuto in un dirupo in zona Prestello, sopra la frazione Prestine, nel comune di Bienno. L’ipotesi più probabile è quella di una caduta accidentale che ne ha causato il decesso.
Compagno molto conosciuto e attivo nelle lotte sociali in Irpinia e protagonista di tante iniziative di solidarietà, Domenico era anche uno scrittore assai apprezzato.
Lo ricordiamo con questi suoi versi:

Siamo dentro impulsi e algoritmi,
in una foto in bianco e nero,
in un passato contadino.
Nasciamo già esistendo da tempo,
moriamo senza scomparire,
finché dura la luce del sole.
Prima di riconsegnare ogni adesso
abbiamo il dono di scegliere
cosa lasciare a chi viene.
Quest’attimo è forse la bellezza,
poter fare delle nostre mani
strappi o carezze leggere.

venerdì 29 gennaio 2021

Alberi di Calcinato e loro cura

Alla cortese attenzione

del Signor Sindaco di Calcinato

e, per conoscenza,

ai Capigruppo Consiliari

Sabato 23 gennaio 2021 il “Corriere della Sera” ha pubblicato un articolo dal titolo I giganti mettono radici, facendo riferimento all’elenco nazionale degli Alberi Monumentali esistenti sui territori dei Comuni bresciani, creato e gestito dal Ministero delle Politiche Agricole.

In tale elenco figura un esemplare di Cipresso calvo, sito nel nostro Comune, che svetta maestoso (29,5 metri di altezza per una circonferenza di 388 centimetri) lungo via Garibaldi, determinando - con il prato sul quale insiste, il fiume Chiese con l’antico ponte, il suo casello per il pedaggio e Palazzo Vergano - un ambiente di pregio paesaggistico”, motivazione per la quale è stato inserito nell’elenco sopra citato.

A detta di molti, in paese e fuori, pare che questo albero non goda di ottima salute. Pertanto ci rivolgiamo a Lei perché nei modi che riterrà più opportuni provveda a sollecitare un controllo al fine di verificarne le effettive condizioni di salute, per programmare poi gli eventuali idonei interventi di cura e monitoraggio.

L’occasione è propizia anche per segnalare alla Sua attenzione lo stato di degrado in cui versano gli ippocastani che sorgono in Parco delle Rimembranze, in Piazza della Repubblica e in via Santa Maria. Sono alberi centenari che necessitano di urgenti esami morfologici e patologici, atti a stabilire i necessari interventi di trattamento, rimedio, protezione, allo scopo di mantenerli in vita; alcuni purtroppo li abbiamo già perduti. Non riusciamo a immaginare questi luoghi senza di essi, perché hanno fatto e fanno parte della nostra storia e della vita di tutti giorni della nostra comunità, oltre a caratterizzare e qualificare il paesaggio di Calcinato.

I nostri ippocastani non sono ricompresi nel citato elenco ministeriale. Per noi tuttavia essi sono alberi monumentali inscritti nel registro del nostro cuore, perché sono riferimenti precisi a eventi e memorie collettive, perché contribuiscono a comporre e a costituire beni culturali unici, fatti di architettura (mura del castello, torre civica, scuole, chiese), urbanistica (piazze, contrade, vie) e paesaggio (colline, campagna, il fiume Chiese con il suo ponte), storia (delle nostre istituzioni civili e religiose) e natura, appunto.

Signor Sindaco, siamo certi che assumerà le decisioni più adeguate per la loro salvaguardia.

Nell'attesa di conoscere le determinazioni che andrà ad assumere in materia, sappia per certo che può e potrà sempre contare su una nostra fattiva collaborazione.

Cordialmente.

Simone Tagliani

per il “Comitato Le Nostre Radici”


mercoledì 27 gennaio 2021

Per evitare nuovi e più orribili massacri

Per chi cerca di rispondere a una sua retta coscienza è sempre più difficile parlare nel Giorno della Memoria evitando di cadere in vuoti ritualismi, stolide enfatizzazioni o sterili banalizzazioni.
Tanto più da quando - statistiche alla mano - sappiamo che, proprio nei paesi in cui la Shoah è commemorata con musei, memoriali, libri, film e leggi, l'antisemitismo, il fascismo, la xenofobia e il razzismo crescono più che in altri.
Evidentemente c'è qualcosa che non va. Si sacralizza pubblicamente l’Olocausto, ma senza fare alcun collegamento con gli altri genocidi perpetrati in diverse aree del pianeta nell'ultimo quarto di secolo, fenomeni di cui i custodi ufficiali della memoria della Shoah sembrano quasi non accorgersi.
Eppure farne memoria dovrebbe essere per tutti i cittadini un dovere. Efferati crimini di massa contro l’umanità sono stati commessi durante le guerre colonialiste in Algeria e in Vietnam, nei paesi latinoamericani martoriati dalla repressione delle dittature militari, nel Ruanda del nazionalismo hutu (diventato una sorta di nazismo tropicale), nella Spagna stritolata dalla repressione franchista, e il tragico elenco potrebbe continuare.
Ma, guardando in tempi e spazi a noi più vicini, quella stessa Unione Europea che ha istituito il Giorno della Memoria (giunta quest'anno alla 21esima edizione), spesso spettacolarizzandone sensi e significati, è poi ogni giorno in prima fila nelle politiche di riarmo, foraggia con micidiali strumenti bellici i conflitti che insanguinano i Paesi in via di sviluppo, si mostra divisa al suo interno dai contrapposti tornaconti di Stato che presiedono alle “politiche di accoglienza dei profughi” (farebbero meglio a chiamarle “politiche di respingimento”, visto che per lo più sono volte a impedire l’esodo di chi fugge guerre e violenza), è inflessibilmente severa nell'avvilente impoverimento dei suoi membri più poveri (emblematico è il caso della Grecia), privatizza servizi fondamentali come la sanità (con tutte le tragiche conseguenze che ogni giorno tocchiamo con mano da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19).
Parliamoci chiaro: mentre si commemorano le vittime dei campi di concentramenti nazisti, dopo aver chiuso a fine secolo un occhio sui campi di concentramento nei Balcani, ora addirittura si finanziano i campi di concentramento libici.
Ingessata come culto del ricordo fine a sé stesso e impermeabile a quanto avviene nel mondo, la liturgia della Shoah non ha alcuna efficacia nella lotta contro un razzismo dilagante che è da tempo diventato senso comune.
Questa moda di praticare la memoria è conformista, non dà fastidio a nessuno, non denuncia le esclusioni del presente, come quella operata ai danni dei giovani che chiamiamo stranieri anche se sono nati e hanno studiato in Italia: non viene loro riconosciuto il diritto di cittadinanza, ma sono chiamati a partecipare al Giorno della Memoria che stigmatizza l'infausto periodo in cui qui da noi, dopo le leggi razziste del 1938, erano negati i diritti di cittadinanza agli ebrei.
Abbiamo dimenticato come si fa a commemorare quei milioni di vittime del nazifascismo senza retorica: la memoria dimostra la sua utilità solo se serve a illuminare i tanti drammi del presente, a prevenire nuovi e più orribili massacri, altrimenti si riduce un mero esercizio di stile, una passerella buona per riempire palinsesti televisivi, orari scolastici, auditorium reali o virtuali.
Flavio Marcolini

martedì 26 gennaio 2021

A futura memoria

Il Giorno della Memoria è stato istituito per ricordare “le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Dunque, il 27 gennaio è una giornata di riflessione per ricordarci una ferocia assassina della quale è stata contemporaneamente vittima e corresponsabile l’Europa intera. Una giornata necessaria e utile per rinnovare l'impegno contro gli stermini, per salvare vite.
I campi di sterminio non sono nati dal nulla, non sono stati pensati per la Shoah, ma hanno iniziato a funzionare per eliminare i disabili fisici e psichici tedeschi, poi i cosiddetti “asociali”, poi i senza tetto, gli zingari, le prostitute, gli omosessuali, e via via tutti coloro che non si adattavano al progetto ariano; poi il sistema concentrazionario nazista si è perfezionato per far fuori gli oppositori politici, obiettori di coscienza, disertori, renitenti, e con l’arrivo delle leggi razziali gli elenchi si sono allungati, coinvolgendo, oltre ai nemici interni tedeschi, gli ebrei e gli altri popoli dei paesi occupati: ucraini, ungheresi, rumeni, francesi, italiani, greci, e molti altri ancora.
Ciò che avvenne in Europa con il nazismo, lo sterminio scientificamente programmato, le deportazioni, i campi, i forni crematori, non è paragonabile con i nostri giorni, ma ugualmente l’indifferenza sta provocando una tragedia con le migliaia di persone che muoiono nel Mediterraneo o sulla rotta Balcanica per sfuggire ad altri genocidi che si perpetrano più a sud, in Africa, o più a est, nel Medio Oriente: il rifiuto dell'accoglienza, la chiusura dei porti, i muri e i fili spinati per negare i diritti umani fondamentali, sono conseguenze del virus nazista che la seconda guerra mondiale ha sconfitto militarmente ma non culturalmente. La passività, il silenzio, il consenso diffuso a politiche che alimentano odio e paura, stanno lasciando crescere nuovi razzismi, nuove esclusioni, nuove discriminazioni. Ciò che sta avvenendo non è sola responsabilità dei partiti sovranisti, ostili al progetto di pace europeo, ma è possibile – oggi come allora – con il collaborazionismo e il consenso della maggioranza.
Solo con la resistenza nonviolenta, con l'obiezione di coscienza, con il disarmo, solo con la promozione dei Diritti umani e il rispetto della Costituzione, sarà possibile fermare la strage in atto.
La nonviolenza è l’antitesi del nazismo. Di qua l’antibarbarie, di là la barbarie. Militarismo e guerra erano le gambe del nazismo. Antimilitarismo e pace sono le gambe della democrazia. Dobbiamo recuperare la memoria del passato, per trovare la forza di agire nel presente. Se la memoria ha un futuro, è oggi che dobbiamo praticare la Difesa civile non armata e nonviolenta, per salvare vite umane. Testimoniare ora la nonviolenza a futura memoria.
Movimento Nonviolento

lunedì 25 gennaio 2021

Verità e giustizia per Giulio Regeni!

Oggi, 25 gennaio, è l'anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, dottorando italiano presso l'Università di Cambridge di 28 anni che sparì tra gennaio e febbraio 2016 e che fu ritrovato torturato e ucciso.
A distanza di anni continuiamo a chiedere verità e giustizia per Giulio, ma anche per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che come lui sono stati soggetti e vittime di violazioni dei diritti umani.
Chiediamo che gli venga restituita dignità e che i responsabili degli orribili crimini commessi vengano riconosciuti come tali dal governo egiziano.
Unisciti a noi nell'azione online che si terrà oggi seguendo le indicazioni del comitato @GiulioSiamoNoi: si potrà fare un post su Facebook e/o un Tweet con una foto, una immagine, una clip video, scrivendo su di un supporto giallo una frase che chieda verità e giustizia per Giulio, il richiamo dell`ambasciatore e stop accordi con chi tortura. Le frasi possono comparire su cartelli, fogli, sulla mano, su una maglietta o qualsiasi supporto giallo. L'immagine dovrà essere postata con gli hashtag #StopAccordiconchiTortura #VeritaGiustiziaperGiulio #RichiamoAmbasciatore. Il tutto possibilmente taggando : il Presidente Conte (@GiuseppeConteIT), la Farnesina (@ItalyMFA), il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio (@luigidimaio).

sabato 23 gennaio 2021

Ieri a Ghedi per il disarmo nucleare

Da ieri le armi nucleari sono illegali in 51 degli Stati aderenti al'Onu e per celebrare l'evento internazionale sotto una pioggia battente diversi sindaci insieme a decine di rappresentanti di enti e gruppi si sono ritrovati davanti ai cancelli della base militare di Ghedi.
Alla manifestazione don Fabio Corazzina ha mostrato il modellino di una mina antipersona, ricordando che “uno dei prodotti di questa terra è stato per anni venduto in tutto il mondo, ma dal 1997, grazie all'adesione dell'Italia al trattato internazionale per la sua messa al bando, le fabbriche di mine sono state riconvertite”.
“Come quel trattato cancellò la produzione di mine - ha detto - così il Trattato Onu, a cui chiediamo oggi che l'Italia, aderisca porterà alla eliminazione delle armi atomiche: le leggi e le regole contano!”.
Dopo il saluto di alcuni dei primi cittadini presenti, i delegati della campagna antinucleare hanno consegnato una lettera al colonnello Roberto Del Vecchio, comandante della base militare. “Sa bene quanto ci stanno a cuore tutte le persone e come la guerra e soprattutto una guerra nucleare, che potrebbe partire da qui, può devastarle nel modo più indiscriminato e inutile” sottolineano i pacifisti. “La base che comanda sta per essere attrezzata all’arrivo dei nuovi caccia F35 e delle nuove B61-12, strumenti poco adatti alla difesa e decisamente esposti sul versante dell’attacco. Questo ci preoccupa e ci vede nettamente contrari”. 
“Rappresentiamo migliaia di persone del nostro territorio, oltre a 56 enti locali e 167 associazioni” spiega la missiva. “Oggi, grazie alla ratifica di 51 Stati, il Trattato per la moratoria delle armi atomiche entra in vigore: per noi è un giorno di festa. Le armi atomiche sono per loro natura progettate per distruggere le città e tutti coloro che le abitano”. 
“L’Italia - rilevano - non ha né sottoscritto né ratificato il Trattato e con la nostra azione vogliamo chiedere a governo e parlamento di metterne in discussione la ratifica e annoverare l’Italia fra le nazioni virtuose che rifiutano un conflitto atomico. Una guerra che contempli la possibilità di usare strumenti di distruzione di massa è semplicemente strage, distruzione e in nessun modo difende la vita. Non ripetete l’errore di Hiroshima e Nagasaki! Non attrezzatevi per poterlo ripetere!”.

venerdì 22 gennaio 2021

Per la proibizione delle armi nucleari

Oggi l'entrata in vigore del Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari è un punto di partenza.
L’obiettivo finale è liberare l’umanità dall’incubo atomico, smantellare tutte le testate, rendere immorale e illegale il loro possesso. Ci sono 15 mila ordigni negli arsenali nucleari, ognuno almeno 10 volte più potente delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Un pericolo costante che minaccia la vita del pianeta.
Il Trattato proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti atomici, o anche solo permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio, e di assistere, incoraggiare o indurre altri paesi ad essere coinvolti in tali attività proibite. Le nazioni che già possiedono armi di questo tipo, e che aderiscono al Trattato, devono impegnarsi a distruggere i propri arsenali in accordo con un piano definito e legalmente vincolante; le nazioni, come l’Italia, che ospitano armi atomiche sul proprio territorio dovranno rimuoverle entro una data stabilita.
I 50 stati che hanno già adottato il Trattato sono i pionieri di un accordo che deve diventare globale.
Sono solo 6 gli stati europei che l’hanno finora approvato e ratificato: Austria, Irlanda, Malta, San Marino, Liechtenstein, Città del Vaticano. Nessuna delle potenze nucleari - Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord - l’ha firmato.
Davide contro Golia (e sappiamo com’è finita).
La forza del Trattato sta nel fatto che ha mobilitato milioni di persone, movimenti, parlamenti, governi, singoli attivisti per il comune obiettivo del disarmo. Ora c’è una norma internazionale che dà loro ragione. Alla fine, anche le potenze distruttive dovranno cedere e imboccare la via della pace. Infatti la storia dimostra come la proibizione di certe tipologie di armamenti faciliti i passi avanti verso la loro totale eliminazione; le armi rese illegali dai Trattati internazionali vengono sempre più viste come illegittime e perdono reputazione, le industrie trovano difficoltà nella produzione e le banche spostano i loro fondi su altri prodotti: è accaduto con le armi chimiche e biologiche, con le mine antiuomo, con le bombe a grappolo. Accadrà anche con le armi atomiche.
Il Movimento Nonviolento ha da sempre perseguito questo obiettivo. Già alla Marcia Perugia-Assisi del 1961 Aldo Capitini poneva come elemento politico “la cessazione degli esperimenti nucleari e la convocazione di una conferenza di tutte le potenze non atomiche”. Vent’anni dopo, nel 1981, il Movimento Nonviolento si fece promotore della conferenza internazionale Per un futuro non nucleare: quale strategia? chiamando a raccolta gruppi, comitati, associazioni, movimenti impegnati contro il nucleare civile e militare. Oggi il Movimento Nonviolento è parte attiva della Rete italiana Pace e Disarmo, e partecipa alla Campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), che ha ricevuto il Premio Nobel per la pace del 2017 per il suo lavoro teso a “portare l’attenzione alle conseguenze umanitarie catastrofiche di qualunque uso delle armi nucleari e per i suoi straordinari sforzi per ottenere un trattato che metta al bando queste armi”.
Ora vogliamo anche che il nostro paese, l’Italia, si assuma le proprie responsabilità, prendendo una posizione non subalterna alla potenza atomica americana, e si aggiunga agli Stati che hanno ratificato il Trattato che oggi entra in vigore.
I passi fatti fino ad oggi sono importanti per l’uscita dalla preparazione delle guerre. Questa è la strada su cui continuare.
Movimento Nonviolento

giovedì 21 gennaio 2021

Servizio Civile per la nonviolenza

Lo storico Centro per la nonviolenza, attivo dal lontano 1976 nella sede di via Milano 65 a Brescia, informa che sono a disposizione quattro posti per giovani dai 18 ai 28 anni interessati a svolgere il Servizio Civile Universale. 
Il progetto prevede di lavorare dodici mesi in attività per la pace, la solidarietà sociale, il disarmo personale, culturale, economico e militare, nonché la possibilità di comunicare e vivere esperienze e modalità creative per la gestione dei conflitti interpersonali e internazionali. Le domande vanno presentare entro lunedì 8 febbraio. Per informazioni e ragguagli si può telefonare al 339/6243617 o consultare la pagina Facebook "Movimento Nonviolento Brescia".

lunedì 18 gennaio 2021

Guai per i migranti anche in Guatemala

Manganelli e lacrimogeni contro i migranti. Accade anche in Guatemala, dove ieri un corteo di circa seimila persone che era partito in carovana dall'’Honduras per andare verso gli Stati Uniti, nei pressi del confine ha sfondato un primo cordone di polizia. Poco dopo però, a 177 km dalla capitale Città del Guatemala, il corteo è stato fermato da un vasto schieramento di polizia e militari, a colpi di manganello e lancio di lacrimogeni. 
Un migliaio di persone sono state anche arrestate, e ora vengono rimpatriate con gli autobus, mentre altre hanno deciso di chiedere il rimpatrio volontario. Pochi hanno superato il blocco e proseguono verso il Messico. La maggior parte di loro è rimasta bloccata per strada e resta in attesa di sapere cosa accadrà nel breve futuro.

domenica 17 gennaio 2021

Riparte l'iter del Piano Cave Provinciale

Per un errore materiale dovrà essere ripresentato il Piano Cave Provinciale. Il documento che era in discussione recava il dato Istat di 380.965 mc, che corrisponde però al volume di "ampliamento residenziale" dell'anno 2008 e non al "nuovo residenziale", come indicato per errore in una tabella, che è invece di 2.461.705 mc. 
Secondo i primi calcoli, con questa variazione il fabbisogno di sabbia, argilla e ghiaia per i prossimi dieci anni dovrebbe aumentare di circa 8 milioni di mc, i quali, se aggiunti ai 41,5 già ipotizzati e ai 5 milioni provenienti dalle fonti alternative come terre e rocce da scavo, rifiuti edili e scorie di acciaieria, porterà a un nuovo volume complessivo 54,5 milioni di mc.
Entro fine gennaio dovrebbe essere pubblicata la nuova proposta. Dopo la sua approvazione, gli interessati avranno 60 giorni per presentare le loro osservazioni.

venerdì 15 gennaio 2021

Domani raccolta dei rifiuti a Calcinatello

A Calcinatello sabato 16 gennaio dalle ore 8.15 alle 11 il Comitato Cittadini organizza una raccolta pubblica dei numerosi rifiuti sparsi dalle persone incivili sul territorio. L’appuntamento è davanti al canile a partire dalle ore 8. Informazioni e adesioni al 338.5947618.

martedì 12 gennaio 2021

Servizio Civile per la nonviolenza

Al Centro per la nonviolenza di via Milano 65 a Brescia ci sono quattro posti per giovani dai 18 ai 28 anni interessati a svolgere il Servizio Civile Universale. 
La proposta verrà presentata mercoledì 13 gennaio alle ore 18 durante un incontro on line alla pagina web https://streamyard.com/nm96fmpnk2.
Il progetto prevede di lavorare per la pace. la solidarietà, il disarmo personale, culturale, economico e militare, nonché la possibilità di comunicare e vivere esperienze e modalità nonviolente per la gestione dei conflitti interpersonali e internazionali. 
Per informazioni e contatti si può telefonare al 339/6243617 o consultare la pagina Facebook "Movimento Nonviolento Brescia" oppure consultare la pagina web: 

giovedì 7 gennaio 2021

Piano Cave, un provvedimento da arginare

Sono inquietanti i numeri previsti per Calcinato dal nuovo Piano Provinciale delle cave per i settori merceologici di sabbia, ghiaia e argilla, il cui iter approvativo è ormai avviato.
Chiediamo la convocazione urgente in seduta congiunta delle commissioni comunali per l’Ambiente e Urbanistica per studiare la proposta in discussione e formulare le opportune osservazioni e deduzioni, a tutela e salvaguardia del territorio comunale.

lunedì 4 gennaio 2021

Addio al poeta Franco Loi

Oggi è morto il poeta Franco Loi. Impossibile dimenticare la suasiva mitezza del suo sguardo sul mondo. Lo ricordiamo con una delle sue poesie più note. 

Sí, amis, sèm presuné. Sèm fjö de rana,
s’ingàrbium dent la pèll di nost paür:
gh’èm pü dulur, în mort i amur, e svana
la vita nostra cume i ciâm nel scür.
E quand ne vègnum föra, sèm pü nient,
sèm l’aria che la passa e che se scorda,
‘me ‘n vècc che dré se porta i sentiment,
‘m ‘j òmm che van tra j òmm senza memoria..
E vèmm… Ma in due vèmm? Cusa respira
dré de quèl’aria che gh’èm paüra a véd?
Fèmm ‘me la bissa, ffs’cium, e i nòster pass
slísen dré i mort, e pàssen ‘me la vita;
pien de silensi, stracch, pien de viltâ.

Sì amici, siamo prigionieri, siamo figli di rana, / c’ingarbugliamo nella pelle delle nostre paure: / non abbiamo più dolori, sono morti gli amori, e svanisce / la vita nostra come i richiami nell’oscurità. / E quando ne veniamo fuori, non siamo più niente, / siamo l’aria che passa e si dimentica, / come un vecchio che dietro si porta i sentimenti, / come gli uomini che vanno tra gli uomini senza memoria .. / E andiamo .. Ma dove andiamo? Cosa respira / dietro quell’aria che abbiamo paura di guardare? / Facciamo come la biscia, fischiamo, i nostri passi / scivolano dietro i morti, e trascorrono come la vita, / pieni di silenzio, stracchi, pieni di viltà.

domenica 3 gennaio 2021

Cede un silo nella ex discarica per rifiuti solidi urbani in località Antica Idrovora a Calcinatello

Nei giorni scorsi nella campagna di Calcinatello è crollato uno dei quattro silos della ex discarica per rifiuti solidi urbani in località Antica Idrovora.
Appresa la notizia il gruppo consiliare In-Patto 2.0 ha inoltrato una interrogazione a risposta scritta al sindaco di Calcinato Nicoletta Maestri per segnalare quello che sembra presentarsi come un “cedimento strutturale”.
Di proprietà della società A2A, l'area è da tempo monitorata dal punto di vista ambientale, dopo la cessazione del conferimento dei rifiuti negli anni Novanta. I consiglieri Vincenza Corsini, Vania Gobbetto, Laura Maffazioli, Alessandro Moratti Freschi e Annamaria Pennati chiedono al primo cittadino “cosa conteneva il silos crollato ed eventualmente quali provvedimenti di bonifica si sono resi necessari”, “se il cedimento di tale silos ha causato danni alla struttura adiacente o al materiale stoccato all'interno e se è stata predisposta una eventuale verifica delle strutture adiacenti; quali sono state le iniziative prese direttamente o di concerto con A2A per garantire la sicurezza ambientale del sito e delle strutture a servizio della discarica”.

venerdì 1 gennaio 2021

Cantata per Danilo


Giunse Danilo da molto lontano
in questo paese senza speranza
ma la speranza c'era, solo mancava
Danilo per trovarcela nel cuore.

Giunse Danilo armato di niente
per vincere i signori potentissimi
ma non cosi' potenti erano poi,
solo occorreva che venisse Danilo.

Giunse Danilo e volle essere uno
di noi, come noi, senza apparecchi
ma ci voleva di essere Danilo
per averne la tenacia, che rompe la pietra.

Giunse Danilo e le conobbe tutte
le nostre sventure, la fame e la galera.
Ma fu cosi' che Danilo ci raggiunse
e resuscito' in noi la nostra forza.

Giunse Danilo inventando cose nuove
che erano quelle che sempre erano nostre:
il digiuno, la pazienza, l'ascolto per consiglio
e dopo la verifica in comune, il comune deliberare e il fare.

Giunse Danilo, e piu' non se ne ando'.
Quando mori' resto' con noi per sempre.