sabato 31 gennaio 2015

Chi gioca solo

Più di trent'anni fa creammo a Calcinato un gruppo culturale intitolandolo a Danilo Dolci. Non sapevamo che l'esperienza del grande sociologo triestino che nel dopoguerra se n'era andato in Sicilia  a combattere la mafia ci sarebbe venuta buona anche in questi giorni.  
 Allora circolava fra noi un suo libro che nella nostra giovane e ingenua voglia di cambiare tutto ci galvanizzava. Era Chi gioca solo, uscito per Einaudi in due edizioni, 1966 e 1967. Già il titolo - prima parte dell’adagio popolare «chi gioca solo non perde mai» - era per noi programmatico.
  Concepito come una indagine sulle radici e gli effetti della resistenza alla vita democratica nell'isola, con una dettagliata sereie di denunce e un’antologia di documenti su legami mafiosi di alcuni esponenti politici di Partinico, il volume si articola in tre parti.
 Nella prima sono raccolte una serie di interviste a persone delle più diverse condizioni sociali. La seconda è il resoconto del digiuno di protesta effettuato dall'autore e dei dialoghi che durante quella campagna nonviolenta si svolgono tra lui e il pubblico, diviso tra i sostenitori suoi e quelli di Bernardo Mattarella (allora ministro del commercio con l'estero), di cui Danilo aveva denunciato, attraverso le testimonianze raccolte, le amicizie e le relazioni con ambienti mafiosi. La terza riporta le testimonianze prodotte al processo svoltosi a Roma in seguito alle querele di Mattarella e di altri rispetto alle affermazioni che costarono a Danilo Dolci una condanna a due anni di reclusione (poi non scontati per un'amnistia).
 L'acuta capacità di scandagliare in queste pagine le relazioni tra l'uomo e l'ambiente, tra la politica e il formarsi delle relazioni e delle gerarchie è ancora di un valore paradigmatico di come fare inchiesta come prerequisito per la trasformazione della realtà sociale. Le viete abitudini, le stolte diffidenze e le ataviche paure che impedivano allora lo sviluppo di quella terra - unite ad altre più complesse dinamiche socioeconomiche affermatesi nel corso degli anni - contribuiscono ancora in modo determinante a perpetuare il radicamento di disvalori deleteri alla crescita delle comunità civili, in un clima di sottosviluppo di impronta feudale, per nulla scalfito nella sua sostanza né da eroi buoni per una stagione né dagli slogan del momento, dimenticati i quali si ricostituiscono, in assenza di processi economici di reale sviluppo, le medesime gerarchie e dipendenze, in una spirale che sembra infinita.

venerdì 30 gennaio 2015

I giorni della merla

Siamo nei tre giorni della merla, i giorni più freddi dell'anno e da stamattina c'è un vento razzente che sibila ad altezza del barbozzo e toglie ogni aspettativa estiva a chiunque sogni i raggi del sole.
 La merla della leggenda aveva anche lei un freddo dell'ostia e così insieme ai suoi piccini, che formavano una bella e bianca tribù, andò a sistemarsi il 29 al calduccio dentro un camino da cui uscirono tre giorni dopo neri per la fuliggine e da quel giorno tutti i merli rimasero neri come il calì, che non so cosa significhi ma è anch'esso un detto delle mie parti. 
 Le tradizioni popolari, soprattutto quelle tramandate di voce in voce e raccontate ai bambi come leggende, hanno il fascino della bellezza antica e evocano nostalgie mai sopite dell'unico tempo in cui siamo stati tutti felici. 
 Stamattina, appena svegliato, con l'unico occhio che mi funziona, ho visto un merlo ripararsi sotto una piantina fuori dai vetri e lo sapevo perché era venuto: per ricordarmi che questi erano i tre giorni suoi, in cui andava corteggiato e portato in palmo di mano. Poi, così com'era venuto, tutto a un tratto, leggero e spensierato, è volato via.
Giorgio Mora

giovedì 29 gennaio 2015

Sabato sera a Molinetto c'è monsignor Bettazzi

Sabato 31 gennaio alle ore 20.30 nell’Aula Magna della scuola media statale Fleming di Molinetto la Tavola della Pace Brescia Est organizza un incontro con mons. Luigi Bettazzi, una delle voci più autorevoli del cattolicesimo progressista nel nostro paese.
 91 anni, vescovo emerito di Ivrea, mons. Bettazzi si è segnalato negli ultimi cinquant’anni anni per la feconda capacità di dialogo con credenti delle diverse fedi e anche con i non credenti. Molteplici le sue iniziative e attività intraprese su una variegata gamma di argomenti di stringente attualità, dalle questioni bioetiche ai diritti civili, dal disarmo alla cooperazione internazionale, dalla questione energetica alle emergenze ecologiche.
 Nei primi anni ’60 partecipò al Concilio Vaticano II; nel 1966 divenne vescovo di Ivrea ed è stato poi per anni animatore del movimento nonviolento Pax Christi. Nel 1978 salì alla ribalta delle cronache quando chiese alla Curia Vaticana di potersi offrire prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, richiesta che venne tuttavia fermamente respinta. Con il vescovo di Molfetta mons. Tonino Bello promosse nel 1992 la marcia pacifista europea Mir Sada, nel mezzo della guerra civile che insanguinava i territori della Bosnia Erzegovina.
 Con lui sabato dialogherà il parroco di Santa Maria in Silva don Fabio Corazzina, assurto gli onori delle cronache nazionali a fine anno per la copertina dedicatagli dal settimanale “Famiglia Cristiana”.

mercoledì 28 gennaio 2015

No del Comune all'ampliamento della discarica Gedit

La giunta municipale di Calcinato nella seduta del 20 gennaio scorso ha espresso all’unanimità parere contrario al progetto di ampliamento della discarica di rifiuti speciali non pericolosi della ditta Gedit spa, situata in via Cavicchione di Sotto 1, poiché tale ampliamento verrebbe a collocarsi “a meno di 200 metri di distanza dal centro abitato” secondo la perimetrazione stabilita dal Piano di governo del territorio attualmente in vigore.
 La richiesta di ospitare altro materiale di scarto di identica tipologia presso l’impianto collocato a sud della ex strada statale 11, che aveva esaurito la propria attività in due diverse vasche nel 2008, è denominata di "ampliamento vasca n. 3 e sovralzo vasche n. 1 e 2" ed è stata presentata dalla ditta nel maggio 2011. Dopo un complesso iter procedurale, con una nota del 30 dicembre scorso la Struttura per la Valutazione di impatto ambientale (Via) della Regione Lombardia aveva riattivato la procedura di Via, a seguito del superamento di un motivo ostativo da parte del Settore ambiente della Provincia di Brescia.
 Al fine di proseguire nei lavori istruttori, il Pirellone aveva poi richiesto i contributi di competenza ai diversi enti interessati e al Gruppo di lavoro regionale.
 La posizione del Comune è netta. Allegata alla delibera c’è una dettagliata relazione del Responsabile Area Sviluppo, Governo e Servizi al Territorio che esplica analiticamente le motivazioni per cui l’amministrazione comunale chiede “agli Enti interessati di rigettare la domanda di autorizzazione”. Vi si legge che ad oggi sul territorio comunale è in vigore “una perimetrazione del centro abitato per fini urbanistici che risulta incompatibile con il progetto di Gedit” e si ribadisce che “il centro abitato è determinato in termini tali da non consentire l’ampliamento ipotizzato”.

lunedì 26 gennaio 2015

Celebriamo la Giornata della Memoria

A 70 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dei soldati dell'Armata Rossa sovietica, invitiamo tutti a partecipare domani alle diverse attività e iniziative organizzate per celebrare la Giornata della Memoria e proseguire la lotta contro il fascismo, contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e le oppressioni, in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Di seguito pubblichiamo il testo della legge istitutiva.
Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177, 31 luglio 2000).
Art. 1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonche' coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto e' accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche' simili eventi non possano mai piu' accadere.

domenica 25 gennaio 2015

Domani sera appuntamento No Tav a Calcinatello

Domani sera assemblea No Tav sulle nuove attività e iniziative in cantiere
nel 2015 “per fermare quest’opera pubblica inutile, dannosa e costosa”. L’appuntamento è alle ore 20.30 alla sala civica di Piazza Pertini a Calcinatello.

sabato 24 gennaio 2015

Solidarietà ad Erri De Luca: domani lettura collettiva No Tav in Piazza Duomo a Brescia

Con l'assemblea dell'altrieri a San Martino della Battaglia i No Tav rilanciano sul Garda la propria campagna, rivendicando “sul piano politico l’importanza di una presenza organizzata di massa che, respingendo inconcludenti richieste di compensazione e mitigazione degli effetti di questa infrastruttura ferroviaria, ha operato sensibilizzando le diverse comunità colpite e sollecitando gli enti istituzionali che alla fin fine si sono dovuti sbilanciare” come ha detto il portavoce Eraldo Cavagnini, secondo il quale “le osservazioni e i rilievi proposti dal Ministero dell’ambiente al Cipe recepiscono in parte i contenuti del movimento”.
 “E tuttavia – ha dichiarato – esse non saranno in grado di rallentare il processo di fattibilità, poiché il Cipe può decidere a maggioranza e può essere addirittura scavalcato dal Consiglio dei Ministri che ha sempre detto di considerare questa come un’opera strategica nel quadro della legge obiettivo”.
 “A maggior ragione quindi – ha sottolineato – si deve potenziare la campagna No Tav sul territorio, senza pericolosi attendismi, anche in collaborazione con gli enti locali che si sono espressi chiaramente contro questa nuova grande opera pubblica”.
 E pertanto già domani dalle ore 16 alle 18 in Piazza Duomo a Brescia ci sarà la lettura pubblica collettiva del volume “La parola contraria”, che lo scrittore Erri De Luca manda in questi giorni in libreria nelle edizioni Feltrinelli, in concomitanza con l’apertura mercoledì 28 a Torino del processo a suo carico per aver espresso pubblicamente l’opinione che è necessario sabotare il Tav. Per i primi di febbraio poi sono in allestimento due assemblee a Montichiari e Peschiera e martedì 10 a Lonato ci sarà un momento di sintesi in vista della manifestazione interregionale di sabato 14 a Peschiera del Garda, un corteo che prenderà le mosse alle ore 14 dal campo sportivo comunale e percorrerà ben sei chilometri per concludersi intorno alle 17 al Parco Catullo.
 “All’insegna dello slogan ‘Il Tav è profitto per pochi, danno per molti, a spese di tutti!’ - ha concluso Cavagnini - la città arilicense è stata scelta perché qui il progetto definitivo prevede il passaggio sotto il laghetto del Frassino (tutelato come patrimonio dell’umanità dall’Unesco) di una lunga galleria che, se realizzata, pregiudicherebbe l’esistenza di diverse specie animali protette compromettendo gli equilibri florofaunistici di quel biotopo unico nel suo genere”.

venerdì 23 gennaio 2015

Renzi, l'uscita di Napolitano e l'ombra di B.

L'introduzione dell’immunità per gli evasori fino al 3% dell’imponibile, misura che abbatterebbe la pena a Berlusconi, è passata senza troppi scandali, mentre forte è stato il clamore contro i vigili accordatisi per allungare illecitamente le festività di capodanno. Siamo il paese dei due pesi e due misure. E con un’idea bizzarra dell’etica pubblica e privata
Chi ha introdotto nell’ennesima legge dello stato l’immunità per gli evasori fino al 3 per cento dell’imponibile, misura assai discutibile che abbatterebbe la pena assegnata a Berlusconi? Nessuno, chissà come si è infilata nel testo di un distratto Padoan e nella lettura di un distratto Renzi; quanto agli uffici tecnici che lo hanno passato, devono aver pensato che era una misura da attendersi nella filosofia delle larghe intese.
Più accorti sono stati i giornalisti che hanno scritto peste e corna contro i dipendenti pubblici (e i medici) che si sono accordati per allungare illecitamente le festività di capodanno. I giornalisti si sono indignati ma moderatamente, volete mettere lo scandalo di quella massa di sfruttatori dello Stato di fronte a qualche centinaio di ricchi che hanno evaso in varie forme per decine di migliaia di euro le imposte, o si sono avvantaggiati in vario modo, incluse corruzione e concussione, sulla pubblica finanza?
Colpisce in questo sfoggio di moralità la duplice misura usata verso i poco abbienti e verso l’ex presidente del consiglio e profittatore numero uno d’Italia, Berlusconi Silvio. È l’abitudine nazionale di risparmiare i ricchi e i potenti e usare la frusta con chi non lo è. Siamo un paese con un’idea bizzarra dell’etica pubblica e privata.
Alla quale ha dato un vasto contributo Giorgio Napolitano che ho sotto gli occhi dal 1945 come dirigente del mio stesso partito, il Pci. Lo sapevo antifascista a Napoli e autore di scritti interessanti sulla questione meridionale. Non l’ho apprezzato nella sua sorda (ma non tanto) opposizione all’ultimo Berlinguer e neanche come Presidente della Camera, quando avrebbe avuto occasione di far qualcosa contro la crisi della politica, se l’avesse vista venire dall’osservatorio privilegiato che aveva.
Ugualmente non ho apprezzato che nulla abbia fatto per risanare qualche ferita inferta dal suo partito a innocenti del suo partito nell’emergenza, ma nel merito la pensavamo in modo opposto. Quel che mi ha sorpreso è che, appena il Cavaliere è stato condannato a una pena assai mite ma almeno a stare fuori dalla porta del potere pubblico, si sia affrettato a proporre la formula delle “larghe intese” che significava allargare la maggioranza di fatto a Forza Italia, ogni qualvolta il dissenso da sinistra del Pd potesse minacciare la linea Renzi. Non solo, ma tale operazione è nata negli incontri clandestini presso la sede del Pd in via del Nazareno, dei quali non conosciamo né il numero dei partecipanti, né gli accordi intervenuti. Sappiamo solo ormai che essi hanno regolarmente preceduto le riunioni del Pd, del quale Renzi sarebbe il segretario. Non vedo quale insegnamento sia venuto da questa prassi alla coscienza scombussolata del paese, e perché ne sia derivata al nostro Presidente della Repubblica la fama di “grande italiano”.
Si può chiedersi se anche la norma del condono sia un frutto di questo guasto. Vedremo se Renzi la corregge. Intanto il governo ha dichiarato che non se ne era accorto: “Peso el tacon del buso”, come si dice dalle mie parti. Il governo intero lo ha avuto sotto gli occhi per un’intera seduta, ma non ha protestato. È vero che era stato convocato dal frettoloso premier la vigilia di Natale, ma non è da grandi figure l’avere condotto il paese in questo modo e tantomeno favorire gli evasori fiscali, soprattutto uno di essi condannato per aver fatto diverse porcherie in materia fiscale, corruzione e concussione. Già la giustizia è stata particolarmente indulgente sul resto delle sue imputazioni; per non parlare di un parlamento che ha considerato normale le sue menzogne telefoniche alla Questura di Roma per tirar fuori di guardina la denominata Ruby rubacuori.
Sono enormità imperdonabili. Non ho mai apprezzato le galere, quindi pace al vecchio e ormai ridicolo profittatore, ma se si vuole essere decenti bisogna tenerlo fuori dalla politica.
Penso di rientrare nella categoria dei gufi e rosiconi, anche se ignoro quali animali siano questi ultimi nell’italiano approssimativo del nostro presidente del Consiglio; ma preferisco essere un rispettabile uccello notturno, o anche forse un meno rispettabile topo, che un suddito silenzioso e ipocrita.
Rossana Rossanda, www.sbilanciamoci.info, 21 gennaio 2015

mercoledì 21 gennaio 2015

Domani sera tornano i No Tav, a San Martino

Reduci dal successo del presidio di domenica scorsa a Lonato in occasione della Fiera agricola di Sant’Antonio, i No Tav rilanciano la propria campagna indicendo per giovedì 22 gennaio alle ore 21 al Centro Sociale di via Unità d’Italia 95/b a San Martino della Battaglia una assemblea dei comitati.
 “Dalle provincie di Brescia, Verona e Mantova si incontreranno le decine di gruppi ambientalisti sorti in questi mesi in opposizione alla nuova grande opera pubblica” racconta Eraldo Cavagnini, portavoce del Comitato Basso Garda e Alto Mantovano.
 “Con l’ausilio delle diverse cartografie - racconta - domenica abbiamo dialogato con migliaia di persone, numerose delle quali hanno ammesso la scarsa informazione e la necessità di approfondire questa tematica, creando un momento di presidio, informazione e riflessione su una linea ferroviaria che inevitabilmente è destinata a creare problemi soprattutto al mondo dell’agricoltura locale”. Cavagnini giudica “ambivalenti le ultime notizie da Roma su possibili varianti del progetto, che non metterebbero comunque in discussione la realizzazione di un’opera che noi continuiamo a giudicare inutile per i trasporti, dannosa al territorio e costosa per le tasche dei cittadini”.
 “Su tutto il territorio interessato – informa - registriamo ormai una capillare e partecipata diffusione dei nostri comitati, attivi in questi giorni nella resistenza nonviolenta ai carotaggi, nelle assemblee popolari e nella preparazione della manifestazione interregionale di sabato 14 febbraio a Peschiera del Garda, località dove il progetto definitivo prevede il passaggio sotto il laghetto del Frassino (tutelato come patrimonio dell’umanità dall’Unesco) di una lunga galleria che, se realizzata, pregiudicherebbe l’esistenza di diverse specie animali protette compromettendo gli equilibri florofaunistici di quel biotopo unico nel suo genere”.

sabato 10 gennaio 2015

Martedì 13 assemblea per il Bene Comune

La prossima assemblea per il Bene Comune è convocata per martedì 13 gennaio alle ore 20.30 alla sala civica Morelli in Piazza della Repubblica a Calcinato, per costruire l'opposizione e progettare l'alternativa. Non mancare!

giovedì 8 gennaio 2015

Ai compagni di Charlie Hebdo assassinati ieri a Parigi da chi vuole uccidere la libertà di stampa

mercoledì 7 gennaio 2015

No Tav: domani sera a San Martino

Assemblea No Tav promossa dal Comitato Brescia-Verona domani sera alle ore 21 negli spazi del centro sociale di San Martino della Battaglia, in via Unità d'Italia.
  Traendo spunto dagli incontri  informativi e organizzativi, dai presidi di protesta e dalle passeggiate popolari nei Comuni più colpiti, tutte attività svolte nel 2014, verranno  presentate le iniziative in programma per la prima parte del 2015.
 Invitiamo a partecipare tutti coloro che abitano e amano l'entroterra gardesano.

martedì 6 gennaio 2015

No Tav: dove sta il Pd?

Il Comitato No Tav di Calcinato interviene sui manifesti affissi dal Partito democratico sui muri in paese contro la nuova linea ad alta velocità ferroviaria, con una dichiarazione al vetriolo della portavoce Chiara Botticini:
 “Prima in consiglio comunale votano una risoluzione insieme con la maggioranza di destra che chiede solo la rivalutazione della valutazione e ora escono con questa posizione contraria. Se il Pd a livello nazionale sostiene decisamente la Tav, c’è una evidente schizofrenia. Ma forse hanno semplicemente, anche se tardi, capito che i nostri concittadini sono contrari in massa al progetto di questa nuova grande opera pubblica e, benché sovente abbandonati dall’amministrazione comunale a far fronte da soli ai carotaggi, non sono per nulla a quello che sembra li aspetterà nei prossimi anni in termini di espropri e cantierizzazioni. Questo non è un problema partitico, ma politico, nel senso che riguarda ogni cittadino che vive all’interno di una comunità: cosa lasceremo alle generazioni future?".