martedì 29 luglio 2014

Approvato il bilancio: più tasse per lavoratori e pensionati

Con il voto contrario delle opposizioni, alle quattro di stamattina il consiglio comunale di Calcinato ha varato il bilancio, approvando una ministangata per lavoratori e pensionati. 
 Raddoppiata l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef, che passa dallo 0,4% allo 0,8%, confermata l’Imu (che resta al 2 per mille per abitazione principale nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e al 9,6 per mille per tutti gli altri immobili, aree edificabili e terreni agricoli), è stata recepita la introduzione della Tasi (la tassa sui servizi indivisibili: pubblica sicurezza e vigilanza, servizi cimiteriali, di manutenzione stradale e del verde pubblico, dell'illuminazione pubblica e socio-assistenziali) al 2,5 per mille per le abitazioni principali accatastate nelle categorie dalla A02 alla A06, al 3,3 per mille per quelle dalla A07 alla A09, all’1 per mille per i fabbricati rurali strumentali e per le aree edificabili. Infine la Tari (la nuova tassa su rifiuti), che aumenta dell'1% per le utenze domestiche.   

lunedì 28 luglio 2014

Lettera aperta al vento

Saluti dal nostro angolo del Medio Oriente, dove ultimamente si è scatenato l’inferno.

Terrorizzata, angosciata e depressa, frustrata, arrabbiata …. Ciascun’ondata emotiva concorre con l’altra per dominare sul mio cuore e sulla mia mente … nessuna ha la meglio, e io annego nell’oceano in ebollizione creato dal loro connubio.

C’è un allarme missili ogni ora da qualche parte vicino casa mia. A Tel Aviv, è anche peggio. Mio figlio e io oggi abbiamo fermato la nostra auto in mezzo alla strada e ci siamo precipitati in un vicolo vicino fino a che la sirena penetrante non ha smesso di suonare … alcuni minuti dopo abbiamo sentito tre fragorose esplosioni che hanno fatto tremare i muri. Nel Sud la situazione è insostenibile. Le loro vite laggiù sono giunte alla paralisi,  la loro sopravvivenza annientata; trascorrono la maggior parte del loro tempo nei rifugi anti bombe. In gran parte i missili sono intercettati dal nostro sistema di difesa, ma non tutti. Ogni civile è un obiettivo, i nostri bambini sono traumatizzati, le loro ferite emotive sono irreversibili.E i tunnel, scavati sottoterra, che raggiungono la soglia delle case di alcuni abitanti dei Kibbutz al confine di Gaza … negli oscuri meandri dei miei incubi immagino a cosa sono destinati: contrabbando, rapimenti, torture, omicidi …! I nostri soldati sono in prima linea. Vi sono nostri figli, figli di nostri amici e vicini, giovani uomini e donne dei questo paese chiamati al dovere dal nostro governo … e già, bare avvolte nella bandiera, funerali inondati dalle lacrime, vite distrutte, il Kadish, la sconvolgente ben nota routine.

E la gente di Gaza … oh Dio, la gente di Gaza … Cosa può esservi di più miserabile e orribile rispetto a quello che queste persone devono sopportare? Il loro destino sarà per sempre quello di soffrire per mano di crudeli tiranni? Le immagini dei bambini sanguinanti, le madri che piangono negli abiti macchiati di sangue, le macerie e la devastazione, il terrore nei loro occhi, cinque minuti al massimo per uscire dalle loro case, correre per sopravvivere perchè stanno cadendo le bombe .. nessun rifugio … la tattica dei talebani di Hamas da un lato e i bombardieri F16 dell'esercito israeliano dall’altro, queste persone sono tenute nella morsa come noci, schiacciate dalle spesse ganasce di metallo della cecità e stupidità umana! … il bilancio delle vittime continua a crescere … per amor di Dio .. per quanto tempo dovrà continuare tutto questo?
Gli uomini di Hamas sono estremisti, sono Jihadisti, sono pericolosi, il loro scopo è di uccidere ogni Ebreo, me e i miei figli compresi. Non riconoscono Israele, hanno intenzione di trasformare tutti gli abitanti di Gaza in martiri usandoli come scudi umani ... abbiamo sentito tutto. Abbiamo sentito Hannia e i suoi seguaci, ed è probabilmente tutto vero, per quanto possa esserci alcuna verità …

Ma ogni uomo, donna e bambino è da condannare per l’amara, orribile follia di entrambe le parti??
Io ascolto Naftali Bennet che parla alla CNN e spiega freddamente come quelli di Hamas sono terroristi e noi abbiamo tutto il diritto di difenderci, il che è vero … Aspetto, pazientemente, una sua espressione di dolore, un suo rammarico per la perdita di vite innocenti … ma non arriva alcuno di questi segni. E mi dico: hai dimenticato che rappresenti un’intera nazione? Hai dimenticato gli insegnamenti fondamentali della tua religione? Vergognati! Per te sono morte persone innocenti, uomini donne e così tanti bambini...anche se non intendevi farlo! E sì, quelli di Hamas continuano con la loro orribile retorica intrisa di sangue, la loro crudele spavalderia a spese dell’infelice gente di Gaza … loro non nascondono il loro piano scellerato! Loro INTENDONO portare alla morte gente innocente! Non vi è dubbio che c’è un posto speciale all’inferno per gente del genere, e la storia ne è piena. Ma questo non ci esime dall’obbligo di comportarci come esseri umani, a meno che il nostro scopo non sia quello di una metamorfosi che ci trasformi nella terrificante identica imagine dei nostri più pericolosi nemici.

Noi , Palestinesi e Israeliani allo stesso modo, non abbiamo “mai perso l’opportunità  di perdere un’opportunità di fare pace”. Abbiamo creato questo disastro con le nostre mani e stiamo pagando il terribile prezzo per la nostra arroganza e sorda stupidità.

È facile puntare il dito e diventare estremamente auto-difensivi quando le bombe cadono... ogni parte si rifugia nel proprio cantuccio, restando vicina alla propria gente, incolpando l'altra...

Il mio cuore va alle famiglie delle vittime dovunque esse siano. Sono felice di avere un esercito israeliano forte che mi difende da quelli che affermano chiaramente che il loro scopo è quello di tagliare la gola ai miei figli … MA non voglio usare la mia tristezza e paura come uno scudo che mi separi dall’empatia umana e dal ragionamento lucido. Al contrario, voglio fare l’opposto.

Voglio stare nell’arena e pronunciare la mia verità.

Vi sono solo due parti, e queste non sono Israeliani e Palestinesi, Ebrei e Arabi. Sono moderati ed estremisti. Io appartengo ai moderati, dovunque essi siano. Sono loro la mia fazione. E questa fazione ha bisogno di essere unita!! Io non ho niente di niente in comune con gli estremisti Ebrei che bruciano vivi I bambini, avvelenano pozzi e sradicano alberi, che scagliano pietre ai bambini della scuola, che sono motivati da un odio frutto del lavaggio del cervello, e da acuta arroganza. Voglio nascondere la testa nelle mie mani e scomparire, sulla luna se è possible, quando leggo I sermoni dei Rabbini Ginsburg e Lior, che mitizzano la morte e l’uccisione in nome di Dio così come fece Baruch Goldstein, il loro sacro martire, che ha ucciso 29 Arabi a sangue freddo mentre stavano pregando!... Quando leggo le incredibili parole di razzismo e di odio scritte da qualche mio concittadino israeliano, i pianti di gioia quando vengono uccisi bambini palestinesi, il disprezzo per la vita umana!!... Il fatto di condividere lo stesso passaporto e la stessa religione non significa nulla per me. Non voglio avere niente a che fare con queste persone.

Allo stesso modo, gli estremisti sull’altro fronte sono pure i miei acerrimi nemici. Ma la loro collera è rivolta non solo contro di me ma contro i moderati della loro stessa società  … ciò ci rende tutti fratelli armati!
Così come esorto I moderati arabi, dovunque siano, a fare tutto ciò che è in loro potere per respingere l’estremismo, non ho alcuna intenzione di chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità che devono essere assunte dalla mia parte per il disastro che si sta verificando. L’Islam radicale è un fenomeno pericoloso che deve essere affrontato non solo da Israele, ma dal mondo intero. Ma vi sono nel mondo musulmano voci più liberali, vi sono partner per il dialogo! Abbiamo davvero fatto tutto ciò che è in nostro potere per aprire un dialogo con loro?

La risposta è NO, abbiamo fatto il contrario. Il governo attuale guidato da Netanyahu ha fatto tutto ciò che era in suo potere per reprimere qualunque tentativo di riconciliazione. Ha indebolito e offeso Abu Mazen, leader della più moderata OLP, che ha affermato più volte di essere interessato alla pace. Quando Abu Mazen ha fatto delle dichiarazioni sull’Olocausto, definendolo la più grande tragedia della storia umana, l’hanno schernito e screditato. Non hanno rispettato accordi che loro stessi avevano sottoscritto, rifiutando di rilasciare prigioneri che avevano già pattuito di rilasciare, preferendo continuare l’oltraggiosa ed esasperante costruzione degli insediamenti come se non vi fossero stati negoziati. È come schiaffeggiare qualcuno, ripetutamente, mentre nello stesso tempo innocentemente gli si dice: “Facciamo pace! Non vedi quanto voglio la pace? Perchè non stai collaborando?” 

E cosa dire dell’iniziativa di pace della Lega Araba? Perchè è stata sempre costantemente ignorata dal governo israeliano? Proprio di recente, in un gesto di buona fede senza precedenti, un ufficiale illustre dell’Arabia Saudita ha scritto un articolo su di un quotidiano israeliano, che esprimeva il suo desiderio di pace!! È rimasto inosservato! Questo comportamento può essere solo decritto come riprovevole e arrogante.

Quali folli forze messianiche accecano questi politici e il loro elettorato? Quale sindrome biblica di Joshua? Cosa stanno pensando, che pian piano domineranno i territori occupati sino a quando non vi sarà alcun modo di creare lo Stato palestinese? Che cosa sarà di tutti i palestinesi che vivono lì, delle loro aspirazioni, della loro storia? Che cosa sarà del loro benessere, dei loro sogni, delle loro speranze, del loro futuro? Vivranno semplicemente, come un lieto fine, come cittadini di seconda classe, o forse si convertiranno in massa al giudaismo? Qual è il piano?

Non c’è alcun piano, alcuna visione moralmente compatibile con valori universali, un desiderio di creare coesistenza: o almeno niente del genere è stato presentato in modo coerente alla nostra gente. Al suo posto, siamo nutriti di paura costante e paranoia, e si stanno alimentando le fiamme del nazionalismo, coltivando xenofobia e razzismo. Di fatto questi politici stanno deteriorando Israele a un ideologico e strategico punto di non ritorno.

Solo il dialogo da una posizione di rispetto e di empatia può salvarci.

Solo uno sforzo concertato per  rafforzare i moderati e, di conseguenza, marginalizzare quanto più è possibile gli estremisti può procurarci un po' di speranza. 

Per quanto noi in Israele disprezziamo giustamente Hamas, non sembra che si vada da nessuna parte. Abbiamo seriamente preso in considerazione le loro condizioni per un cessate il fuoco? Molte di esse hanno un senso!

Perché non cercare di alleviare le sofferenze degli abitanti di Gaza, consentire loro di svilupparsi economicamente, restituire dignità alle loro vite ed ottenere un cessate il fuoco di dieci anni? Dieci anni è un sacco di tempo!

Le menti giovani possono aprirsi. Persino una modesta prosperità economica può fare da catalizzatore per il cambiamento! Perché diamo per scontato che questi anni verranno usati solo per rafforzare il potere militare di Hamas? Le condizioni includono una supervisione internazionale. Forse gli anni creeranno una situazione in cui Hamas, con una generazione di leader più giovani che vedono un orizzonte diverso, verrà trascinata all'interno del circolo della politica in un modo che consentirà, finalmente, di aprire un dialogo?

Io chiedo a me stessa ed a Netanyahu: perché non sorprendiamo noi stessi?! Netanyahu, si dice che tu sia un uomo intelligente: perché non fai un'inversione a 180 gradi, cambi le regole del gioco, pensi fuori dagli schemi? Da' il benvenuto ad Abu Mazen, smetti di costruire gli insediamenti, sostieni il governo di unità, apri Gaza e consenti il commercio con la supervisione internazionale. Abbraccia le aspirazioni palestinesi unitamente alle nostre, accogli l'intervento internazionale e guadagna un vero alleato contro l'estremismo? Scacco matto!

Abbiamo davvero compiuto tutti questi sforzi, prima di mandare a morire i nostri soldati? E' triste, ma la risposta è no.

Nessuno sta smantellando l'esercito israeliano, che resterà forte. Ma allora perché ci rifiutiamo testardamente di correre questo rischio calcolato, preferendo piuttosto il sacrificio dei nostri figli? E' una cosa che va oltre ogni mia comprensione.

Ad Akedat Yitzchak, Dio è intervenuto salvando il bambino. Dov'è Dio, adesso? E' forse divenuto indifferente a causa dell'abominio che è stato fatto dei suoi sacri insegnamenti dagli estremisti di ambo le parti?


Se ci rifiutiamo di riconoscere i diritti di entrambe le parti e di farci carico dei nostri obblighi, se ciascuno di noi rimane aggrappato alla propria versione, con disprezzo e inosservanza di quella dell'altro, se continuiamo a preferire le spade alle parole, se santifichiamo la terra e non le vite dei nostri figli, saremo presto tutti costretti a cercare una colonia sulla Luna, perché la nostra terra sarà così zuppa di sangue e così intasata di lapidi che non vi resterà più niente per vivere.

Io ho scritto queste parole e le ho cantate insieme alla mia amica Mira Awad. Oggi sono più vere che mai: 

“When I cry I cry for both of us,  
("Quando piango, piango per tutti e due)
My pain has no name.  
(Il mio dolore non ha nome.)
When I cry, I cry to the merciless sky and say:  
(Quando piango, piango rivolta al cielo spietato e dico:)
There must be another way”  
 (Dev'esserci un'altra via)
Noa, 22 Luglio 2014

sabato 26 luglio 2014

Tasse vecchie e nuove lunedì sera in consiglio comunale

Si parlerà soprattutto di tasse, vecchie e nuove, lunedì 28 luglio in consiglio comunale a Calcinato.
 Fra i punti posti all’ordine del giorno dal sindaco Legati si segnala una modifica del regolamento comunale per la disciplina della compartecipazione all’Irpef che dovrebbe portare al raddoppio dell’addizionale dal 4 all’8 per mille, aliquota massima applicabile secondo la normativa vigente in materia.
 Verranno poi discussi provvedimenti in ordine ad altre forme di tassazione: dal regolamento per l'applicazione della nuova Imposta unica comunale (la famigerata Iuc), alla conferma delle aliquote per l’Imu, alle modalità di introduzione della Tasi (acronimo che sta per “Tassa sui servizi indivisibili”) con la individuazione appunto dei servizi indivisibili e delle relative aliquote, all’approvazione del piano finanziario e delle tariffe previste per la Tari (la nuova tassa sui rifiuti).
  Infine, dopo l’esame e la votazione dei numerosi  emendamenti presentati dalle minoranze allo schema di bilancio di previsione 2014-2016 e al documento unico di programmazione per il medesimo triennio, si procederà alla approvazione di questi due fondamentali strumenti di pianificazione finanziaria.

venerdì 25 luglio 2014

Sabato e domenica a Sant'Anna arrivano i No Tav

Mentre nelle campagne di Calcinato, munite di fonometri e macchine fotografiche, le
prime squadre di giovani tecnici degli enti che la realizzeranno stanno setacciando le aree interessate dal passaggio della linea ferroviaria ad alta velocità, il coordinamento No Tav organizza un presidio per il weekend sulla Strada vicinale della Casetta, a ridosso del sottopasso ferroviario in località Sant’Anna.   
 Sabato 26 e domenica 27 luglio, dalle ore 19 alle 23, gli ambientalisti esporranno le mappe dei tracciati previsti dal progetto preliminare, illustrando le zone che verranno attraversate dalla grande opera ed effettuando  volantinaggi ai cittadini interessati. 
 Stando alle informazioni sin qui a disposizione, proprio a pochi metri dal presidio, in località Cascina Faccendina, inizierà lo scavo di un tunnel profondo almeno 40 metri, che porterà la strada ferrata in galleria per poi farla riemergere appena fuori Desenzano del Garda.  
 Ma la Tav piomberà nel territorio di Calcinato dalla frazione Calcinatello, in località Quattro Vie; scorrerà a nord dell’attuale ferrovia a fianco dell’autostrada Milano-Venezia e, all’altezza di Ponte San Marco, passerà nei pressi del cavalcavia di via Stazione, interessando la fornace vecchia, l’attiguo deposito edile e il quartiere di recente edificazione in via Morti Sant’Amos.
 La manifestazione No Tav del weekend si svolgerà proprio in concomitanza con le due serate conclusive della sagra dei Santi Anna e Gioacchino, che da cinquant'anni si svolge in un'area che verrà quasi certamente interessata dal passaggio della nuova linea ferroviaria.

mercoledì 23 luglio 2014

Volantinaggio No Tav a Sant'Anna nel weekend

Il Coordinamento No Tav sceglie la strada dell’informazione porta  a porta a chi abita o
lavora nelle zone destinate ad essere attraversate dal tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità per la tratta Brescia-Verona.
 “Questa modalità di informazione personalizzata - osserva il portavoce Danilo Zeni – sta funzionando bene e sarà ulteriormente diffusa perché la riteniamo molto efficace per il coinvolgimento delle persone. Dal dibattito che abbiamo tenuto con molti di essi lunedì scorso è emersa infatti una grande ignoranza sulla materia, nonché l’assoluta mancanza di informazione e una sensazione di conseguente disinteresse nelle popolazioni dei nostri Comuni, per cui su questo bisognerà insistere, anche con la espansione dei comitati in tutti i paesi interessati dal passaggio della Tav”.
 In particolare, per il prossimo weekend il Coordinamento ha programmato un presidio con volantinaggi alla Sagra di Sant’Anna, in località Gazzo a Calcinato, nelle serate di sabato 26 e domenica 27 luglio. E' necessario partecipare per informarsi su quanto prevede per il nostro Comune il progetto di questa grande opera.

martedì 22 luglio 2014

Se il buon giorno si vede dal mattino...

Con la delibera n. 67 del 17 giugno scorso la Giunta Municipale ha deciso di proporre al consiglio comunale un                                                                                                                                          VERTIGINOSO RADDOPPIO
DELL'ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF:
DAL 4 ALL'8 PER MILLE (aliquota massima applicabile!).

STRAVINTE LE ELEZIONI,
LA "NUOVA" GIUNTA LEGATI
RICOMINCIA A FARE CASSA
CON I SOLDI DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATI.
GRAZIE ALLA (SEMPRE PIU') CARA SIGNORA
E SOPRATTUTTO A CHI L'HA VOTATA! 

PS - SE NON CI CREDI, IL CONSIGLIO COMUNALE E' FISSATO PER LUNEDI' 28 LUGLIO ALLE ORE 20.45. INFORMATI E PARTECIPA!

lunedì 21 luglio 2014

La Tav a Calcinato

Dalle mappe che è stato sinora possibile visionare del tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) sulla tratta Brescia-Verona, il comune senz’altro più coinvolto quanto a impatto ambientale è Calcinato.
 La Tav entrerà nel nostro territorio a Calcinatello, in località Quattro Vie all’altezza del bivio per la tangenziale SS11, più o meno dove si trova il canile San Rocco. Qui è prevista la confluenza del tratto proveniente da Brescia con quello dall’aeroporto di Montichiari, con la creazione di un enorme incrocio.
 Il sedime interessato al passaggio della ferrovia - oltre ai binari, ci saranno anche aree di salvaguardia e opere di contenimento (muri, terrapieni, ecc.) - avrà una larghezza di circa 100 metri, per l’incrocio il doppio e forse più.
 Proseguendo, la linea corre a nord e a fianco dell’autostrada A4 Milano-Venezia, quindi passerà appena al di là del cavalcavia di via Stazione (interessando anche la fornace vecchia e l’attiguo deposito edile, con possibili conseguenze per il recente quartiere edificato in via Morti Sant’Amos), a fronte del cimitero, e via continuando.
 Infine, in località Cascina Faccendina (nei pressi della chiesetta dei Santi Anna e Gioacchino) inizierà il tunnel (con profondità di almeno 40 metri) che porterà la Tav in galleria sotto Lonato del Garda per riemergere dopo Desenzano del Garda (in queste aree già sono stati realizzati studi allarmanti per i possibili esiti che l’opera potrebbe avere sulle falde acquifere).  
 L’impatto dell’imbocco della galleria, con relativo cantiere, di questo tipo si può vedere dalle immagini di quella di Chiomonte, in Val di Susa: uno stravolgimento del panorama e del territorio di Calcinato.
 Sappiamo che in questi giorni si stanno susseguendo incontri ad ogni livello per discutere del tracciato. Informarsi personalmente e informare il prossimo è oggi il compito minimo di ciascun calcinatese rispetto a questa grande opera.

sabato 19 luglio 2014

Lunedì da Lonato riparte la mobilitazione no tav

Affollata assemblea del coordinamento No Tav mercoledì sera a Lonato, dove è stato messo a punto un pacchetto di iniziative da realizzare sul territorio allo scopo di tenere alta l’attenzione dei cittadini sul progetto della linea ferroviaria ad alta capacità per la tratta Brescia-Verona, “l’unico su cui forse si può ancora intervenire per tentare di bloccarne lo sviluppo o almeno ridurlo” come spiega Danilo Zeni.
 Il lancio della campagna di mobilitazione è previsto per lunedì 21 luglio, quando alle ore 21 alla Civica Biblioteca di via Zambelli 22, sempre a Lonato, si terrà un convegno di presentazione a cui interverranno le diverse realtà impegnate su questo tema nella nostra provincia e in quelle vicine.
 In particolare, i no tav gardesani puntano “a una presenza del Comitato alla Sagra di Sant’Anna in località Gazzo a Calcinato nel prossimo weekend coinvolgendo gli organizzatori della manifestazione”. “Quel sito - osserva Zeni - sarà interessato dalla costruzione dell’imbocco del tunnel che poi passerà sotto Lonato per riemergere dopo Desenzano, con immaginabile impatto ambientale per la zona”.
 “A seguire - conclude - altre presenze nelle sagre e luoghi di incontro lungo il tracciato e una passeggiata informativa per fine settembre nei vigneti di produzione del Lugana, ancora con eventuale coinvolgimento dei produttori stessi con visita alle aziende agricole destinate alla scomparsa”.

venerdì 18 luglio 2014

La "nuova" Commissione comunale per il Paesaggio

Sono tre architetti a Calcinato i membri della "nuova" Commissione comunale per il Paesaggio. Si tratta di Davide Sigurtà (che presiederà l’organismo) di Lonato, Laura Furlan di Montichiari e Fabrizio Franceschini di Brescia, tutti nominati martedì scorso dalla giunta municipale.
Ci chiediamo con quali criteri siano stati selezionati questi professionisti, scegliendoli fra i sette che hanno inoltrato la richiesta di farne parte.

giovedì 17 luglio 2014

?

Sulla ex statale 11 ben tre cartelli in rapida successione preannunciano l'inizio di Ponte San Marco, uno per di più con la scritta barrata. Ma in che paese viviamo, se termina prima di cominciare? E quanto ci costano questi scherzetti?

martedì 8 luglio 2014

Riprende la mobilitazione no tav

Sala gremita ieri sera a Lonato sopra la civica biblioteca per l’assemblea no tav che ha visto la partecipazione dei comitati delle provincie di Brescia, Mantova e Verona.
 Roberto Saleri ha raccontato dell’arrivo della grande opera a Brescia nei giorni scorsi “con il suo carico di disagi (traffico stravolto per due anni in mezza città), devastazione (26 famiglie sfrattate, numerose altre espropriate di giardini e murate dietro a pannelli di cemento di 6 metri d’altezza) e probabilmente malaffare (le ditte che la realizzano sono le stesse degli scandali Expo e Mose)”, definendo la tav “un’opera inutile, costosa e dannosa, dal momento che man mano che si costruisce il servizo di trasporto pubblico locale viene lasciato a se stesso”.  Oltre che costare due miliardi di euro, “la tratta Brescia-Verona colpirà duramente i viticoltori, con danni per  14 milioni per la scomparsa di 250 ettari di vigneti Lugana”.
   Secondo Saleri “il progetto esecutivo sarà pronto per la fine dell’anno prossimo e quindi la cantierizzazione partirà nel 2016”. Il giovane ha poi sottolineato “la necessità di costruire un movimento  popolare di opposizione, andando a risignificare l’utilizzo del territorio del basso Garda, con il suo distretto di economia solidale, esperienze di turismo responsabile, coltivazioni agricole di pregio”.
 “Al termine della vendemmia, ai primi di ottobre – ha detto - incominceremo la mobilitazione sui luoghi del Lugana, con una passeggiata nei  territori colpiti e, in particolare, fra i vigneti fra Desenzano e Lonato, incontrando gli operatori vitivinicoli e le popolazioni che verranno espropriati  dei terreni e abitazioni”.
 Alessandra Zanini, una delle espropriate di via Toscana, ha ripercorso con accenti commoventi la sua  storia di cittadina che nel giro di un anno è passata dalla lettura della notizia sulla stampa a vedere abbattuta la palazzina in cui abiatva senza poter fare nulla, “a condizioni ridicole: 1500 euro al mq di indennizzo”. “Per evitare che questo accada di nuovo altrove – ha dichiarato – occorre da subito mobilitarsi e informare i cittadini anche qui”.
 Infine Marco Bendinelli ha inquadrato l’opera nel contesto europeo, in cui “uno dopo l’altro i paesi stranieri stanno fermando la realizzazione del Corridoio Mediterraneo, l’Italia  è l’unica a occuparsene,  fra l’altro con costi al km del triplo degli altri Stati”. Ha poi prefigurato lo scenario per i prossimi anni nella zona: “cantieri, traffico di camion, movimentazione terra, soprattutto per il doppio tunnel di 7 km a Lonato, in frazione campagna, dove la linea poi proseguirà fino a Desenzano in trincea verso le colline moreniche del Lugana, con un paio di viadotti e innumerevoli strade secondarie”.
 Fra le proposte più significative emerse dall’articolato dibattito, quella di “acquistare collettivamente terreni per realizzarvi presidi permanenti di coscientizzazione delle persone” e la preparazione di “due punti informativi in luoghi che si preannunciano caldi, uno  in località Campagna di Lonato e l’altro nei pressi della Chiesa di Sant’Anna a Calcinato”.

giovedì 3 luglio 2014

Lunedì 7 luglio assemblea no tav a Lonato

Mentre a Brescia sta arrivando l’alta velocità con il suo carico di disagi (traffico stravolto per due anni in mezza città), devastazione (26 famiglie sfrattate, numerose altre espropriate di giardini e murate dietro a pannelli di cemento di 6 metri d’altezza) e probabilmente malaffare (le ditte che la realizzano sono le stesse degli scandali Expo e Mose), il ministro Lupi continua la sua opera di propaganda attorno al Tav. In particolare, recentemente, ha definito come prioritaria la realizzazione della Brescia-Padova, inserita nel cosiddetto “Sblocca Italia”.
Al di là del tono propagandistico delle sue esternazioni, quest’opera rappresenta l’ennesimo esempio dello spreco di risorse pubbliche che il sistema delle grandi opere ormai incarna in Italia, ossia una cupola in cui partiti politici, imprese costruttrici e mafie continuano ad accumulare enormi ricchezze a danno di tutti noi.
L’inutilità di quest’opera appare ormai in tutta la sua evidenza, come ci dimostrano i continui definanziamenti al trasporto pubblico locale e la soppressione dei treni regionali, che ha causato, ad esempio, il raddoppio dei tempi di percorrenza sulla Brescia–Padova nell’ultimo anno.
A questa motivazione va aggiunto l’enorme danno che questa infrastruttura, se non viene bloccata, arrecherebbe al territorio del Basso Garda sia in termini ambientali che in termini economici.
Innanzitutto il consumo di suolo di migliaia di ettari di suolo agricolo con la distruzione, così come denunciano da anni le associazioni dei viticoltori, di numerosi vigneti (si parla di circa 250 ettari di superficie, pari al 20% di tutta la produzione del Lugana, con una perdita economica pari a 14 milioni di euro annui). Intere frazioni e località di pregio, poi, verrebbero isolate da cantieri decennali, provocando così grandi disagi alle popolazioni residenti e al turismo, oltre a numerosissimi espropri e abbattimenti che ci dovranno, per forza di cose, essere. Nel progetto sono previsti anche dei tunnel (a Lonato il più grande) che sconvolgerebbero l’approvvigionamento idrico della zona e i cui danni, soprattutto all’agricoltura, sono difficilmente stimabili preventivamente, col rischio che si vengano a creare nuove aree aride a valle di questi scavi (la devastazione causata dalla realizzazione dei tunnel tav nel Mugello ci dimostra la concretezza di questo rischio).
Sappiamo che queste opere per decenni hanno potuto viaggiare con il consenso di una classe politica corrotta che ne spianava (e continua a spianare) la strada sul piano legislativo e abbandona ogni tipo di discussione democratica attorno alla loro effettiva utilità.
Questo fatto ci deve dare la consapevolezza che solo costruendo percorsi di mobilitazione popolare si possono fermare questi progetti. Sappiamo che il tempo stringe, ma fermare il tav è possibile.
Perché la nostra terra non è in (s)vendita.
Perché il tav non è progresso, ma solo corruzione e malaffare.
Perché abbiamo l’obbligo di dare un futuro dignitoso a noi e a tutte le generazioni che verranno.
Per questi motivi invitiamo persone, associazioni, realtà politiche, comitati a dare vita ad un’assemblea pubblica per cominciare a costruire l’opposizione al tav Brescia-Verona .
Ci vediamo lunedì 7 luglio a Lonato nella saletta della biblioteca, in via Zambelli 22, alle ore 20.30.

mercoledì 2 luglio 2014

Ucraina, genesi di un conflitto

Stampa e Tv disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo che, dopo avere strappato la penisola di Crimea, se la vorrebbe mangiare tutta. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. E l’Europa sembra avere dimenticato storia, geografia e politica
L’Europa non è certo nata in chiave antiamericana ma, date le dimensioni e il numero degli abitanti, almeno come grande mercato autonomo e con una moneta forse concorrenziale; e per alcuni anni questo è stata. Ma da qualche tempo ha sottolineato in modo sbalorditivo un ruolo che una volta si sarebbe detto “atlantico”. Non più sotto il vessillo anticomunista, il comunismo essendo scomparso da un pezzo, ma antirusso.
Qualche anno fa, Immanuel Wallerstein mi diceva che, spento ogni scontro ideologico, le nuove guerre sarebbero state commerciali. E quale altro senso dare al conflitto in corso a Kiev? Esso sembra avere per oggetto l’identità nazionale dell’Ucraina. Eccezion fatta per il manifesto, tutta la stampa e le tv disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo; il quale le ha già strappato la penisola di Crimea e se la vorrebbe mangiare tutta. Manca poco che la Russia non sia definita un nuovo terzo Reich. In occasione del settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, il presidente francese Hollande è stato accusato di aver invitato alle celebrazioni anche Putin - come se la battaglia di Stalingrado non avesse permesso agli Stati Uniti il medesimo sbarco, distraendo dal Nord Europa il grosso della Wehrmacht - nello stesso tempo invitando niente meno che dei reparti tedeschi a partecipare alla rievocazione del primo paracadutaggio alleato sul villaggio di Sainte-Mère-l’Eglise.
Da qualche giorno poi sappiamo che gli Stati Uniti, neppure il presidente Obama, ma il suo ex rivale Mc Cain - hanno ammonito la Bulgaria, la Serbia e gli altri paesi coinvolti in un progetto di gasdotto per trasportare il gas russo in Europa (con un tracciato che evitava l’Ucraina, perché cattiva pagatrice) a chiudere i cantieri in corso, preferendo un nuovo tragitto attraverso l’Ucraina a quello diretto per l’Europa occidentale. Stupore e modeste proteste di Bruxelles, convinta che si tratti di una minaccia simbolica. Che tuttavia va inserita nel quadro di un cambiamento delle esportazioni Usa, ormai indirizzate al commercio del gas di scisto, per altro non ancora avviato.
L’Europa teme dalla Russia rappresaglie per avere applaudito all’abbattimento del presidente ucraino filorusso Yanukovic da parte delle forze (piazza Maidan) che sono ora al governo a Kiev. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. Il principato di Kiev è stato la prima forma del futuro impero russo, annesso da Caterina II alla Russia verso la metà del XVIII secolo, stabilendo in Crimea la sua più forte base navale. La sua cultura, il suo sviluppo e i suoi personaggi, da Gogol a Berdiaev, sono stati fra i protagonisti della letteratura russa del XIX secolo. L’intera letteratura russa resta segnata dalla guerra fra Russia, Inghilterra e Francia, che hanno cercato di mettervi le zampe sopra: si pensi soltanto a Tolstoi e alla topografia delle relative capitali ricche di viali e arterie che la commemorano (Sebastopoli). Ma il paese, che all’origine era stato percorso, come l’Italia, da una moltitudine di etnie, dagli Sciti in poi, ha stentato a unificarsi come nazione, distinguendosi per lotte efferate e non solo ideali fra diversi nazionalismi, spesso di destra. Il culmine è stato nella prima e seconda guerra mondiale: nella prima sotto la presidenza di Petliura, nazionalista di destra, quando l’Ucraina è stata l’ultimo rifugio dei generali “bianchi” Denikin e Wrangel, con lo scontro fra lui e la repubblica sovietica di Karkov. Solo con la vittoria definitiva dell’Urss si è consolidata la Repubblica sovietica nata a Karkov, destinata a diventare negli anni trenta il centro dell’industrializzazione. Industrializzazione sviluppatasi esclusivamente all’est (il bacino del Donbass, capoluogo Karkov), mentre l’ovest del paese restava per lo più agricolo (capoluogo Kiev, come di tutta la repubblica); e questo rimane alla base del contenzioso fra le due parti del paese. Nella seconda guerra mondiale, poi, l’occupazione tedesca ha incontrato il favore di una parte del panorama politico ucraino, un’eredità evidentemente ancora viva nei recenti fatti di piazza Maidan: il partito esplicitamente nazista circola ancora e non è l’ultima delle ragioni per cui il paese resta diviso fra la zona orientale e quella occidentale. Nel secondo dopoguerra, Kruscev dette all’Ucraina piena autonomia amministrativa, Crimea compresa, senza alcuna conseguenza politicamente rilevante perché restava un processo interno all’Unione Sovietica.
È soltanto dal 1991 e dal crollo dell’Urss che, anche su pressione polacca e lituana, il governo dell’Ucraina guarda all’Europa (e alla Nato) e incrementa lo scontro con la sua parte orientale. Sembra impossibile che in occidente non si sia considerato che l’Unione Sovietica non era solo una formula giuridica: scioglierla d’imperio e dall’alto, come è avvenuto nel 1991, significava creare una serie di situazioni critiche sia nelle culture che nei rapporti economici che attraversavano tutto quel vasto territorio. Da allora, Kiev non ha nascosto di puntare a un’unificazione etnica e linguistica anche forzosa delle due aree, fino a interdire l’uso della lingua russa agli abitanti dell’est cui era abituale.
L’Europa e la Nato non hanno mancato di appoggiare le politiche di Kiev, e poi l’insurrezione contro il presidente Yanukovic assai corrotto, costretto a tagliare la corda in Russia. Ma la zona orientale non lo rimpiange certo: non tollera il governo di Kiev e la sua complicità con la Nato, ma non perché abbia nostalgia di questo personaggio. Si è rivoltata contro la politica passata e recente di Kiev che ha tentato perfino di impedire l’uso della lingua russa, usata dalla maggioranza della popolazione all’est. L’Europa e la Nato, appoggiate da Polonia e Lituania, affermano che non si tratta di un vero e spontaneo sbocco nazionalista, ma di una ingerenza diretta della Russia, e così dicono stampa e televisione italiana. Non c’è dubbio che la Russia abbia voluto il ritorno della Crimea nel suo grembo, ma la proposta dell’est di andare a una federazione con l’ovest, garantendo l’autonomia di tutte e due le parti, è stata bocciata da Kiev e dal governo degli insorti. La decisione di votare in un referendum all’est contro Kiev è stata presa non da Putin, messo in imbarazzo, ma dalla popolazione dell’est che ha votato in questo senso al 98%. Non si tratta di un processo regolare (non accetteremmo che l’Alto Adige votasse una delle prossime domeniche la sua appartenenza all’Austria, senza alcun precedente negoziato diplomatico), ma non è stato neppure una manovra russa come l’Europa tutta ha sostenuto.
È sorprendente che perfino il poco che resta delle sinistre europee abbia sposato questa tesi e che in Italia le riserve di Alexis Tsipras sulle politiche di Bruxelles non abbiano alcuna eco. C’è perfino chi evoca in modo irresponsabile azioni armate contro Mosca. La deriva dei conflitti, anche militari, e non solo in Ucraina, rischia di segnare sempre di più un’Europa che ha dimenticato storia, geografia e politica.
Rossanda Rossanda, www.sbilanciamoci.info, 29 giugno 2014