mercoledì 26 luglio 2017

Migranti: se ne parla stasera a Desenzano

Stasera alle ore 20.30 alla Casa dei Popoli Thomas Sankara di via Bagatta 7 a Desenzano del Garda il Collettivo Gardesano Autonomo organizza una conferenza sulle migrazioni, alla quale interverranno l'avvocato Massimo Gilardoni (portavoce dell'Associazione studi giuridici sull'Immigrazione) e i volontari dell'associazione “Diritti per Tutti” di Brescia.
"Con una nuova legge chiamata Minniti-Orlando - scrivono i promotori in una nota - il governo ha deciso di aprire a Montichiari un centro dove rinchiudere per più di tre mesi e poi spedire fuori dall’Europa gli immigrati senza permesso di soggiorno. Il governo li tratta come ospiti pericolosi, non come persone uguali alle altre. Quando sono irregolari li mette addirittura in carcere, ma sono proprio le leggi a renderli irregolari: la Bossi-Fini toglie il permesso a chi perde il lavoro, mentre la Minniti-Orlando aumenta i rigetti delle domande di asilo, che da anni sono la sola possibilità di regolarizzarsi per chi è arrivato in Italia. Il Centro di detenzione è una minaccia per tutti gli immigrati".
Per il Collettivo "le divisioni tra chi è arrivato anni fa e chi è in Italia da poco, tra immigrati economici e richiedenti asilo, servono solo a indebolire tutti e tutte".

martedì 25 luglio 2017

Stasera pastasciutta antifascista a Lonato

Stasera si rinnova a Lonato del Garda una delle tradizioni più consolidate nel piano padano per il 25 luglio, quella della "pastasciutta antifascista".
Fra il gastronomico e il militante, la manifestazione si svolgerà dalle ore 20 al Circolo Arci di via Fonte del Fabbro 3 e renderà omaggio all'epica impresa della famiglia Cervi che 74 anni fa, a Campegine in provincia di Reggio Emilia, appena si seppe della caduta del regime fascista, organizzò in piazza una gigantesca pastasciutta al burro, servita dai bidoni per il latte, per sfamare il popolo duramente provato dalla dittatura e dalla guerra. Oggi non lo si crederebbe, ma allora si trattava di un pasto di lusso, in tempo di pesanti razionamenti del cibo: il passaparola fu rapido, la cittadinanza accorse in massa e tutti si misero ordinatamente in fila, felici di poter mangiare finalmente un piatto di maccheroni e assaporare con essi anche il senso di piena libertà che pareva riconquistata. Da allora in poi la "pastasciutta in bollore" fu considerato da Alcide Cervi (padre dei sette fratelli assassinati dai fascisti il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia) il "più bel discorso contro il fascismo".
La pastasciutta, come da tradizione, sarà offerta gratuitamente a tutti i partecipanti, mentre per il resto i prezzi saranno assai contenuti. La serata verrà allietata da canti popolari e partigiani proposti dal trio "Canto Mancino". Ci sarà anche la presentazione di una nutrita serie di scritti, documenti lettere e racconti d'epoca, che potranno essere letti da tutte le persone che lo desidereranno. Informazioni e prenotazioni ai numeri 335/6259434 - 328/0347711 - 336/411896 - 345/2160196 - 339/3051811.


lunedì 24 luglio 2017

Il ponte sul Chiese è chiuso al traffico

Da qualche giorno il ponte sul Chiese che collega Calcinato a Calcinatello è chiuso al transito dei veicoli, per consentire lo svolgimento dei lavori di sostituzione della tubatura del gas che interessano il tratto fra l'area della rotonda all'incontro fra le vie Garibaldi, Moriaga e Arnaldo e, appunto, il ponte sul fiume.
In paese e sul web si moltiplicano i commenti, le battute e le lamentele. Giova ricordare che la chiusura è stata disposta per necessità nel periodo di minor impatto sulle esigenze dei cittadini.
Gli effetti del provvedimento per ora non ci sembrano terribili, soprattutto per chi ama da sempre spostarsi senza inquinare: dal ponte si passa agevolmente a piedi o in bicicletta, il traffico in via Santa Maria è molto diminuito, il centro di Calcinatello è senz'altro più vivibile.
Certo, comprendiamo che chi deve spostarsi per lavoro o per urgenze possa subire qualche disagio, non tanto per il senso unico alternato dalle ore 7.30 alle 18.30 su via Arnaldo, dalla intersezione con via Moriaga a quella con via Garibaldi, ma soprattutto per chi era abituato a passare ogni giorno dal ponte. Chi proviene da Calcinatello in via Santa Maria infatti deve svoltare a sinistra su via Cavour e fare il giro di Ponte San Marco per raggiungere Calcinato; analogamente, chi giunge da Calcinato e intende recarsi a Calcinatello percorrendo via Garibaldi deve girare a destra su via Vittorio Emanuele II e passare da Ponte San Marco.
Il tentativo che proponiamo è di prendere queste settimane come piccola occasione per riprendere a camminare all'aria aperta, per riassaporare il piacere di uno sguardo lento al paesaggio e alle persone che incontriamo, per riflettere sul nostro rapporto con la mobilità e i trasporti.

domenica 23 luglio 2017

No Tav: oggi presidio a Campagna di Lonato

Il presidio No Tav oggi si svolgerà a partire dalle ore 17 a Campagna di Lonato, su un'area verde a ridosso del cavalcavia sulla A4,  a poche centinaia di metri dalla zona dove sorgerà uno dei maxicantieri per la ealizzaione dela nuova linea ferroviaria ad alta velocità.
“Abbiamo sottratto questo terreno all'incuria –  afferma Roberto Saleri – piantumando diverse essenze arboree e realizzando numerose attività di informazione e convivialità. Contro chi continua a minacciare la distruzione della nostra terra, noi proponiamo condivisione, partecipazione e  cura. Portate, se volete, attrezzi per giardinaggio, giochi, cibi e bevande. Dalle ore 19 offriremo ai partecipanti una anguriata, momenti musicali e un aperitivo realizzato con i prodotti del Distretto di Economia Solidale del Garda".
Dopo l'estate, per sabato 7 ottobre, si preannuncia un'altra grande mobilitazione, sempre a Campagna di Lonato, di tutti i comitati dei Comuni disseminati sulla tratta Brescia-Verona.

venerdì 21 luglio 2017

No Tav: verso un autunno caldo

Oltre 250 persone hanno partecipato ieri sera nel cortile dell'oratorio di Campagna a Lonato all'assemblea indetta dal movimento No Tav all'indomani della notizia dell'approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo della nuova linea ferroviaria Brescia-Verona.
Coordinata dalla portavoce Marina Beatini, a poche centinaia di metri dall'area dove sorgerà uno dei maxicantieri per l'alta velocità, la fitta serie di interventi ha riproposto tutte le ragioni del no ad un progetto tuttora ricco di problematiche ed enigmi, “dall'inquietante intreccio fra politica e affari che si profila, al modo in cui la linea uscirà dalla città di Brescia, al mistero sulla stazione di San Martino della Battaglia, che non si sa ancora dove e come sorgerà” come ha detto Fiorenzo Bertocchi.
Il prof. Erasmo Venosi ha invece ripercorso le numerose criticità tecniche di un'opera che verrebbe realizzata “con l'irragionevole logica dei lotti costruttivi, che consente i proseguire i lavori fin che sono finanziabili, senza poter assicurare che i singoli tratti possano funzionare”. Venosi ha ricordato la contrarietà al progetto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che ha chiesto al Governo un'analisi del rapporto fra costi e benefici, e la revisione delle misure antisismiche previste in quanto non aggiornate, un elemento fondamentale in una zona sismica come il Garda”.
“Sulla tratta Brescia-Verona – ha sottolineato poi – ci sono 49 siti da bonificare, di cui 40 nel Bresciano, fra discariche e fabbriche dismesse, prima di far partire i lavori”. 
Ha poi informato che “sono ora in corso di realizzazione due studi di prefattibilità che riguardano l'uscita da Brescia e la stazione di San Martino e si sta scrivendo il testo della delibera del progetto definitivo da trasmettere alla Corte dei Conti. Ottenuto il via libera, verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e poi si apriranno le procedure propedeutiche all'inizio dei lavori”.
E' toccato poi all'avv. Fausto Scappini fare il punto sul versante giuridico. “A settembre il Consiglio di Stato discuterà la nostra istanza avverso la sentenza del Tar del Lazio che ha respinto il nostro ricorso. Ma anche contro il progetto definitivo sarà ammesso ricorrere. C'è poi un esposto alla Corte dei Conti che ne contesta la legittimità contabile”.  
Denunciando la latitanza delle “amministrazioni comunali che ragionano in termini di opere compensative dei danni subiti dai territori per il passaggio della nuova ferrovia”, Alessandra Zanini ha preannunciato la pubblicazione di “un vademecum per dotare i cittadini espropriandi di tutti gli strumenti pratici necessari” e l'indizione di “una assemblea di tutti questi espropriandi ad inizio autunno per capire come resistere con iniziative di popolo e atti legali. Per questo abbiamo intenzione di coinvolgere il collegio giuridico dei No Tav della Val di Susa, che da 25 anni si oppone alla realizzazione dell'opera”.
Roberto Saleri infine ha invitato tutti domenica 23 luglio alle ore 17 alla manifestazione al presidio No Tav che a Campagna di Lonato sorge su un'area verde a ridosso del cavalcavia sulla A4. “Abbiamo sottratto questo terreno all'incuria – ha dichiarato – piantumando diverse essenze arboree e realizzando numerose attività di informazione e convivialità. Contro chi continua a minacciare la distruzione della nostra terra, noi proponiamo condivisione, partecipazione e  cura. Portate, se volete, attrezzi per giardinaggio, giochi, cibi e bevande. Dalle 19 offriremo ai partecipanti una anguriata, momenti musicali e un aperitivo realizzato con i prodotti del Distretto di Economia Solidale del Garda. E dopo l'estate, sabato 7 ottobre, altra grande mobilitazione interprovinciale qui a Campagna di Lonato di tutti i comitati dei Comuni disseminati sulla tratta Brescia-Verona”.

mercoledì 19 luglio 2017

Lettera aperta a Banca Valsabbina

Vi scriviamo per sottoporre alla vostra attenzione alcune questioni che riguardano la responsabilità sociale d’impresa di Banca Valsabbina relativamente ai finanziamenti alla produzione di sistemi militari ed ai servizi che la Banca concede alle aziende del settore per esportare materiali d’armamento con particolare riferimento alle operazioni bancarie svolte da Banca Valsabbina per conto dell’azienda R.W.M. Italia S.p.A..
La “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento per l’anno 2016”, inviata alle Camere lo scorso 18 aprile dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, nella sezione curata dal Ministero dell’Economia e Finanze (Dipartimento del Tesoro – Direzione V), riporta relativamente alle operazioni per esportazioni definitive di materiali d’armamento svolte da Banca Valsabbina un ammontare complessivo di 262.020.210,90 euro per “Importi segnalati” e di 107.125.423,51 euro per “Importi accessori segnalati” (Tabella AA).
Tali importi rappresentano l’ammontare più consistente per operazioni nel settore da quando nel 2006 Banca Valsabbina è comparsa nella suddetta Relazione per un’operazione bancaria riguardante l’esportazione di materiali militari del valore di 1.782.000 euro svolta per conto della Società Esplosivi Industriali S.p.A. (S.E.I.), azienda con sede in via Industriale 8/D a Ghedi (Brescia), le cui attività e linee produttive del ramo Difesa sono state incorporate nel 2011 dalla R.W.M. Italia S.p.A., società del gruppo tedesco Rheinmetall Defence, che ha sede centrale nella medesima via Industriale 8/D a Ghedi (Brescia) e uno stabilimento in località Matt’è Conti a Domusnovas (Carbonia Iglesias).
Negli anni successivi, Banca Valsabbina ha assunto un numero crescente di operazioni bancarie per
esportazioni di materiali d’armamento italiani. Tutte le operazioni autorizzate alla Banca nel 2011, per un totale di 67.047.638,45 euro, sono riconducibili – in base alle informazioni riportate nella Relazione della Presidenza del Consiglio dei ministri – all’azienda S.E.I. S.p.A.: tra queste compaiono però alcune operazioni che, secondo la Relazione predisposta dal Ministero degli Esteri, sono state autorizzate nel 2011 alla R.W.M. Italia S.p.A. Inoltre, anche successivamente, diverse operazioni per esportazioni e importazioni di materiali militari sono state svolte da Banca Valsabbina per conto dell’azienda R.W.M. Italia S.p.A. Sebbene le recenti Relazioni annuali della Presidenza del Consiglio non riportino più gli “importi autorizzati”  alle aziende e agli istituti di credito6, esse permettono comunque di conoscere gli “importi segnalati” dalle aziende e dagli istituti di credito. In proposito, si rileva un ulteriore e costante incremento degli “importi segnalati” da Banca Valsabbina per operazioni nel settore e soprattutto si evidenzia la peculiare analogia tra gli importi segnalati da R.W.M. Italia S.p.A. e quelli segnalati dalla succursale di Ghedi di Banca Valsabbina per esportazioni di sistemi militari.
In aggiunta, il “Bilancio di Esercizio” relativo all’anno 2016 di R.W.M. Italia S.p.A. riporta tra le
immobilizzazioni finanziarie «l’acquisto a titolo oneroso con fini di durevole permanenza nel portafoglio societario delle azioni della Banca Valsabbina per euro 29.700 avvenuto nel precedente esercizio»: trattandosi dell’unica partecipazione azionaria comunicata nel suddetto Bilancio, tale operazione rappresenta un ulteriore elemento di evidenza dei rapporti economico-finanziari che intercorrono tra R.W.M. Italia S.p.A. e Banca Valsabbina.
Quanto detto permette, innanzitutto, di affermare che Banca Valsabbina ha assunto una serie di operazioni, effettuate negli anni scorsi prima dalla S.E.I. S.p.A. e più recentemente da parte di R.W.M. Italia S.p.A., diventando così uno degli istituti di credito di riferimento della R.W.M. Italia S.p.A. per svolgere operazioni bancarie relative ad incassi e pagamenti per esportazioni e importazioni di materiali d’armamento.
Come noto, da oltre due anni l’azienda R.W.M. Italia S.p.A. è al centro dell’attenzione di un ampio movimentodi associazioni che promuovono il controllo del commercio di armamenti e la tutela dei diritti umani per le esportazioni di bombe aeree, prodotte dall’azienda, all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti. Dal marzo del 2015, infatti, una coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita è intervenuta, senza alcun mandato da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel conflitto in corso in Yemen con pesanti bombardamenti anche sulle zone abitate da civili, tra cui strutture sanitarie ed educative. Questi bombardamenti, che sono la causa di più della metà delle morti tra i civili del conflitto yemenita, sono stati ripetutamente condannati dal Segretario generale delle Nazioni Unite e sono stati oggetto di una specifica indagine del Gruppo di esperti dell’Onu che lo scorso 27 gennaio ha inviato al Consiglio di Sicurezza un dettagliato rapporto che documenta, tra l’altro, l’impiego di bombe prodotte dalla R.W.M. Italia S.p.A. da parte dell’aeronautica militare saudita per bombardare città e aree abitate da civili in Yemen. Tali bombardamenti sono espressamente vietati dalle convenzioni internazionali e pertanto – come evidenzia il rapporto – «possono costituire crimini di guerra» («may amount to war crimes»).
Il Parlamento europeo, a seguito dell’intervento militare da parte della coalizione a guida saudita, ha votato ad ampia maggioranza tre risoluzioni sulla situazione umanitaria nello Yemen. Nell’ultima risoluzione – votata lo scorso 15 giugno – l’Europarlamento ha ribadito la necessità, «che tutti gli Stati membri dell’Unione applichino rigorosamente le disposizioni sancite nella Posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio sulle esportazioni di armamenti» ed ha ricordato, a tale riguardo, quanto indicato nella precedente risoluzione del 25 febbraio 2016 attraverso la quale aveva già invitato l’Alta Rappresentante dell’Unione e Vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, «ad avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’Unione europea di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita, tenuto conto delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale da parte di tale paese nello Yemen e del fatto che il continuo rilascio di licenze di vendita di armi all’Arabia Saudita violerebbe la Posizione comune del Consiglio sulle esportazioni di sistemi militari».
Pur a fronte di questa situazione, le autorità italiane14 hanno continuato ad autorizzare l’esportazione di materiali e sistemi bellici alle forze armate della coalizione a guida saudita attive nel conflitto in Yemen e principalmente all’aeronautica militare saudita. In particolare, è proseguito il rilascio delle autorizzazioni all’esportazione di sistemi d’armamento all’azienda R.W.M. Italia S.p.A. che, dall’inizio del conflitto in Yemen, ha visto un crescente incremento di autorizzazioni all’esportazione delle bombe aeree da essa prodotte e destinate principalmente alle forze militari dell’Arabia Saudita.
Per verificare la conformità di queste esportazioni al dettato della legge n. 185 del 9 luglio, la Rete italiana per il Disarmo ha presentato nel gennaio del 2016 un esposto in diverse Procure16. Al momento la materia è al vaglio della Procura di Roma, ma – è bene chiarirlo – questa nostra missiva non concerne né intende sollevare la questione di eventuali illeciti commessi dalle aziende o dagli istituti di credito operativi nel settore, bensì porre all’attenzione la responsabilità sociale d’impresa di Banca Valsabbina.
Banca Valsabbina, infatti, si contraddistingue per essere uno dei pochi istituti di credito italiani a non aver emanato direttive atte a limitare il tipo di servizi che concede alle aziende produttrici ed esportatrici di armamenti. Lo riteniamo un fatto particolarmente grave sia in considerazione dell’accresciuta operatività di Banca Valsabbina nel settore sia, soprattutto, per la tipologia della Banca che – secondo lo Statuto – intende svolgere la propria attività «ispirandosi ai principi del Credito Popolare» (Art. 3).
Per i suddetti motivi, come direttori delle tre riviste promotrici della Campagna di pressione alle “banche armate”, Vi chiediamo di:
1) Assumere l’impegno di definire al più presto un “Codice di responsabilità sociale” che espliciti i
princìpi di responsabilità sociale che Banca Valsabbina si impegna ad attuare ed i servizi bancari che
la Banca intende proseguire, limitare o porre a termine con le aziende produttrici di materiali
d’armamento e di armi comuni, con particolare attenzione ai servizi che intende concedere alle
aziende per l’esportazione di tali prodotti;
2) Rendere note tutte le operazioni che Banca Valsabbina ha svolto dal 2006 specificando, per ogni
singola autorizzazione e segnalazione inviata al Ministero delle Finanze (Dipartimento del Tesoro), il
numero MAE di autorizzazione e il valore monetario della fornitura oggetto della segnalazione;
3) Sospendere da subito, anche a fronte di eventuali penali, tutti i finanziamenti e i servizi disposti da
Banca Valsabbina alla produzione e all’esportazione di materiali militari e di armi comuni verso paesi in conflitto armato ed i cui governi siano responsabili di gravi violazioni dei diritti umani accertate dalle associazioni internazionali accreditate alle Nazioni Unite.
Vi informiamo che, contestualmente a questa missiva, segnaleremo all’opinione pubblica ed in particolare alle associazioni del settore del volontariato, della cooperazione internazionale e della promozione dei diritti umani queste nostre richieste ed inviteremo i correntisti di Banca Valsabbina, a fronte di una mancata risposta, a valutare la possibilità di porre termine ai rapporti con la Banca.
Siamo fiduciosi che Banca Valsabbina che «da oltre cento anni accompagna la crescita e lo sviluppo
economico del territorio bresciano, ponendosi come interlocutore di famiglie, artigiani, piccole attività economiche e PMI» intenda operare secondo rigorosi criteri di responsabilità sociale d’impresa mettendo in atto tutte le disposizioni necessarie affinché lo sviluppo che si propone di favorire sia sostenibile e rispettoso del valore della persona umana per contribuire alla promozione della pace e attuare uno dei princìpi fondamentali espressi nella nostra Costituzione: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (Art. 11).
In attesa di un Vostro cortese riscontro porgiamo
Distinti saluti,
p. Mario Menin (direttore di “Missione Oggi”)
p. Efrem Tresoldi (direttore di “Nigrizia”)
p. Alex Zanotelli (direttore responsabile di “Mosaico di pace”)

martedì 18 luglio 2017

Giovedì 20 c'è un altro consiglio comunale

Giovedì 20  luglio a Calcinato è convocato in municipio il consiglio comunale A partire dalle ore 20.45 fra gli argomenti posti all'ordine del giorno dal sindaco Marika Legati figurano l'esame di una mozione del Movimento 5 Stelle sull'adeguamento dei sistemi di grigliatura degli scarichi d'emergenza al collettore intercomunale, il piano di attuazione della pratica sportiva presentato per il triennio che va fino al 2019 dall'assessore Alberto Bertagna e l'approvazione del nuovo statuto della società controllata Asc per l'adeguamento alle disposizioni del nuovo Testo unico sulle società partecipate, con il relativo regolamento per l'esercizio del controllo analogo.

lunedì 17 luglio 2017

Tav e Unesco sul Garda

Nei giorni scorsi sui giornali si presentava l’idea della domanda, da parte di sindaci ed operatori del turismo, di ottenimento della certificazione di sito Unesco per il Garda bresciano. Tra le motivazioni e le eccellenze da vantare per il riconoscimento si citava l’area del Lavagnone (peraltro in parte già riconosciuta), a sud di Desenzano e Lonato e l’area della Torre di San Martino dela Battaglia. In altra parte del giornale dello stesso giorno era annunciata l’approvazione definitiva da parte del Cipe del progetto della Tav, tratto Bs-Vr. Il tutto con il plauso di sindaci e operatori vari, gli stessi che promuovono la richiesta del sito Unesco. Ora, la cosa risulta quantomeno schizofrenica, per non dire di peggio. Infatti i due progetti sono una contraddizione in termini. Le due località di pregio sopra menzionate infatti sono proprio quelle che saranno  più devastate dal passaggio della Tav, il Lavagnone con l’enorme cantiere principale dell’intera tratta e dallo scavo della galleria di 8 km con durata almeno di 6 anni (previsti in preventivo…), mentre davanti S.Martino verrebbe costruita l’ipotetica “stazione del Garda” con prevedibile stravolgimento dell’intera zona. Per quanto so dei criteri di valutazione dell’Unesco per il riconoscimento dei siti c’e quello del mantenimento dei luoghi destinati con minor intervento possibile di opere umane “moderne” e comunque incompatibili con la storia dei luoghi. Da aggiungere poi la nota cementificazione massiccia degli ultimi anni e il progetto di mega collettore di cui si parla senza valutare soluzioni meno “invasive” per il territorio per il problema fognature, sicuramente da risolvere. Mi auguro che questi criteri vengano rigorosamente rispettati nel nostro caso, negando il riconoscimento in caso di mantenimento di tutti questi progetti. Se così non fosse il riconoscimento Unesco sarebbe ormai una barzelletta e un non rispetto per gli altri siti autenticamente meritevoli e squalificante per lo stesso Unesco che perderebbe di autorevolezza e serietà della sua funzione accettando simili situazioni. Ultima cosa mi appello alle numerose Associazioni Ecologiste e di Tutela del Territorio a ritirare le proprie adesioni alla richiesta di sito Unesco in caso di conferma dei progetti Tav, Pgt comunali “cementiferi”, megadepuratori e assenza di politiche veramente a tutela del territorio e della sostenibilità ambientale.
Danilo Zeni 

domenica 16 luglio 2017

No Tav: assemblea a Campagna di Lonato

I No Tav intensificano la mobilitazione dopo che il 10 luglio il Cipe ha approvato il progetto definitivo della nuova linea ferroviaria Brescia-Verona. Come prima risposta il coordinamento dei comitati che nei comuni disseminati sul tracciato si oppongono alla realizzazione della grande opera pubblica ha promosso un’assemblea pubblica per giovedì 20 luglio alle ore 20.45 all’Oratorio di via Campagna di Sotto 24 a Lonato del Garda, a poche centinaia di metri dall'area dove sorgerà uno dei maxicantieri per i lavori della ferrovia ad alta capacità.
Presentando l'iniziativa alla stampa i No Tav sottolineano "le gravi lacune evidenziate anche in sede Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (in particolare, il non aggiornamento dell’opera alle attuali norme antisismiche); la mancanza di un’analisi costi-benefici che giustifichi l’imponente spesa pubblica e che dimostri se questa opera sarà sostenibile o se, come noi riteniamo e come lo dimostrano quasi tutte le tratte ad alta velocità italiane, produrrà solo un incremento di debito pubblico; la gestione del progetto con i criteri dei lotti costruttivi previsti dalla Legge obiettivo del 2001, definita criminogena dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone".
"Il progetto approvato - per i No Tav - non ha nulla di definitivo: governo e costruttori non sanno ancora come il treno uscirà da Brescia e non sanno ancora come entrerà a Verona".
Per essi "lo stralcio dello shunt di Montichiari e la proposta dell’uscita con quadruplicamento dei binari da Brescia devono prevedere quanto meno una nuova valutazione di impatto ambientale e una rivisitazione dell’intero progetto anche alla luce delle nuove tecnologie che permetterebbero di ammodernare e utilizzare al meglio la già esistente linea ferroviaria".
"L’intenzione di lavorare per lotti costruttivi - secondo i No Tav - non consente una visione d’insieme e lascia le comunità intrappolate da cantieri che dureranno certamente molti più anni del previsto, come sta avvenendo ad esempio per la costruzione della tratta alta velocità al Terzo Valico, spesso salita alle cronache nazionali per le infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri".
Ad illustrare le posizioni degli ambientalisti venerdì a Campagna di Lonato saranno il prof. Erasmo Venosi e l’avv. Fausto Scappini.

sabato 15 luglio 2017

La difesa nonviolenta arriva in Parlamento

Tre anni fa avevamo raccolto diverse decine di firme  anche a Calcinato. Ora arriva  alla Camera dei Deputati la "proposta di legge per una difesa civile non armata e nonviolenta",  dopo una lunga mobilitazione di oltre 200 gruppi e associazioni in tutta la penisola.
Nella riunione congiunta del 13 luglio delle Commissioni Affari Costituzionali e Difesa della Camera dei Deputati  è stato calendarizzato il dibattito parlamentare sulla proposta di legge n. 3484 per la costituzione di un Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I presidenti delle due commissioni, on. Mazziotti di Celso e on. Garofani, ne hanno illustrato i contenuti e le finalità, indicando come relatori l'on. Giulio Marcon e l'on. Giorgio Zanin.
In Italia è raro che in Parlamento si giunga a trattare una proposta di legge avanzata dai cittadini e inoltre non si era mai arrivati ad ottenere una discussione istituzionale di tale livello su questo tema. Il primo passaggio alla Camera dei Deputati costituisce il coronamento di anni di lavoro sui territori delle organizzazioni del servizio civile, del disarmo e della solidarietà.
Inizia ora una nuova fase di mobilitazione per accompagnare il dibattito parlamentare e giungere ad un voto positivo entro il termine della legislatura. La legge in discussione istituisce la promozione dei Corpi Civili di Pace per le missioni all'estero e riconosce la difesa nonviolenta, basata sulla prevenzione dei conflitti, per la tutela dal degrado sociale, culturale e ambientale, assolvendo così al dovere costituzionale di difesa della Patria previsto dall'articolo 52, in ottemperanza al ripudio della guerra sancito dall'articolo 11.
Anziché finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono, la legge organizza la preparazione e l'utilizzo di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali, per la difesa della dignità della vita, dei beni comuni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali e dal consumo di territorio.
Seguiremo con attenzione il dibattito che si svilupperà nei due rami del Parlamento. Chi a suo tempo firmò la proposta e, più in generale, tutti gli interessati ad approfondire possono scriverci una mail a linea.indipendente@hotmail.it.

venerdì 14 luglio 2017

Area ex Fimo a Ponte San Marco: un'altra asta

Non sappiamo più quante volte sia stato messo al'asta, noi ne abbiamo contate cinque. Stiamo parlando del capannone ex Fimo di Ponte San Marco.
Questa nuova asta pubblica per l’alienazione del sito dismesso, in esecuzione delle deliberazioni del consiglio comunale del 29 marzo nonché della giunta municipale del 20 giugno, torna a riproporre la vendita del fabbricato situato nella zona industriale di Ponte San Marco, in via Commercio, edificio protagonista anni fa di una tortuosa storia di bonifica del deposito di  rifiuti industriali stoccati abusivamente in quel sito. Dislocato su una superficie di 6 mila 710 mq, l’immobile viene ora proposto per l'alienazione a un prezzo a base d’asta  di 366 mila euro. L’appuntamento è per venerdì 4 agosto alle ore 8.30 in municipio a Calcinato, con il metodo delle offerte segrete, da confrontarsi con il prezzo posto appunto a base d’asta. Per prendere parte all’asta gli interessati dovranno far pervenire la propria offerta, in plico sigillato, all’Ufficio protocollo del Comune di Calcinato, in Piazza Aldo Moro 1, entro le ore 12 di giovedì 3 agosto. Ulteriori informazioni si possono acquisire telefonando allo 030.9989225.

mercoledì 12 luglio 2017

No Tav: la risposta al Cipe

Sull’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo della linea AV/AC Brescia – Verona, “Lotto Brescia est - Verona (escluso nodo di Verona)” il Coordinamento No Tav Brescia-Verona ha diramato un comunicato nel quale si legge:
L’inadeguatezza del progetto che il CIPE ha approvato è stata confermata dal parere del 15/12/2016 espresso dall’Assemblea del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha chiesto al Governo di rivedere il progetto. In particolare, si chiede di rivedere tutte le misure antisismiche previste in quanto NON AGGIORNATE con le normative vigenti e questo è un elemento fondamentale in una zona sismica come quella del Garda se si vuole garantire la sicurezza dei cittadini. E’ stata riproposta anche la censura riguardante la mancata valutazione dell’opzione zero e/o di opzioni alternative dato che, se esse fossero state esaminate (e non lo sono mai state) questo progetto così costoso e così impattante non sarebbe stato approvato. Oltre ad altre censure relative al mancato esperimento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, alla mancata tutela del Laghetto del Frassino ed in generale del patrimonio ambientale, sono stati riproposti anche i vizi riguardanti la seconda reiterazione del vincolo urbanistico, ormai di durata ventennale. L’atto di appello verrà ora depositato in Consiglio di Stato e si attende che il Giudice fissi l’udienza per la discussione dell’appello.
Nonostante tutte le criticità, è prevalsa la logica politica in difesa degli interessi di grosse aziende di Stato quali Fs e Eni con Cepav Due. Nessun rispetto per il parere delle comunità locali, nessun rispetto per un territorio altamente problematico dal punto di vista ambientale,  e nessun rispetto neanche per le poche regole che ormai normano gli iter autorizzativi in materia di Grandi Opere. Nei comunicati usciti sulla stampa, addirittura sembra sia previsto uno studio di fattibilità per la realizzazione di una possibile fermata aggiuntiva sul Garda. Un’alta velocità che diventa sempre più lenta rendendosi conto che le esigenze dei territori sono altre. Un’alta velocità che sembra sempre più inutile cosi come progettata e poco giustificabile. Il progetto della tratta Tav Brescia – Verona  è inaccettabile. Non lo diciamo solo noi che da anni ci battiamo contro questa inutile opera, ma anche alcuni dei più importanti organi tecnici dello Stato. Non solo ci sono grosse lacune dal punto di vista tecnico, ma addirittura si parla di un progetto che non rispetta le norme antisismiche, in un territorio fortemente sismico come quello del Garda e che, solamente il mese scorso, è tornato a tremare. Non ci stupiamo di quanto approvato ieri, in materia di TAV in tutta Italia, a prevalere sono sempre le logiche speculative e privatistiche a discapito di tutto. Aspettando ulteriori particolari che ci permettano di capire meglio con che logica sia avvenuta questa approvazione, ribadiamo il fatto che l’iter autorizzativo non è ancora concluso: manca, ad esempio, il passaggio alla Corte dei Conti per valutare la copertura finanziaria dell’opera. Sottolineiamo che con questa approvazione la nostra battaglia entra in una nuova fase. Non lasceremo ovviamente intentata nessuna strada, ma pensiamo sia necessario rilanciare la mobilitazione popolare: dobbiamo tornare a riempire le strade dei luoghi che abitiamo e viviamo. Non resteremo testimoni dell'ennesima devastazione che vogliono infliggere al nostro territorio, che, lo ricordiamo, vanta la presenza delle più grandi discariche di rifiuti speciali d'Europa, le quali, con drammatica regolarità, continuano a bruciare in circostanze sospette. Non resteremo chiusi in casa, sequestrati dai cantieri di opere inutili e soffocati dai miasmi tossici. Non resteremo passivi e chiederemo, ancora una volta, che i soldi pubblici siano spesi per qualcosa di effettivamente utile al nostro territorio, a partire dalle bonifiche ambientali che da troppo tempo aspettiamo. Qua viviamo e qua resisteremo!                      

martedì 11 luglio 2017

Tav: c'è il sì del Cipe

Quello che temevamo è accaduto. Appendiamo oggi dai giornali che ieri il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato il progetto definitivo della Tav per la tratta Brescia-Verona. 
Dai sei agli otto gli anni di cantiere in programma per la realizzazione dell'opera. Si parla di oltre 2,3 miliardi di euro di finanziamento da parte del Governo e del Cipe.
Il ricorso presentato al Consiglio di Stato da parte di una sessantina di comitati ambientalisti (fra cui due di Calcinatello) resta ora l'ultima possibilità di resistenza giuridica al progetto nel suo complesso.

lunedì 10 luglio 2017

I No Tav ricorrono al Consiglio di Stato

Il movimento No Tav non molla. Dopo la prima sconfitta al Tar del Lazio, presenta ora ricorso al Consiglio di Stato, con richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea.
Nel voluminoso documento (sono circa 130 pagine, chi desidera leggerle può scriverci una mail a linea.indipendente@hotmail.it) l'avvocato Fausto Scappini replica alle motivazioni con cui il Tar aveva respinto il primo ricorso. L'obiettivo resta quello di annullare il decreto ministeriale in ottemperanza al progetto definitivo della tratta Brescia-Verona: se i giudici di Palazzo Spada dovessero accoglerlo, l'operazione Tav su questa tratta dovrebbe fermarsi. 
I No Tav contestano al progetto la violazione della normativa europea sugli appalti, la validità temporale della Valutazione d'Impatto Ambientale (che risale al 2003), violazioni di legge per la mancata valutazione di opzioni alternative, violazioni di norme poste a tutela del patrimonio ambientale, oltre all'annullamento per "plurime violazioni di legge" della reiterazione del vincolo sull'esproprio di aree e immobili interessati dal passaggio della nuova linea ferroviaria.

sabato 1 luglio 2017

Mercoledì 5 c'è il consiglio comunale

Mercoledì 5 luglio approda in consiglio comunale a Calcinato l'interrogazione a risposta scritta presentata dalla capogruppo di Bene Comune, Tiziana Spreafico, sui "disservizi nel recapito degli avvisi Tari (Tassa Rifiuti) in scadenza il 16 giugno”.
Come si ricorderà, molti
cittadini non hanno mai ricevuto l'avviso di pagamento della Tassa Rifiuti,
e quindi Tiziana ha pensato di chiedere lumi  per sapere a chi e con quali costi era stato affidato l'incarico di recapitare per tempo nelle abitazioni i suddetti avvisi, le motivazioni per le quali tale compito è stato largamente disatteso e le determinazioni assunte dal Comune per sanzionare il disservizio con i connessi disagi arrecati all'utenza, soprattutto nelle fasce d'età più anziane.

Fra gli altri argomenti all'ordine del giorno si segnalano il “Regolamento per la disciplina dei criteri e delle modalità per l’accesso e la gestione della Casa Filamore per donne in situazione di fragilità, con carattere di temporaneità, nei locali di proprietà comunale situati in via Carlo Alberto”, l'individuazione degli ambiti di esclusione del territorio comunale dall'applicazione della legge regionale n.7/2017, l'integrazione del Piano per le alienazioni e valorizzazioni immobiliari del Comune, l'approvazione dell'assestamento generale al bilancio di previsione 2017 e l'affidamento al nuovo soggetto preposto alla riscossione nazionale denominato Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) della attività di riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali dell’ente.
L'appuntamento mercoledì è alle ore 20.45.