domenica 23 maggio 2021

I portuali italiani dicono no alla guerra di Israele

Anche i lavoratori portuali di Ravenna comunicano che non caricheranno armi o altri materiali bellici diretti in Israele. Come già i loro compagni di Livorno e Napoli, anch’essi rifiutano la guerra. 
"I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di caricare armi, esplosivi o altro materiale bellico che possano alimentare il conflitto tra Israele e Hamas" scrivono in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil e le loro categoria dei trasporti, Filt, Fit e Uiltrasporti. 
I portuali si schierano "contro l’uso della guerra come strumento per dirimere i conflitti" e sollecitano il governo italiano, la comunità internazionale e l’Onu a "intervenire urgentemente per imporre il cessate il fuoco tra le parti in guerra: il mondo del lavoro e i lavoratori del porto di Ravenna vogliono contribuire con questo atto concreto alla ricerca di una soluzione al conflitto che crei le condizioni per la pace tra i popoli israeliano e palestinese e per il loro diritto a vivere pacificamente in un proprio stato libero e indipendente, mettendo fine ad una guerra che da decenni ha mietuto decine di migliaia di vittime innocenti".
I sindacati  erano venuti a sapere che nei prossimi giorni una nave ormeggerà al porto di Ravenna per imbarcare alcuni container contenenti materiali bellici. Il carico dovrebbe essere sbarcato in un porto israeliano. Se la nave si presentasse le organizzazioni sindacali di categorie dichiareranno lo sciopero impedendo l'operazione.

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