domenica 19 agosto 2012

Calcinato nella tragedia della Grande Guerra



Esce in questi giorni il primo volume della ricerca storiografica “Calcinato zona di guerra. Storia politica e sociale di una comunità agricola di fronte alla Grande Guerra e alle sue conseguenze”. Il libro è dedicato in particolare al rapporto fra “Mobilitazione bellica e società dal 1915 al 1919” ed è pubblicato da Gaspari editore (pagine 304, euro 15).
Ricercatore al Museo della Guerra Bianca di Temù, Pellegrini ha lavorato all’opera per oltre tre anni, indagando “l'evoluzione delle dinamiche sociopolitiche dalla crisi del sistema liberale fino all'instaurazione della dittatura fascista, analizzando i rapporti tra le classi, le tendenze progressiste e reazionarie e la stratificazione di memorie separate del conflitto”, come spiega presentando l’attività svolta.
La ricerca si è sviluppata nei fondi documentari inediti dell'Archivio storico comunale di Calcinato e di quelli dei comuni limitrofi, nonché all'Archivio di Stato di Brescia, all'Archivio Centrale di Stato di Roma, all'Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito di Roma, agli Archivi parrocchiali di Calcinato e Calcinatello, a quello diocesano di Brescia, alla Fondazione Ugo Da Como, e consultando altri fondi privati e fonti memorialistiche.
“Con la mobilitazione del maggio 1915 e l'imposizione degli istituti della zona di guerra - racconta lo storico - le classi subalterne di Calcinato, comunità di 5mila abitanti nella quale convivevano tradizionalismo agrario e significative presenze industriali, videro interrompersi il processo di emancipazione che si stava sviluppando attraverso la prassi rivendicativa socialista e cattolica”.
“Lo smantellamento delle strutture politiche dopo la guerra creò fratture insanabili in un tessuto sociale fortemente stratificato, in bilico tra progresso e reazione. Questo primo saggio analizza gli stati d'animo nella società locale, evidenziando resistenze e spirito adattivo di fronte all'autoritarismo militare, seguendo la gente comune nel vissuto quotidiano: al fronte e nelle dinamiche familiari, nelle campagne e nelle fabbriche, nei rapporti di classe e tra queste e gli elementi di controllo e stabilizzazione dello status quo, nelle relazioni fra cittadini e autorità, tra militari e civili e tra autorità civili e autorità militari sul territorio”.
“L’obiettivo - sottolinea - è valutare le distorsioni economiche e sociali che contribuirono a determinare le tensioni del dopoguerra e la deriva reazionaria dopo l'incandescente biennio rosso nella Calcinato ‘covo del bolscevismo bresciano’, evidenziando elementi di rottura e continuità nella rielaborazione dell’esperienza della Grande Guerra”.
Dimensioni, private e pubbliche, drammi personali, familiari e collettivi che il tempo sembrava aver rimosso dalla memoria e che invece tornano a intrecciarsi sapientemente in queste pagine.
“Al primo volume – conclude Pellegrini - ne seguiranno altri tre, nei quali mi soffermerò sul periodo dalla smobilitazione al consolidamento del fascismo, sull’esperienza della guerra nella creazione della memoria divisa e sull’istituto della raccomandazione politica in zona di guerra”.
flavio marcolini

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