Ponte San Marco è noto nella storia europea per lo scontro che vi avvenne nell'aprile 1797 fra l'esercito francese e i difensori della Repubblica di Venezia. Pochi lo conoscono in paese e le diverse amministrazioni comunali di Calcinato si sono ben guardate dallo svolgere o patrocinare approfondimenti storiografici su questa battaglia, nota comunque a studiosi di fama e agli archivi storici transalpini.
A Lonato (roccaforte della Serenissima), dopo la strumentalizzazione politica dell'uccisione del nobiluomo Giovan Battista Gerardi da parte di tre malviventi, centinaia di armati si riunirono in piazza il 10 aprile decidendo di avviarsi l'indomani a Ponte San Marco per fronteggiare l'avanzata dei Bresciani alleati ai Francesi guidati dal generale La Hoz. La mattina dell'11 trecento uomini si posero sul cappello il leone di San Marco e si diressero verso Rezzato per unirsi alle truppe amiche della Valsabbia. Mentre saccheggiavano le abitazioni di alcuni filogiacobini, videro giungere i Bresciani e allora si ritirarono verso Ponte San Marco. Giunti nei pressi dell'abitato, rovesciarono alcuni carri sul ponte del Chiese per sbarrare la strada ai nemici. La disparità delle forze in campo era evidente: 300 controrivoluzionari contro più di 3000 fra Bresciani e Francesi. I fedeli a Venezia, sia per imperizia militare (non erano un esercito regolare) che per inferiorità di mezzi (fucili contro cannoni) che per esiguità di numero, soccombettero in breve tempo morendo quasi tutti. In seguito alla sanguinosa battaglia, Ponte San Marco venne quasi totalmente distrutto e i lonatesi si ritirarono verso le postazioni difensive sul lago di Garda. L'episodio si inserisce nel contesto della reazione del contado bresciano alla Rivoluzione proclamata in città in quell'anno. Essa fu un fenomeno importante nella nostra provincia, benché sia poi finito presto nel dimenticatoio, anche a causa dell'impostazione ideologica della storiografia ottocentesca, secondo la quale la Rivoluzione bresciana avrebbe segnato anche dalle nostre parti il trionfo del liberalismo. E' significativo che lo storico Ugo da Como nella sua Storia di Brescia dedichi al fatto di Ponte San Marco solo una noticina a pie' di pagina. In verità, scorrendo i nomi dei membri del governo della Rivoluzione cittadina si scopre che erano notabili del patriziato locale, mentre saldamente ancorati alla difesa di Venezia erano i ceti medio-bassi. Della Serenissima era apprezzata la politica di grande tolleranza verso le autonomie locali. Si deve ricordare che prima del 1797 a Calcinato e, più in generale in tutta la zona dell'entroterra gardesano, funzionavano con importante ruolo amministrativo i consigli comunali, che in seguito i Francesi faticarono a convocare regolarmente poiché, con la loro politica accentratrice, li avevano fatti diventare strumenti esautorati nelle mani dei podestà di nomina prefettizia. Queste ragioni inducevano i pochi che nei nostri paesi si ponevano il problema a schierarsi con San Marco, senza dar troppo credito allo sbandieramento parolaio degli ideali rivoluzionari. La stessa soppressione delle corporazioni religiose, provvedimento repubblicano che nell''800 fu considerato un tampone al potere ecclesiastico, più che da ragioni ideali fu dettata dallo spirito affaristico dei rivoluzionari, che in tal modo poterono accumulare ingenti patrimoni privati, poi investiti in imprese economiche che crearono le condizioni per la nascita e lo sviluppo sul territorio dell'economia capitalistica.
flavio marcolini
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