venerdì 12 giugno 2009

LOOK BACK IN ANGER

La riunione di ieri sera ha confermato quanto sia sterile l'atteggiamento del centro sisnistra. Una serie di considerazioni inerti, immature ed inutili che continuavano ad eludere il problema della sconfitta elettorale, dello scollamento dalla vita civile, sociale, economica e politica del paese, dell'inadeguatezza della dirigenza dei partiti aderenti.
Si è preferito rimenere nell'ambito della metafisica, con un atteggiamento impotente di fronte all'ineluttabilità del fato.
Questa è il pensiero emerso: si è perso perchè è andata così.
La riflessione ha fatto un passettino avanti quando è stato introdotto il tema escatologico (cosa aspettarsi da una riunione di catechismo?) con la preghiera per le morti della lega e di berlusconi.
Non una parola su quanto era girato in casella di posta agli invitati; riflessioni coerenti e realiste poste da Tosi, che dovevano essere il punto di partenza sedimentato per articolare una seria fenomenologia della sconfitta.
Tutti hanno invece fatto finta di niente; la colpa altro bel tema da catechismo, è dei simboli!! (della lega e del PdL, presenti sulla scheda). passiamo così all'iconoclastia.
Per non citare le arroganti e stupide accuse alla sinistra, causa prima, se non unica, dei mali del mondo.
Inettitudine è l'aggettivo che meglio identifica le posizioni sorte ieri sera. Ancora una volta, rinchiusoi in una torre d'avorio, memoria dello stradominio degli anni ottanta democristiani, gran parte dell'establishment del PD ha la presunzione di stare dalla aprte giusta, sempre e comunque, lanciando accuse a destra e a manca, evitando (anzi, non ponendosi neanche il problema) di fare valutazioni su quanto accaduto.
Possiamo tranquillamente andare avanti per cinque anni a trovarci e dirci che siamo meglio noi (noi chi, tra l'altro?), che l'egemonia culturale è la nostra (nostra di chi??), che siamo più seri, rispettabili, preparati, capaci, belli e simpatici.
Possiamo, certo. E gli anni di opposizione non saranno cinque; ma diventeranno venti.
Perchè la realtà dice altre cose: che il candidato sindaco avversario è piaciuto, ha dimostrato capacità di convincimento e coinvolgimento(anche emotivo) incredibile e partecipato; la lista ha ottenuto apprezzamenti e consensi, anche nelle giovani proposte; ha ottenuto un consenso di massa di 700 voti superiore a quello di 5 ani fa, considerando l'altissima astensione che ha caratterizzato queste elezioni (1700 calcinatesi hanno preferito non esprimersi).
Qualcuno ride di questo, forte di non so quale presunzione. Crediamo si debba riflettere piuttosto; iniziando a portare rispetto per l'esito elettorale.
Botticino, Rezzato, Castenedolo, Carpenedolo, Pralboino, Iseo, Manerba, Padenghe, Salò... non sono realtà anni luce distanti da Calcinato. Eppure il centrosinistra ha stravinto.
Quando non sarà tabù parlare di come è stata gestita la formazione della lista, della scelta del candidato, dei tempi imposti dal PD, della scrittura a porte chiuse ed in camera segreta del programma, con cassazione di tutti gli emendamenti apportati, della campagna elettorale, delle scelte grafiche e divulgative, della presenza ai seggi, delle rappresentanze di lista e dei valori (e degli scheletri nell'armadio) di cui questo carrozzone politico è portatore, allora avremo fatto un passo da gigante, verso la riscossa, quantomeno personale, della coalizione.
Nel frattempo l'atarassia, il distacco epicureo, rimane il nostro atteggiamento. Ascoltando, rimanendo in silenzio, le invettive (anche nei nostri confronti) degli sconfitti.
Non è più tempo di arrabbiarsi per le solite cose.
Dont' look back in Anger.
LineaIndipendente si trova martedì sera, in piazza Repubblica alla sala civica Morelli ale 20.30.
Parleremo di John Osborne, di disponibilità per le commissioni, di unità della sinistra e di un progetto che alcuni compagni di Castiglione vogliono proporci.

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