A novantacinque anni dalla fine dell'"inutile strage" della
prima guerra mondiale anche a Calcinato, ricorderemo non la festa, ma il lutto per quello spaventoso massacro che insanguinò l'Europa.
Come ogni anno pressioni vengono fatte, anche in sedi istituzionali, per infoltire domani le sempre più scarne presenze alle celebrazioni patriottarde che con riti stantii celebrano la Vittoria. Vittoria di chi? Dei nostri 650mila poveri morti in battaglia? Del milione che tornò a casa mutilato o ferito?
Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone. Chi la festeggia oggi è un ignorante. Ci
chiediamo da tempo come mai i libri scolastici disapprovino questa guerra,
mentre le istituzioni al contrario la celebrano in piazza. Ci
chiediamo per quale oscura ragione il livello di consapevolezza
raggiunto dalla cultura venga demolito dalla retorica nazionalista.
Nel ricordo e nel nome
di tutte le vittime, noi riaffermeremo il dovere di opporsi alla
guerra e alle uccisioni, il dovere di salvare le vite.
Per la pace, il disarmo e la nonviolenza, ricordando ancora una volta che vi è una sola umanità.
siete proprio di una povertà culturale che fa compassione. Si commemorano i morti! non si esalta la guerra, solo voi continuate a difendere un angolo di verità senza fare altre analisi più profonde. Vi piace ascoltarvi nella vostra torre d'avorio ma non siete certo nel numero dei Giusti ma degli ignavi.
RispondiEliminaNon so se si possano definire “ignavi” gli obiettori di coscienza che trent'anni fa hanno fondato Linea Indipendente, dopo aver pagato duramente le proprie scelte in giovinezza, prima con il carcere e poi (dopo la legge sul servizio civile) con il 66% di aumento del tempo di ferma per la naia.
RispondiEliminaNon so se sia più povero culturalmente chi studia da decenni quel tragico conflitto che la storiografia internazionale degli ultimi decenni considera una guerra di classe o chi va in piazza con quelle stesse bandiere dentro cui tornavano a casa le salme dei soldati caduti, legate strette perché sembrassero intere.
Non so se la signora Ferrero abbia mai partecipato a una delle tante manifestazioni ufficiali del IV novembre: a commemorare i morti sono le istituzioni e le associazioni dei combattenti, che in guerra mandavano e andavano. Restituire onore e dignità a quei poveri morti significa dire quello che si legge ormai su tutti i libri di storia: che sono andati al macello per difendere gli interessi di chi ce li mandava, non certo i propri.
“Analisi più profonde” magari si possono trovare leggendo don Lorenzo Milani (http://lineaindipendente.blogspot.it/search?q=obbedienza) o Mauro Pellegrini (http://lineaindipendente.blogspot.it/2012/12/mai-piu-morti-invano.html). Se la signora Ferrero ne ha altre da suggerire, La ringrazio anticipatamente.
Paolo Spada