sabato 4 ottobre 2014

Dopo l'assemblea No Tav di Ponte San Marco, verso la manifestazione di domani a San Martino

Nell’assemblea di mercoledì alla sala civica di Ponte San Marco i comitati provinciali No Tav hanno messo a punto la strategia per cercare di contrastare la realizzazione di questa grande opera pubblica.
All’insegna dello slogan “Fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi” domenica 5 ottobre ci sarà una manifestazione sulle colline del Lugana, con partenza alle ore 14 dalla torre di San Martino della Battaglia.
“Ma questa è solo la prima di una serie di iniziative per informare le comunità civili di quanto sta per accadere nei loro territori” ha detto Chiara Botticini. “In sostanza avremo decine di case, cascine e aziende abbattute, decine di agricoltori espropriati del loro terreni, intere frazioni di paesi che resteranno isolati a causa dei lavori e giganteschi cantieri che apriranno anche in prossimità di siti dal grande valore storico e naturalistico (dall’area archeologica del Lavagnone al lago del Frassino). In totale saranno 2 milioni e 245 mila metri quadrati di suolo agricolo consumati; fra questi andranno persi per sempre circa 300 ettari (sui 1300 complessivi, circa il 20%) di vigneti del Lugana, con un danno economico stimato attorno a 14 milioni di euro annui”.
“Una grande opera – secondo la giovane ambientalista - non solo dannosa per l'ambiente ma anche costosa: 2 miliardi e 800 milioni di euro di spesa preventivati per la realizzazione della tratta ferroviaria ad Alta Velocità Brescia – Verona per un costo al km di 28,5 milioni di euro, il doppio di quello che si è speso in altri paesi europei”.
Per i No Tav “questa nuova linea ferroviaria rappresenta l’ennesimo esempio dello spreco di risorse pubbliche che il sistema delle grandi opere ormai incarna in Italia, ossia una cupola in cui partiti politici, imprese costruttrici e mafie continuano ad accumulare enormi ricchezze a danno di tutti noi. Basti pensare che il consorzio a cui è stata affidata (senza gara d’appalto) la realizzazione della tratta Brescia-Verona è coinvolto, attraverso le ditte che ne fanno parte, in tutti i maggiori scandali recenti riguardanti le grandi opere. Non a caso la sua a Brescia sarà al centro di una delle nostre prossime iniziative”.
“E tutto ciò – ha sottolineato Botticini - accade mentre il trasporto pubblico locale langue in uno stato comatoso dopo continui tagli di corse lungo l’attuale tratta Brescia-Verona, non ultimo il taglio degli 8 treni interregionali veloci Milano-Venezia, utilizzati quotidianamente da oltre diecimila persone”.
Ha inoltre lanciato un appello “alla mobilitazione generale contro un’opera progettata 20 anni fa, rivolgendosi in modo particolare ai sindaci dei Comuni che essa attraverserà: “Alla vigilia dell'apertura dei primi cantieri vogliamo sapere cosa intendono fare. Vogliamo sapere, Comune per Comune, quale sarà il tracciato preciso, il posizionamento dei cantieri, quali le case e gli edifici che saranno abbattuti, le conseguenze per la viabilità delle zone interessate, i tempi di realizzazione e da ultimo, ma non meno importante, la loro posizione sul progetto”.
Per finire ha preannunciato per le prossime iniziative eclatanti: “un presidio alla sede di una delle aziende coinvolte, passeggiate nei campi a raccogliere picchetti, la celebrazione di una messa per strada in via Corsica, un ricorso giuridico al Tribunale internazionale dei Popoli, la creazione del Soccorso No Tav per resistere agli espropri, l'acquisto di uno o più terreni in multiproprietà per mettere i bastoni fra le ruote a un sistema che ci piace sempre meno”
Insomma, la “passeggiata popolare” di domenica non è che l’inizio. La lotta continua.

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