Un caro amico architetto, al cui fianco mi sono occupata dell’abbattimento delle barriere architettoniche a Brescia, fino a giungere all’emanazione della LR 6/89, quando interveniva pubblicamente, amava introdursi con una frase: ”Non esistono le barriere architettoniche, ma esistono gli errori di progettazione”.
Vale a dire che, chi edifica le barriere, sbaglia nel progettare.
Cioè, prende in considerazione solo le caratteristiche ed i bisogni di una PARTE della popolazione.
Trasgredisce ad una legge ed esclude i diversamente-abili, le donne incinta, gli infortunati temporanei, gli anziani, i bambini; vale a dire, secondo stime ONU, il 10% della popolazione!
Ma quello che ora voglio narrare dimostra che, per fortuna, , esistono singole persone sensibili le quali sono determinate a riparare a quegli “errori”.
Una di queste l’ho incontrata io, che da due anni e mezzo; sono venuta ad abitare a Calcinato.
In via Petrarca a Calcinato c’è una merceria, dove ogni tanto, sono solita andare a fare acquisti, stando sulla porta del negozio!
Ad impedirmi l’accesso è, era, un gradino troppo alto; chiaramente fuori norma.
Dico era, perché la titolare con la collaborazione dei figli, ha provveduto a fare costruire uno scivolo in metallo che tiene in negozio e lo usa quando arrivo io per permettermi di superare il gradino.
Non vi dico la soddisfazione, e la commozione, la prima volta che me lo ha fatto utilizzare!
Un bel gesto di accoglienza, uguaglianza e solidarietà che ha cancellato l’errore di progettazione e il mancato controllo di chi, per dovere istituzionale, avrebbe dovuto fare rispettare una legge.
Tiziana Treccani
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