Il 13 giugno 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune:
“Ubriachi eravamo di gioia... le spalle cariche dei propri covoni!” (Salmo,126).
Il 13 gennaio torniamo a “seminare nel pianto..” (Salmo, 126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che era un governo di banchieri, ma mai ci saremmo aspettati che osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.
È quanto emerge con chiarezza dalla fase 2 del governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori, anche per l’acqua.
Catricalà, sottosegretario alla Presidenza:
“L'acqua è uno dei settori da aprire al mercato”.
Passera, ministro all'economia:
“Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha impedito la liberalizzazione del settore”.
Più spudorato il sottosegretario all’economia Polillo:
"Il referendum sull'acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l'acqua è e rimane un bene pubblico. È il servizio di distribuzione che va liberalizzato”.
E il ministro all'ambiente Clini:
“Il costo dell'acqua in Italia non corrisponde al servizio reso...” Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano un decreto del governo.
Si vuole eliminare l'esperienza del Comune di Napoli che ha trasformato la SpA a capitale pubblico (Arin) in ABC (Acqua Bene Comune-Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum e della democrazia.
Per il potere finanziario l’acqua è un boccone troppo ghiotto.
Le multinazionali dell’acqua (Veolia, Suez, Coca-Cola), che da Bruxelles spingono Monti verso la privatizzazione, tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto per il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso” - scrive Lessio, nel libro, All'ombra dell'acqua –
“si sta impossessando dell’acqua del pianeta. È una guerra per il possesso dell’ultima merce.”
Tra le tante privatizzazioni dei servizi pubblici, quella dell’accesso all'acqua è la più criminale, disonesta, sporca, pericolosa per l’esistenza umana.
Dobbiamo reagire con forza per difendere l’esito referendario; è in gioco anche la nostra democrazia.
Con una mobilitazione nazionale perché il governo ascolti la voce dei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica e riceva il Forum dei movimenti per l'acqua, come ci è stato negato finora.
Rilanciamo la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico.
Sollecitiamo i Comuni e ai cittadini a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell'acqua, esponendo sui balconi, striscioni con la scritta: “ Giù le mani dall’acqua! ”
In piedi, popolo dell'acqua! Ce l'abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia. (Salmo, 126)
Alex Zanotelli
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