giovedì 11 febbraio 2010

A PROPOSITO DI DISCARICHE...




Calcinato, 10.02.2010


LETTERA APERTA AL SINDACO DI CALCINATO


Caro signor sindaco,

ci pensiamo e ci ripensiamo da allora e il rovello diviene ogni giorno più fastidioso.

L’antefatto: nella martoriata ma ancor bella campagna di Calcinatello, in via Cavicchione, c’è un grande buco (molto grande), la Cava Calcinato. Tutti, amministratori e opposizione di prima e di adesso, si stava più che tranquilli, in quanto risultava che il buco terminato era di proprietà del Comune, che ne poteva disporre a suo piacimento.

E invece no: il buco apparterrà al Comune una volta riempito. Ahia!

Il fatto: la ditta escavatrice richiede alla Regione Lombardia la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) per ritombare la cava con inerti. La prima reazione: - vabbè, se proprio la si deve riempire, vada per gli inerti! In fondo sono “inerti”! -.

E invece no. Da una dotta e precisa relazione dell’ingegner Magro, consulente ambientale del Comune, apprendiamo che gli inerti non sono più così inerti come si potrebbe supporre; scopriamo per esempio che il materiale di demolizione delle case, che pensavamo costituisse la maggior parte degli “inerti”, non vien più buttato in discarica, ma macinato e riutilizzato per altre costruzioni. E gli inerti sono altri: materiali che possono contenere inquinanti, come terre di fonderia, scarti di fusione e un elenco molto nutrito di svariate provenienze, prevalentemente industriali. Di questi materiali non viene controllato il contenuto ma solo la provenienza: praticamente una nuova discarica, enorme, 3 milioni e mezzo di metri cubi! Ahia! Però il Comune si potrà opporre, vietare, bloccare…

E invece no: la V.I.A. viene espressa dalla Regione, l’autorizzazione dalla Provincia, il Comune può solo esprimere un parere consultivo, non vincolante. Ahia!

All’Amministrazione Comunale viene suggerito di giocar d’anticipo: il fecondo e facondo ingegnere Magro predispone un piano di controllo della sicurezza dell’impianto e di monitoraggio ambientale puntuale e dettagliato, elegante e talmente innovativo da essere estremamente interessante ed esportabile ad altre realtà, con la previsione anche di un indennizzo ecologico per il Comune. Apriamo tutti le braccia::,ragazzi tanto ce la fanno lo stesso: almeno controlliamoca afacciamocela pagare è il male minore! Tanto ce la fanno lo stesso! Almeno controlliamola il meglio possibile e facciamocela pagare! Mutismo e rassegnazione, ma con dignità!

E invece no, caro signor sindaco, da allora è iniziato il rovello.

E’ riemersa nella memoria una sera di un lontano consiglio comunale (1994, ci pare) nella quale il consigliere Marcelli (allora di maggioranza) faceva più o meno lo stesso ragionamento, in merito alla richiesta di ampliare consistentemente la discarica per RSU posta nella ex Cava Mascarini (Antica Idrovora): tanto ce la fanno lo stesso! Almeno controlliamola e facciamocela pagare! Il male minore! La realpolitik! A rinforzo del ragionamento aggiungeva, in modo simpaticamente perfido e rivolto in particolare a noi di Linea Indipendente (anche allora all’opposizione), che la responsabilità di governo spesso impone queste scelte e citava, a mo’ d’esempio, l’assessore verde Monguzzi, della Giunta Regionale, allora di centrosinistra, che dopo anni di barricate contro le discariche, trovandosi in mano, al governo, la patata bollente dei rifiuti, imponeva le discariche anche con l’esercito, se necessario! Non siamo certi dei particolari, ma il succo del discorso era questo: è sempre questo!

Noi di Linea Indipendente siam tutti un po’ più vecchi di allora (tranne alcune giovanissime leve) e siamo perciò più propensi di allora alla rassegnazione al male minore. Quel ragionamento ci troverebbe più possibilisti, ma se si trattasse ancora soltanto della prima discarica, caro signor sindaco. Inoltre la Giunta Regionale di allora offriva come garanzia la possibilità per il Comune di non averne più (il famoso “accordo di programma” che poi si rivelò un bufala per mille motivi). Così non fu. Ce ne furono altre: pubbliche e private, di rifiuti urbani, di inerti e di rifiuti tossici. E così sarà anche in futuro a quanto pare: non abbiamo alcun potere di impedirlo. Come già ricordato, questa è zona di sabbia, tanta e buona e con falda acquifera profonda: dove scavare, se non qui? Infatti già ci sono altre cave in corso che necessiteranno di essere riempite. La linea ferroviaria dell’Alta Velocità richiederà le cosiddette cave di prestito lungo il percorso: tutti buchi da riempire.

A questo punto non possiamo che ricordare e ribadire il “principio di precauzione” che è fondamentale sia in ambito scientifico che nel comune buonsenso: non possiamo continuare a concentrare attività e realtà potenzialmente inquinanti in una zona ristretta, circondata tra l’altro da Comuni parimenti conciati.

Caro signor sindaco, come ha osservato un vecchio amico, è lodevole, da parte di questa Giunta, il tentativo di allargare e condividere il ragionamento anche ad altri attori amministrativi e sociali, ma il ragionamento è sempre lo stesso e diviene sempre più inaccettabile. Rifuggiamo la demagogia, questa è una lettera aperta e onesta. La direzione proposta potrebbe essere l’unica cosa da fare, anche considerando che la popolazione di Calcinato, o per virtù responsabile o per rassegnazione indifferente, non ha fatto barricate, in passato. Forse, riflettendo sul fatto che le possibilità di un Comune di mettersi di traverso sono scarse e di respiro limitato, magari senza l’appoggio della popolazione, col rischio di avere comunque una discarica non controllata e senza guadagnarci nulla (danno e beffa!), forse, dicevamo, ha ragione Lei, signor sindaco.

Ma c’è il rovello. E se per una volta, vista l’ennesima, sfrontata indifferenza regionale e provinciale, la gente di Calcinato accettasse di impegnarsi per impedire in qualunque modo lecito e non violento, questo ulteriore regalo?

Nel sito del Comune è consultabile una ricerca commissionata all’Università di Venezia dal nostro Comune, che dimostra ampiamente come il nostro territorio sia già a notevole rischio ambientale. Ma queste benedette “Valutazioni di Impatto Ambientale” della Regione Lombardia su quali considerazioni si basano? E la facilità con la quale la Provincia autorizza, non Le pare leggera? Non sarà che, come qualcuno ha suggerito, sta passando la logica di concentrare le pattumiere sempre nella stessa zona “che tanto lì sono vaccinati!”?

Signor sindaco non è utopia, non è fondamentalismo ambientalista, non più; è puro egoismo comunale, cautela di zona, paura di lasciare in eredità un paese allo sfascio. Abbiamo già dato, tanto; finora non è successo ancora nulla, apparentemente, non sappiamo con certezza se non succederà mai nulla, non continuiamo a tirare la corda! Magari non ne caveremo nulla e allora avrà ragione la realpolitik: non siamo passionali e appassionati come i nostri connazionali della Campania, ma forse… chissà? Magari un’indignazione popolare potrebbe creare presupposti utili per il futuro - non poterne più per non averne più - con la ricerca perciò di tutti i modi amministrativi e giuridici per impedire le cave e le conseguenti discariche (PGT, Piano Cave ecc…).

Caro signor sindaco, è solo un rovello! Ci pensiamo e ci ripensiamo e non riusciamo a digerirlo. L’abbiamo esposto a Lei e a tutti perché dovevamo.




Gianni Alessi, Sergio Baratti, Fosco Beschi, Manrico Beschi, Roberta Boldini, Stefania Branca Vergano, Giampiero Cavagnini, Nadia Fappani, Antonella Farina, Nicole Leali, Libero Lorenzoni, Alessio Marcolini, Flavio Marcolini, Igor Metelli, Pierangelo Moratti, Ermanno Paganini, Marta Poli, Annarosa Quinzani, Mario Rodella, Anastasia Rolfi, Wiliam Spassini, Tiziana Spreafico, Roberto Tosi, Flavio Vida, Dario Zanotti.

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