mercoledì 24 febbraio 2010

L'APPELLO DELLA COMUNITA'

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  1. [da Bresciaoggi - venerdì 26 febbraio 2010]

    Calcinato si organizza per non diventare la «pattumiera» della Lombardia. Se l’apertura della discarica per rifiuti speciali del Cavicchione sembra inevitabile, sui progetti futuri vigilerà una commissione consiliare. A gettare le basi per la costituzione dell’organismo è stato il Consiglio comunale dell’altra sera. Una seduta scandita da un clima di tensione fuori e dentro l’aula che si è conclusa però con un gesto di distensione verso le minoranze del sindaco Marika Legati.
    «IL PRIMO PASSO della commissione - ha annunciato il primo cittadino accogliendo alcune delle istanze delle opposizioni - sarà una mozione sull’impianto del Cavicchione, poi sarà chiamata a studiare le modalità e gli strumenti con le quali impedire l’apertura di nuove discariche». Il nuovo bacino di smaltimento rifiuti è approdato in aula su richiesta dei sette consiglieri di minoranza William Spassini, Gianluca Capra, Flavio Vida, Elena Ringhini, Ivan Bertoli, Antonio Guarisco e Fabio Quinzani. L’argomento era stato inserito in coda all’ordine del giorno ma non è stato necessario attendere a lungo prima di affrontarlo. I primi dieci argomenti in agenda sono stati liquidati in 40 minuti. Così alle 21.25, in un’aula affollata dai cittadini, l’assessore all’Ecologia Roberto De Giovanni ha cominciato a relazionare i consiglieri sul nuovo impianto di rifiuti, sottolineando le garanzie ambientali conquistate dalla Giunta. «Abbiamo ottenuto - ha osservato -, un aumento dello strato d’argilla di altri 10 centimetri, un ulteriore telo di protezione, l’applicazione di un sistema di monitoraggio in tempo reale, la vigilanza costante di un esperto di fiducia del Comune. La discarica non inquinerà il territorio, né la falda freatica né l’atmosfera». L’assessore ha anche rimarcato come l’esecutivo non aveva strumenti per impedire l’apertura della discarica. «Avremmo dovuto aprire una costosa vertenza legale con i promotori del progetto - ha affermato De Giovanni -, ma si sarebbe trattato di una causa che avremmo perso».
    ANTONIO GUARISCO ha contestato forma e sostanza dell’operazione. «Dopo l’approvazione, il progetto discarica non è mai stato discusso in Consiglio comunale - ha rimarcato l’esponente di minoranza -: si tratta di un impianto che soffocherà un territorio già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale».
    Ricordando le conferenze dei capigruppo e gli incontri dei consiglieri con il tecnico incaricato, il sindaco ha replicato spiegando che «la fretta l’aveva la Regione, non certo il Comune». Gianluca Capra ha invece puntato il dito contro le presunte promesse disattese dalla Giunta: «in campagna elettorale - ha detto rivolgendosi alla maggioranza - avevate garantito una ferma opposizione alle discariche». Sul punto il vicesindaco ha giocato sul filo lessicale. «Questa discarica c’era già prima del nostro insediamento - ha affermato Alberto Bertagna -: le tutele ottenute non sono una conquista, sono il minore dei mali. Ora bisogna batterci affinché le cave esistenti non siano riempite di rifiut». Anche Ivan Bertoli ha invitato a guardare avanti. «Serve una strategia ad ampio respiro per difendere la vivibilità del nostro paese e, in particolare di Calcinatello». Il capogruppo di minoranza William Spassini ha chiesto di «uscire dalla logica della monetizzazione del rischio. Bisogna tirare una riga e impedire che sorgano altre attività inquinanti». Spassini ha poi presentato una risoluzione che, dopo una pausa, ha trovato sponda nella maggioranza. F.MAR

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