martedì 3 marzo 2009

делать?

«Libertà di critica»: questa, incontestabilmente, è la parola d'ordine più di moda in questo periodo, quella che più frequentemente ricorre nelle discussioni fra socialisti e democratici di tutti i paesi. A prima vista, non ci si può rappresentare niente di più strano di questi solenni richiami di una delle parti in contesa alla libertà di critica. Possibile che dalle file dei partiti avanzati si siano levate delle voci contro quella legge costituzionale che, nella maggior parte dei paesi europei, garantisce la libertà della scienza e dell'investigazione scientifica? «Qui gatta ci cova!», si dirà chi, essendo estraneo alla discussione e sentendo ripetere ad ogni piè sospinto questa parola d'ordine di moda, non abbia ancora penetrato l'essenza del dissenso. «Questa parola d'ordine è evidentemente una di quelle parole convenzionali che, al pari dei nomignoli, sono legittimate dall'uso e diventano quasi dei nomi comuni».

per quanto ancora si faranno attendere i diktat dei nostri cari amici democratici? siamo passati alla festa...poi alla riunione del 20 luglio...per poi attendere le impressioni di settembre...e l'autunno...e l'anno nuovo...e la fine del tesseramento...e l'assemblea di febbraio.

adesso a marzo (le liste vano presentate entro la metà di aprile), crediamo che sia giunta l'ora di rompere gli indugi. ed esplicitare le volontà elettorali.

le nostre le abbiamo espresse a più riprese a partire dalla primavera scorsa, con il nostro manifesto sottoscritto da 35 cittadini, coi comunicati ai giornali e con la nostra ostinata fedetà al lavoro in comune con la lista.

che fare compagno lenin? nell'estenuante attesa, lui, che non ci ascolta più, gioca a basket.


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