mercoledì 3 aprile 2024

Propaganda militarista per le scuole alla base di Ghedi: la protesta si estende

Agli oltre 300 docenti che in un appello protestano contro l’evento dell'Aeronautica Militare “Mettiamo le ali ai nostri sogni”, in programma alla base di Ghedi martedì 16 aprile, giunge un profluvio di plausi.
Dalla storica sede di via Milano 65, Claudia Capra del Movimento Nonviolento è lapidaria nel “condannare il proliferare nelle scuole di proposte formative che danno dell'esercito una immagine distorta e accattivante mistificando il suo reale ruolo di oppressione, violenza e asservimento all'industria bellica: negli attuali scenari di guerra, dovrebbe essere compito della scuola sollecitare una riflessione sulle cause dei conflitti, promuovendo modelli alternativi di difesa e una cultura di pace, per attuare la Costituzione che ripudia la guerra”.
Anche Lidia Cattozzo, Lina Gogna e Teresa Ciarrocchi (“Donne in rete per la pace”) si richiamano “alla Costituzione per esprimere dissenso verso una iniziativa che sotto l'ombrello della formazione in realtà promuove l'avvicinamento dei ragazzi al mondo della guerra e delle armi. Diciamo no a una scuola che assiste allo stravolgimento di ogni valore in nome di un innominabile fascino per le armi e per la risoluzione violenta dei conflitti, per lo più in un momento particolarmente buio dove un Occidente che taglia su scuola e sanità, per armarsi sempre più, sembra volersi contrapporre a una parte del mondo da dove fuggono a migliaia i profughi vittime di guerre sostenute e finanziate dai potenti”.
Sulla stessa linea Alfredo Mori e Santina Scarpignato del Movimento internazionale per la riconciliazione: “Sottoscriviamo la lettera degli insegnanti poiché affonda le radici nella nonviolenza organizzata, che da 50 anni testimoniano a Brescia”.
Sul fonte politico l’on. Gian Antonio Girelli in una nota giudica “non opportuna l’iniziativa del Ministero, che tende a caricare di un significato informativo e di indirizzo verso la scelta di vita militare la visita alla base e l’esibizione delle Frecce Tricolori”.
“Senza demonizzare chi fa la scelta di questa professione”, il parlamentare ritiene che essa “non possa essere presentata dalle autorità scolastiche come una delle possibili scelte di carriera, ulteriore segnale di un ministro del tutto inadeguato, con un’idea di futuro distante dalle speranze che dovrebbero caratterizzare i giovani. Il Governo si impegni piuttosto alla costruzione di una difesa comune europea, vera necessità storica che passa per una unità di intenti nello scongiurare ogni guerra, ed eviti di strizzare l’occhio a vecchie idee nazionalistiche basate sulla presunta forza militare”.
“Questa lettera contro quello che si presenta come l'invito agli studenti a prendere parte a una adunata paramilitarista - osserva Dino Greco per la neonata lista “Pace Terra Dignità” - è ciò che ogni scuola dovrebbe fare per educare al ripudio della guerra e alla solidarietà fra i popoli. Sta avvenendo il contrario: governanti e fabbricanti di armi stanno somministrando dosi non omeopatiche di retorica guerrafondaia, spacciando per ‘sogni di futuro’ e ‘orizzonti di gloria’ una pseudocultura di morte: le terribili immagini dello sterminio a Gaza, la guerra in Ucraina e in altre decine di teatri dovrebbero suscitare la mobilitazione popolare nel nome del più solenne ‘No alla guerra’, un obiettivo a cui davvero ispirare i sogni dei giovani”.
“A fianco degli insegnanti” si schiera infine in un comunicato anche Sinistra Italiana, ritenendo “la scuola portatrice di valori come solidarietà e inclusione, mentre l’attività dal titolo decisamente poco attinente, ‘Mettiamo le ali ai nostri sogni’, risulta in palese contrasto con i principi fondativi del nostro sistema di istruzione, fra i quali la legge 107/2015 individua tra gli obiettivi che le scuole devono perseguire ‘lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace’”.

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