martedì 2 aprile 2024

La scuola diserta la guerra

Un coro di protesta si leva dalle scuole bresciane alla notizia che la base militare di Ghedi ha intenzione di organizzare martedì 16 aprile per gli studenti la manifestazione “Mettiamo le ali ai nostri sogni” per promuovere il patrimonio di storia e professionalità espresso dall'Arenautica Militare, dal Sesto Stormo e dalla Pattuglia Acrobatica delle Frecce Tricolori.
Grazie al tam tam sui social, nonostante le scuole siano chiuse per le vacanze pasquali, oltre duecento insegnanti di decine di istituti di ogni ordine e grado hanno firmato una lettera aperta scritta dalla loro collega Patrizia Londero dell’Istituto Bazoli-Polo di Desenzano, dal titolo “Il fascino indiscreto della guerra”,
“Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, allo stravolgimento di paesi e popoli colpiti da armi di cielo e di terra che generano fame e migrazioni spesso senza speranza – scrivono i docenti - vediamo un fiorire di iniziative frutto anche dello zelo ministeriale che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a uscite didattiche aventi per oggetto visite a mostre d'armi, a basi militari, a parate, ad addestramenti, ad alza-bandiera, a incontri con l'esercito”.
Segnalano infatti che il Ministero ha fatto pervenire a tutte le scuole di Brescia e provincia una circolare con l’invito alla “Giornata per la scuola del 16 aprile, in occasione dell'esibizione della Pattuglia Acrobatica Frecce Tricolori a Ghedi, con la finalità di promuovere i valori che ispirano il servizio al Paese e il patrimonio della nostra cultura aeronautica”
“Per i contenuti e l'ufficialità - essi la ritengono - un'ingiunzione dall'alto che non può non stridere con quanto per anni si è cercato di costruire nei percorsi di Educazione civica a scuola con i ragazzi, stimolando discussioni su culture di sopraffazione e di violenza che portano direttamente a quella delle armi, in linea con le finalità generali dei Programmi ministeriali che non prescindevano da valori come convivenza pacifica, democratica, centrata sul confronto e sul dialogo”.
Ricordano che quella di Ghedi è “una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte da riversare su paesi come Iraq nel 1991 e Serbia nel 1999 e dove sono custodite armi a testata nucleare, che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare e utilizzare”.
“Al di là dei volteggi acrobatici e delle scie tricolori che dovrebbero attirare il pubblico”, stigmatizzano “l'alto tasso di inquinamento acustico e dell'aria”.
“Di che emozioni e sogni parla il Ministero?” si chiedono questi insegnanti. “Sono forse i brividi adrenalinici dell'incolumità a rischio che dovrebbero suscitare emozioni? Ma per la gloriosa pattuglia acrobatica non sta bene parlare di rischio. Sono troppo bravi. Fanno sognare. Stupefacente se non fosse inaccettabile la chiosa metaforica finale: ‘Mettere ali al proprio futuro’. Non solo si dovrebbero prelevare i ragazzi da scuola per trasferirli a Ghedi, ma il ministro vorrebbe che da questa visita traessero ispirazione per la loro futura professione. Verso quali orizzonti di gloria li vorrebbe spingere?”.
E concludono chiedendo di “solidarizzare con chi condanna questa pericolosa proliferazione di proposte formative a sfondo militare, per dichiarare con forza l'urgenza della costruzione di scuole di pace, coltivando con i ragazzi occasioni di solidarietà con chi vive in zone di guerra, di conoscenza del dramma della guerra e delle sue vittime, di aiuti concreti per coloro a cui la guerra ha distrutto tutto. Curare le ferite, aiutare a ricostruire: ci sarebbe bisogno di leggere circolari che parlino di questo”.
Per informazioni e adesioni si può scrivere entro lunedì 8 aprile alla mailbox donneinreteperlapace.desenzano@gmail.com.


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