La Casa del Popolo di Carpenedolo oggi celebrerà il cinquantenario della strage fascista di Piazza Loggia con la manifestazione “28 Maggio 1974: ieri oggi domani”, che si terrà a partire dalle ore 17.30 nella sala polivalente di Palazzo Laffranchi, in Piazza Martiri della Libertà 5.
Organizzato in collaborazione con la compagnia teatrale Chronos3 e l’Istituto Statale Don Milani di Montichiari e con il patrocinio della Casa della Memoria e del Comune, l’evento sarà diretto del regista Vittorio Borsari. Sul palco un nutrito gruppo di studenti presenterà elaborazioni multimediali e approfondimenti iconografici sul tema, frutto di un progetto didattico coordinato dalla docente di Storia Laura Butti, con interviste filmate e l’illustrazione del tortuoso iter processuale per individuare i colpevoli, a cura dell’avvocato Lidia Bazzoli.
“Quanto accaduto il 28 maggio 1974 è vivo nelle coscienze dei cittadini bresciani, ma non lo è altrettanto in quelle degli abitanti della provincia” osserva Butti, spiegando che “quella è una data simbolo: in Piazza Loggia c’era una manifestazione indetta dal Comitato Unitario Permanente Antifascista, alla quale aderirono anche tutti i sindacati proclamando lo sciopero generale, per sensibilizzare contro la violenza neofascista e a difesa di quei valori democratici e antifascisti che permeano la nostra Costituzione”.
“Contro questi manifestanti - ricorda l’insegnante - agirono gruppi neofascisti collocando una bomba che spezzò la vita di otto persone e ne ferì centodue. Le giovani generazioni si interrogano su quell’evento traumatico e complesso, che non può essere rimosso o sterilmente ricordato nella data stabilita dal calendario: bisogna conoscerlo in maniera articolata, approfondita, critica, per poterlo metabolizzare e dargli il luogo giusto nella coscienza”.
“Quei ragazzi del 1974 consegnano la dimensione personale ed emotiva della loro esperienza durante la manifestazione di quella mattina - spiega la presidente della Casa del Popolo Maria Gabriella Bresciani - ai giovani di oggi, spesso bollati come apatici ai valori politici e sociali, salvo poi scoprire che la salute, la democrazia, il ripudio della guerra e il diritto di poter esprimere le proprie esigenze e di essere ascoltati, sono i valori che li accomunano ai loro coetanei di allora, in un passaggio di testimone utile per elaborare i fatti di ieri per un’efficace nuova chiave di lettura dei fatti attuali e futuri”.
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