giovedì 22 marzo 2018

Giuliano Pontara è a Brescia

Negli anni ’70 fece scuola, nel clima infuocato di quei tempi, la sua illuminante introduzione al classico del Mahatma Gandhi “Teoria e pratica della non violenza” (allora non era ancora invalsa l’indicazione capitiniana di unire il concetto in “nonviolenza”, solo recentemente integrata nella lingua italiana): 136 pagine che aprirono un mondo alla rivolta senza armi propugnata allora da illuminate quanto ignorate pattuglie di obiettori sparse per la penisola.
Lui è Giuliano Pontara, 85 anni portati con saggia mitezza, che stasera alle ore 20.30 sarà all’Auditorium Santa Giulia, in via Piamarta 4 a Brescia, proprio per commemorare la figura di Gandhi a 70 anni dal suo assassinio nell’India dei conflitti religiosi. Fra i massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale, il filosofo dialogherà con il sindaco Emilio Del Bono, con il professore dell’Università statale di Brescia Antonello Calore e con il ricercatore Mimmo Cortese dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere.
Quella di Pontara è una vita tutta all’insegna dell’internazionalismo, da quando, in seguito a forti dubbi maturati sulla moralità del servizio militare, alla fine del 1952 lasciò l'Italia  per la Svezia, paese dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre 30 anni all'Istituto di filosofia dell'Università di Stoccolma. Negli anni ‘80 e ‘90 è stato anche professore a contratto in diverse università italiane.
Tra i fondatori della Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace (Unip) con sede a Rovereto, lo studioso è oggi membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso ed è stato in giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet, sul diritto di asilo  e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia.
Innumerevoli i suoi saggi su una variegata congerie di tematiche etiche, filosofiche e politiche. È stato uno dei primi ad introdurre in Italia la conoscenza sistematica del pensiero nonviolento, attraverso diversi volumi, l’ultimo dei quali è “Quale pace? Sei saggi su pace e guerra, violenza e nonviolenza, giustizia economica e benessere sociale”, uscito per le edizioni Mimesis un paio d’anni fa.
Stasera, in particolare, svolgerà una riflessione sul rapporto fra “giustizia e pace in Gandhi”. Dopo una breve introduzione generale sul pensiero del padre dell’India moderna, presenterà la dottrina dell’ahimsa nella quale è radicata la concezione della nonviolenza elaborata dal Mahatma e si soffermerà sul tema della giustizia nel quadro della visione di una società del “benessere per tutti”. La seconda parte dell’intervento, dopo alcuni dati sulle crescenti disuguaglianze economiche, sarà più propriamente legata all’antimilitarismo di Gandhi, anche in riferimento all’attuale dissennata corsa agli armamenti.

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