martedì 2 dicembre 2014

"Calcinato oggi è il cuore della resistenza al Tav"

Da Lonato, dove ieri sera ha tenuto un’affollata assemblea zonale, il coordinamento dei comitati No Tav Brescia-Verona rivendica il salto di qualità compiuto in questi mesi dal dibattito sulla nuova linea ad alta velocità ferroviaria.
 “Da quando siamo in campo con azioni dirette, incontri e manifestazioni di massa sul territorio - ha dichiarato il portavoce Eraldo Cavagnini - non c’è più nessuna subalternità da parte degli enti locali rispetto alle istituzioni sovraordinate su questo tema”.
 “In pochi mesi - ha osservato - abbiamo spostato i termini del confronto, dando a tutti la possibilità di avviare una discussione collettiva su un problema che non è più considerato nei riduttivi termini di compensazione e mitigazione, come ancora diversi amministratori comunali si attardano a fare: è ormai senso comune un no senza se e senza ma alla realizzazione di questa grande opera”.
 Per Cavagnini “tutti hanno capito che una dilazione dei termini per presentare le osservazioni o un rinvio dell’esame del progetto definivo attualmente in discussione non cambiano né lo scenario né tanto meno la prospettiva di opposizione integrale con tutti i mezzi pacifici a disposizione, essendo questa un’infrastruttura che giudichiamo inutile per i trasporti, dannosa al territorio e costosa per le tasche dei cittadini”.
 E ieri è stata lanciata per “martedì 16 dicembre alle ore 21 un’assemblea popolare a Ponte San Marco, frazione di un comune, quello di Calcinato, che oggi è il cuore della resistenza al Tav: qui si susseguono i tentativi di effettuare i carotaggi dei terreni da parte  di tecnici sovente respinti dai proprietari e monitorati dai nostri militanti, con il conseguente innalzamento del livello di consapevolezza della cittadinanza”.
  “Nel corso di questo appuntamento – assicurano i No Tav – da un lato fisseremo un fitto calendario di iniziative pubbliche per l’inverno, dall’altro definiremo le forme e gli strumenti di consulenza alla popolazione per sostenerla,  allargando il fronte dell’opposizione al Tav anche a tutti quei paesi in cui non sono ancora attive strutture organizzate”.
 “L’unica opzione - conclude Cavagnini - è bloccare quest’opera,  destinandone i fondi per il miglioramento e la riqualificazione del servizio della ferrovia esistente con possibilità di incremento sia del trasporto delle merci che di quello dei passeggeri”. 

 

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