venerdì 30 agosto 2013

Pagliuzze e travi fuori e dentro il Comune

Nei giorni spesso fatti di niente dell'estate in provincia la politica di paese a volte riempie come può i vuoti di idee e attività, riproducendo in miniature caricaturali il teatrino della politica nazionale.
 A Calcinato per esempio in questi giorni tiene banco la notizia, tutta da verificare, delle dimissioni che l'assessore alla cultura Stefano Vergano sarebbe pronto a rassegnare nelle mani del sindaco Marika Legati per una vicenda per mesi passata sotto il silenzio, almeno ufficiale, dell'amministrazione comunale.
  Riordiniamo i fatti. Il 7 luglio il blog di "un gruppo di giovani di Calcinato stanchi di vivere la realtà di un paese che si mostra diverso da quello che è" pubblica un post che informa i lettori di come la moglie dell'assessore abbia lavorato a progetti educativi sul mondo degli adolescenti nel locale Istituto comprensivo in qualità di psicologa, attività affidatele in seguito ad un apposito bando di selezione sovvenzionato dal Comune. “I progetti sono stati finanziati con i fondi erogati alla scuola dallo stesso assessorato alla Pubblica Istruzione. Ahia ahia!” tuona l'anonimo estensore del post.
  Da un paio d'anni in verità, insieme con una collega, la moglie dell'assessore svolge attività laboratoriali con i ragazzi in aula, nei primi tempi offerte gratuitamente, l'ultimo anno scolastico con retribuzione.
  Sembra che la polemica montata nel corso delle settimane scorse - più negli ambienti della maggioranza (formata a Calcinato da Pdl, Lega Nord e Socialisti per Calcinato, questi ultimi senza rappresentanti in giunta) che fra la cittadinanza - abbia indotto l'assessore a dichiarare al sindaco la propria disponibilità a fare un passo indietro per non danneggiare l'amministrazione comunale, notizia laconicamente smentita dal primo cittadino, mentre non è nota la posizione di Vergano, che farà ritorno dalle vacanze lunedì.
  Strano che l'attenzione sia concentrata su una consulenza di esgua entità economica, mentre nessuno ha mosso un dito l'anno scorso sulle aree inserite in Piano di governo del territorio, che il consiglio comunale è stato costretto a votare a pezzi, con diversi consiglieri di maggioranza che uscivan a turno dall'aula al momento del voto per conflitto di interessi.

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