Nei
giorni spesso fatti di niente dell'estate in provincia la politica di
paese a volte riempie come può i vuoti di idee e attività,
riproducendo in miniature caricaturali il teatrino della politica
nazionale.
A
Calcinato per esempio in questi giorni tiene banco la notizia, tutta
da verificare, delle dimissioni che l'assessore alla cultura Stefano
Vergano sarebbe pronto a rassegnare nelle mani del sindaco Marika
Legati per una vicenda per mesi passata sotto il silenzio, almeno
ufficiale, dell'amministrazione comunale.
Riordiniamo
i fatti. Il 7 luglio il blog di "un gruppo di giovani di Calcinato stanchi di vivere la realtà di un paese che si mostra diverso da quello che è" pubblica un post che informa i lettori di come la moglie
dell'assessore abbia lavorato a progetti educativi sul mondo degli
adolescenti nel locale Istituto comprensivo in qualità di psicologa,
attività affidatele in seguito ad un apposito bando di selezione
sovvenzionato dal Comune. “I progetti sono stati finanziati con i
fondi erogati alla scuola dallo stesso assessorato alla Pubblica
Istruzione. Ahia ahia!” tuona l'anonimo estensore del post.
Da
un paio d'anni in verità, insieme con una collega, la moglie
dell'assessore svolge attività laboratoriali con i ragazzi in aula, nei primi tempi offerte
gratuitamente, l'ultimo anno scolastico con retribuzione.
Sembra
che la polemica montata nel corso delle settimane scorse - più negli
ambienti della maggioranza (formata a Calcinato da Pdl, Lega Nord e
Socialisti per Calcinato, questi ultimi senza rappresentanti in
giunta) che fra la cittadinanza - abbia indotto l'assessore a
dichiarare al sindaco la propria disponibilità a fare un passo
indietro per non danneggiare l'amministrazione comunale, notizia
laconicamente smentita dal primo cittadino, mentre non è nota la
posizione di Vergano, che farà ritorno dalle vacanze lunedì.
Strano
che l'attenzione sia concentrata su una consulenza di esgua entità
economica, mentre nessuno ha mosso un dito l'anno scorso sulle aree
inserite in Piano di governo del territorio, che il consiglio
comunale è stato costretto a votare a pezzi, con diversi consiglieri
di maggioranza che uscivan a turno dall'aula al momento del voto per
conflitto di interessi.
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