mercoledì 31 ottobre 2018

Puzza a Calcinatello: intervento del NOE

La molesta situazione odorigena che da anni affligge la frazione di Calcinatello continua ad essere al centro dell'attenzione. Dopo le numerose iniziative politiche di Bene Comune, le manifestazioni del Comitato Cittadini, gli interventi del sindaco, la missione in zona di una troupe della trasmissione televisiva “Indovina chi viene a cena”, la segnalazione di Ats, nei giorni scorsi c'è stato anche l'intervento sul territorio del Nucleo Operativo Ecologia del Comando dei Carabinieri di Brescia.
“Ad esito di numerose segnalazioni pervenute sia da cittadini che dalla Amministrazione Comunale inerenti forti odori acri percepibili nei dintorni del Comune di Calcinato, i Carabinieri del Noe di Brescia hanno effettuato una mirata serie di accertamenti” si legge in una nota diffusa dall'Arma.
Dapprima i militari hanno verificato direttamente - da diverse postazioni e in una fascia oraria dalle ore 5.30 alle 14 - l’entità degli odori segnalati, accertando che, specialmente nelle ore meno calde della giornata, essi sono in effetti “superiori ai limiti di tollerabilità”.
In un seconda fase, individuata quella che hanno ritenuto potesse essere la fonte delle emissioni moleste, hanno effettuato un accesso ispettivo in una azienda locale “operante nel settore del recupero dei rifiuti speciali non pericolosi finalizzato alla produzione di correttivo calcico-magnesiaco (gesso di defecazione da fanghi) nonché dello smaltimento, tramite depurazione, della frazione liquida decadente dall'attività di recupero”.
Dal controllo svolto tutto è risultato in regola, con la piena conformità dei processi lavorativi rispetto alle autorizzazioni in possesso della ditta. L’unica infrazione ha riguardato la separazione tra lo stoccaggio delle materie prime e i rifiuti, un aspetto che però non influenza in alcun modo le emissioni odorigene. Tale infrazione è stata “sanzionata con procedura estintiva mediante prescrizione, non essendovi danno o pericolo attuale e concreto di danno all’ambiente”.
Essendo tuttavia emerso nel corso dell'ispezione “il superamento dei limiti di tollerabilità - attualmente non sono previsti specifici valori-soglia per le immissioni olfattive che non rientrano nell’ambito della disciplina dell’inquinamento atmosferico - l’amministratore unico dell’azienda è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Brescia per il reato di 'getto pericoloso di cose' in relazione alle molestie arrecate alle persone, pur essendo derivanti dal normale processo aziendale”.
Tale fattispecie è prevista e punita dall'articolo 674 del Codice Penale, che recita: “Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a euro 206”. Insomma, un rilievo pressoché simbolico, che tuttavia evidenzia una situazione che crea disagio.
Dell'accaduto naturalmente sono stati informati tutti gli enti preposti, con la segnalazione di “alcuni possibili accorgimenti da inserire nei titoli autorizzativi al fine di contenere nei limiti di sostenibilità e sopportabilità le emissioni odorigene dell’azienda, salvaguardando così sia lo svolgimento dei processi lavorativi che la serenità della cittadinanza”.

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